La proposta di aggregare i sette Comuni (Brione Verzasca, Corippo, Cugnasco-Gerra nel territorio di Valle, Frasco, Lavertezzo nel territorio di Valle, Sonogno e Vogorno) della Valle Verzasca – su cui gli abitanti si esprimeranno il prossimo 14 aprile – sta suscitando un sano ed intenso dibattito tra la popolazione locale e sui mass media, frutto della passione e dell’amore che animano i verzaschesi verso il proprio territorio.
L’aggregazione della Verzasca è il risultato, da un lato, dalla necessità di ridare slancio ad una Valle in cui molti Comuni sono in difficoltà finanziarie e/o infrastrutturali e, dall’altro, di garantirsi un futuro indipendente che unicamente unita da Vogorno a Sonogno potrà essere padrona del proprio destino. Essere padroni del proprio destino significa poter contare unicamente sulle proprie risorse attraverso un’architettura istituzionale più snella in grado di avere una maggiore progettualità e rapidità nel trasformare le idee in progetti concreti a beneficio della popolazione.
I Comuni hanno il dovere di espletare alcuni obblighi che derivano – fra gli altri – dalla Legge organica comunale (LOC) quali la sicurezza, la pianificazione e gestione del proprio territorio, l’erogazione dell’acqua potabile, lo smaltimento di rifiuti, ma anche la creazione di strutture quali le scuole dell’infanzia ed elementari o le case per anziani. Da oltre vent’anni molti di questi compiti non sono più compatibili con le dimensioni e la forza finanziaria di tanti Comuni, tanto che vi è stata la necessità di creare dei Consorzi al fine di ripartire le spese e di avere una visione a più ampio respiro nel gestire la pubblica amministrazione.
Il progetto di aggregazione della Valle Verzasca, con lo scorporo della realtà presente sul Piano di Magadino dalla parte montana ubicata in Valle, maturato nel tempo con la pratica della transumanza, potrebbe sembrare contrario alla tradizione e alla storia. Ma a tutti gli effetti non lo è. Ricordo spesso come il Ticino venne frammentato parzialmente in tante piccole entità attraverso la dominazione francese e l’Atto di Mediazione con la conseguente divisione delle antiche comunità nelle sue parti più piccole, ossia i villaggi o vicinati. Fu così anche perla Valle Verzasca, tant’è che nel Basso Medioevo si parlava già del “Comune di Verzasca”, nel senso di comunità unica di valle con un’organizzazione interna nella gestione del territorio attraverso le vicinie.
È con questa stessa logica unitaria che i cittadini e le cittadine verzaschesi dovranno esprimersi con il voto consultivo del 14 aprile 2013. Con l’unione dei sette Comuni della Valle il numero dei regolamenti comunali, dei piani regolatori e dei consorzi stessi si ridurrebbero notevolmente garantendo così una migliore “governance” (si parlerà istituzionalmente con una voce ancora più forte ed autorevole) e comporterà al contempo una notevole riduzione dei costi amministrativi.
Permettetemi anche un breve excursus finanziario, visto che come ben dicono i francesi “c’est l’argent qui fait la guerre”! Il Cantone, che crede fermamente nel progetto, assicura un sostegno finanziario complessivo pari a 17,4 milioni di franchi: 13,0 milioni per il risanamento finanziario dei Comuni e 4,4 milioni a favore di progetti di promozione socioeconomica. Per la disgregazione dalle rispettive frazioni di Valle i nuovi comuni del Piano saranno opportunamente risarciti. Nell’importo di 13,0 milioni sono infatti compresi 3,6 i, rispettivamente 0,75 milioni di franchi destinati al Comune di Lavertezzo rispettivamente a quello di Cugnasco-Gerra.
A pensarci bene, care cittadine e cari cittadini della Valle Verzasca, non siete già un po’ aggregati? Le scuole comunali per l’intera Valle sono a Brione, per la casa anziani fate capo a quella di Gordola, mentre siete consorziati per la gestione dei rifiuti e, per la gran parte anche dell’acqua potabile come nella promozione della vostra splendida Valle.
Si tratta quindi – con un “sì” il prossimo 14 aprile – di essere ulteriormente indipendenti nella gestione del vostro futuro e del vostro territorio. Una scelta di campo a cui sarete chiamati attraverso un voto frutto di ragionamenti “di pancia”, “di testa”, ma anche e soprattutto, mi auguro, di “cuore”.
Un cuore quello della Valle Verzasca che per far fronte al nuovo contesto di concorrenza internazionale ed interregionale dovrà essere unito ed unitario nel valorizzare sapientemente il vostro territorio.
Ben comprendo che per quelle Cittadine e quei Cittadini di Lavertezzo Piano e Cugnasco-Gerra la cui separazione dall’amata Terra di Valle costituisce un’enorme rinuncia; ma ricordo loro che aderire al progetto di aggregazione significa sacrificarsi per il bene della propria Valle.
Norman Gobbi, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni