La carenza di precipitazioni può mettere in crisi la produzione di formaggio dell’alpe
La siccità che ha caratterizzato i primi quattro mesi dell’anno e soprattutto la scarsità di innevamento anche sopra i 1’500 metri d’altitudine rischia di provocare un danno all’economia alpestre ticinese. “In effetti è così – afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi, molto sensibile a quanto avviene in Ticino anche nel settore primario. Proprio per questo motivo negli scorsi giorni ho voluto parlare di questo problema con il mio collega Christian Vitta, che in qualità di direttore del DFE è responsabile della Sezione dell’agricoltura. Un primo contatto che è però servito per avviare la ricerca di soluzioni a favore degli alpeggi ticinesi, che certamente soffriranno per la mancanza di acqua”.
Ricordiamo che la produzione di formaggi dell’alpe in Ticino rappresenta un settore molto interessante della nostra agricoltura, soprattutto per le regioni periferiche. “L’alpeggio è il fulcro del sistema d’allevamento alpino. Solo in alpe, durante l’estate, si producono formaggi di qualità, adatti alla vendita o alla conservazione, poiché si dispone di grandi quantità di latte e lo si affida a casari esperti. Lo scorso anno sono stati lavorati 4 milioni di litri di latte e prodotte 380 tonnellate di formaggio. Di queste, buona parte (280 tonnellate) hanno il marchio DOP, segno che la qualità continua a essere elevata. Nel 2021 le condizioni meteorologiche sono state favorevoli e anche le precipitazioni durante l’estate hanno dato una mano. Quest’anno le condizioni di partenza saranno invece negative. Vogliamo quindi cercare di introdurre dei provvedimenti che possano poi essere utili agli alpigiani, così da non sacrificare troppo la produzione di latte e quindi di formaggio”, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
Quali provvedimenti particolari ci si può aspettare? “Per ora abbiamo dato mandato di chinarsi sul problema. Saranno gli specialisti, in collaborazione con chi lavora sui nostri alpeggi, a proporre delle soluzioni. Il Dipartimento delle istituzioni spesso scende in campo per sostenere anche le attività di altri Dipartimenti in uno spirito di servizio alla popolazione ticinese. E qui ricordo quanto si è fatto e si fa in ambito dell’emergenza sanitaria per il coronavirus, oppure alle risposte che stiamo dando alla crisi legata ai profughi ucraini. Anche in questo caso vogliamo dare una mano concreta. Penso in particolare al sostegno che può dare la Sezione del militare e della protezione della popolazione, che collabora in modo proattivo sia con l’Esercito, sia con la Protezione civile, vera “riserva” di forze a favore della popolazione ticinese. Vedremo. Per ora è ancora troppo presto per dire quali saranno gli interventi. Ne riparleremo certamente”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.