La Commissione della Gestione ha firmato all’unanimità il rapporto per lo stanziamento dei 3 milioni necessari per le nuove celle Sirica (PS): «Passo importante per la nostra società» Fonio (Il Centro): «Si sana una situazione al limite» – Andreotti: «Rispetteremo i tempi previsti»
Il progetto per la creazione di una nuova sezione per le detenute ora procede spedito. Ieri, a poco più di due mesi dal via libera del Consiglio di Stato all’apposito messaggio, la Commissione gestione e finanze ha firmato all’unanimità il rapporto per lo stanziamento dei circa 3 milioni di franchi che serviranno per la creazione di 11 celle riservate alle donne alla Stampa. «Si tratta di un passo importante per la nostra società », ha commentato al termine della riunione commissionale Fabrizio Sirica (PS), co-relatore del rapporto che andrà in Gran Consiglio nella prossima sessione, tra due settimane. «Mi fa particolarmente piacere – ha aggiunto – che il progetto abbia raccolto il sostegno di tutti i gruppi parlamentari, a dimostrazione dell’urgenza del tema. Le donne incarcerate in Ticino, infatti, oggi si vedono negare il diritto a svolgere attività di risocializzazione e di reinserimento nel mondo del lavoro ». Non solo. A differenza dei detenuti di sesso maschile, «sono costrette a trascorrere in cella 22 ore al giorno e, nelle ore d’aria, non possono neppure vedere il cielo visto che le sbarre sono ovunque». La nuova sezione – che secondo i piani dovrebbe essere aperta tra poco meno di due anni – «permetterà di sanare una situazione al limite », ha evidenziato da parte sua il co-relatore del rapporto Giorgio Fonio (Il Centro). Inoltre, «consentirà di dare maggiore sostegno a chi lavora all’interno della struttura carceraria, visto che anche il personale è fortemente sotto pressione ». Soddisfatta anche la direttrice della Divisione della giustizia, Frida Andreotti, che ci ha tenuto a ringraziare la Commissione «per la celerità con cui ha evaso un tema che ridà dignità al nostro cantone in materia di detenzione femminile ». Una volta ottenuto l’avallo del Parlamento, ha evidenziato Andreotti, «procederemo con tutte le incombenze per poter attivare la struttura nei tempi previsti», ossia 20 mesi.
Il progetto e i costi
Nel nostro cantone, lo ricordiamo, la sezione femminile era stata chiusa nel 2008. Da quel momento, quindi, le donne condannate a una pena breve vengono collocate alla Farera, che però è un carcere giudiziario e, come tale, ha regole molto più rigide. Le detenute che invece devono scontare una pena più lunga vengono trasferite fuori cantone, nel carcere di Hindelbank (BE) o nella struttura di La Tuilière di Lonay (VD) «con tutte le conseguenze sia a livello personale (lingua, distacco dai legami familiari), che si ripercuotono pure sul percorso di risocializzazione delle detenute, sia a livello di costo », fa notare la Commissione nel rapporto. Solo nel 2022, infatti, il Ticino ha speso 800 mila franchi per i collocamenti negli altri cantoni.
La Commissione «saluta quindi positivamente il progetto che vuole fornire finalmente una risposta a questa criticità che da tempo richiede un intervento concreto per assicurare la parità di trattamento delle detenute donne rispetto ai detenuti uomini che eseguono una pena nelle strutture del nostro cantone, perseguendo pure un miglioramento nell’onere di presa a carico del personale penitenziario». Nel dettaglio, le 11 celle – una delle quali destinate alle mamme con figli – saranno ricavate ristrutturando la Sezione D, prima riservata agli autori di reati contro l’integrità sessuale. Dal profilo logistico, i costi si aggirano attorno a un milione e 250 mila franchi.
Ma la creazione di una sezione femminile comporterà soprattutto il reclutamento di personale. Stando ai calcoli del Governo, serviranno 7 agenti di custodia in più, «idealmente di sesso femminile», un capo sorvegliante, un capogruppo e un sostituto capogruppo. Inoltre, occorreranno almeno cinque persone per l’ambito socioeducativo e amministrativo. Il tutto, per un costo di quasi 1,8 milioni. Complessivamente, quindi, per creare la nuova sezione serviranno circa 3 milioni di franchi. Un costo che – scrivono i commissari della Gestione – «risulta finanziariamente circoscritto e limitato, pensando ai benefici attesi con la risoluzione dell’annosa problematica legata alla carcerazione femminile in Ticino, così come le ricadute positive per la gestione di tali detenuti sul nostro territorio». Questo «passo avanti», concludono i due relatori, «non rappresenta un “lusso” o un’accresciuta sensibilità per le condizioni detentive della popolazione carceraria, ma il minimo per smettere di discriminare le donne rispetto ai detenuti uomini».