Per Norman Gobbi l’Assemblea federale è troppo “centralista”
“Le Camere federali (Consiglio degli Stati e Consiglio Nazionale) stanno prendendo un progressivo distacco dagli interessi dei Cantoni, andando quindi a cozzare contro lo spirito federalista del nostro Paese”. Un allarme, quello che viene lanciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi, confermato da alcune recenti decisioni del parlamento federale. “Prendiamo per esempio la modifica della legge federale sulle dogane: per poter incassare qualche milione di franchi in più a favore della Confederazione, il Parlamento non ha esitato a eludere alcuni principi che stanno alla base della nostra sicurezza nazionale. Si tratta del lavoro che da sempre è stato condotto con chiarezza di intenti e soprattutto attraverso una proficua collaborazione tra le Polizie cantonali e l’allora Corpo delle guardie di confine. Oggi questa collaborazione non è più data nella stessa misura. A nulla sono valsi i richiami che – anche come Canton Ticino – abbiamo mandato in fase di consultazione. Un peccato e un rischio, con l’inevitabile possibilità di dover aumentare i costi a livello cantonale rispetto alla sicurezza sul confine, competenza e compito essenziale della Confederazione, non dei Cantoni”, afferma il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
Ma ci sono altri esempi, purtroppo, che confermano questo progressivo distacco nelle decisioni dell’Assemblea federale rispetto ai Cantoni. “Sempre per rimanere nell’ambito di mia competenza posso citare altre due temi che mettono i Cantoni in difficoltà. Il primo: il Consiglio federale per far fronte al numero sempre più elevato di migranti in entrata in Svizzera aveva proposto di ospitare temporaneamente i richiedenti l’asilo in speciali container su terreni dell’esercito. Una spesa di 132,9 milioni di franchi che sarebbe servita a trovare i necessari alloggi provvisori per i richiedenti l’asilo. Purtroppo tale progetto è stato respinto, mettendo in difficoltà i Cantoni (e il Ticino in modo particolare vista la nostra posizione geografica), che saranno ulteriormente chiamati a trovare alloggi per queste persone. Con ulteriori spese, in un contesto che vede la Confederazione ribaltare sempre più oneri sui Cantoni. A questo punto urge trovare altre soluzioni, che a mio modo di vedere devono passare per esempio attraverso misure più incisive per poter bloccare gli arrivi di immigrati illegali o finti rifugiati. Il secondo tema riguarda invece l’Ordinanza sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni. A Berna si vuole mantenere a carico dei Cantoni – e non sulle compagnie telefoniche come i direttori di giustizia e polizia chiedevano – i costi per gli ascolti necessari alle inchieste di Polizia, sia legate alla criminalità internazionale, sia per contrastare i reati di pedofilia o lo spaccio di stupefacenti. Si tratta in totale di 24 milioni franchi, che dovranno essere pagati dai Cantoni. La Svizzera conosce le tariffe telefoniche più costose del Continente, e i contribuenti devono in più pagare per prestazioni che nei Paesi vicini sono invece inserite negli obblighi delle compagnie telefoniche concessionarie. Occorre intervenire quanto prima e frenare questa tendenza anti federalista che mette sulle spalle dei Cantoni oneri di stretta competenza nazionale. È una questione di principio e ne va del nostro sistema democratico, oltre che incidere sulle casse dei Cantoni!”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 18 giugno 2023 de Il Mattino