Iniziativa editoriale “la mia nonna la ricordo così”
58 personaggi “di casa nostra” del mondo politico, del lavoro, dello sport, dello spettacolo, ecc., hanno risposto all’invito di scrivere i ricordi della propria nonna.
Con questa iniziativa abbiamo voluto dare voce alle nonne, donne comuni che non appaiono nelle liste delle donne famose, ma come protagoniste anonime hanno lasciato delle impronte nei solchi della Storia.
Scrivere delle mie nonne, Selma da parte paterna e Silvana da parte materna, è compiere un lungo balzo nel passato, poiché come molti – immagino – buona parte della mia fanciullezza la passai con loro. Figlio di genitori molto giovani, mia madre aveva appena compiuto 21 anni quando mi mise al mondo e mio papà non ancora 20, le nonne sono state figure molto presenti nei primi anni della mia vita e di conseguenza importanti per tutta la vita, benché da primogenito della nuova generazione ne prendi quasi subito coscienza che loro non saranno “solo” le tue nonne, ma anche quelle dei tuoi fratelli, sorelle e cugini.
Entrambe nate nel 1930, entrambe con uno dei due genitori di origini bernesi, l’una cresciuta ad Airolo e l’altra a Lugano-Besso. I miei ricordi sono – come amo raccontare – frammenti di vita, fatti di emozioni, sensazioni tattili, profumi e colori, che raccogliamo in maniera più o meno ordinata e a cui cerchiamo di dare un senso. I ricordi di nonna Selma e nonna Silvana sono proprio unite dal senso dell’affetto per due figure femminili, il cui solo pensare loro mi emozione e mi fa venire il “groppo” commosso…
Fino agli anni Novanta, le due nonne vissero a nemmeno 200 metri l’una dall’altra nel villaggio di Piotta, dove io passai i miei primi anni di vita. Era quindi facile passare da casa Gobbi a casa Bertolotti, in maniera anche non pianificata. Nonna Selma attiva nell’azienda di famiglia (ristorante, panetteria e negozio) aveva meno tempo da dedicare durante il giorno, mentre nonna Silvana come casalinga poteva occuparsi di me e poi anche di mio fratello (le altre nipoti arrivarono solo 14 anni dopo).
A casa di nonna Silvana posso ricordare i gusti dell’orto curato da mio nonno Angelo, fatti di “curnitt” croccanti che separava dalle estremità sul tavolo di cucina color blu screziato, oppure i colori intensi delle gustose fragole cresciute in quei riquadri di eternit oggi tanto aberrati, ma che poi male non ci han mai fatto. Se penso ad un profumo che mi lega a lei, sicuramente quello del sugo rosso cotto nel pentolino con la passata, il concentrato di pomodori e la salvia, ovviamente dell’orto del nonno. Nonna Silvana era anche la nonna delle vacanze al mare e dei pick-nick; lei, che aveva anche le patenti della moto perché ottenne la patente in quegli anni che le consegnavano unitamente all’ottenimento della licenza di condurre per l’automobile, però non guidava. Erano vacanze organizzate, dove il perfezionismo di nonno Angelo talvolta superava le sue stesse sopportazioni, in cui ci si divertiva, si imparava a nuotare anche con lei, si giocava alla sabbia, a bocce in spiaggia e a carte la sera. Ecco, qui usciva il suo animo competitivo, come in quello delle parole crociate: ci teneva a vincere, anche se il suo occhio benevolo su di noi nipoti accettava qualche giocata a scala 40 non propriamente limpida.
Nonna Selma invece la incontravamo indaffarata nella gestione del negozio o del servizio del ristorante, assieme a nonno Dante. I momenti di incontro erano i pranzi, le cene e le vacanze erano solo quelle di Natale con la chiusura degli esercizi pubblici, nel limite del possibile. Me la ricordo ancora benissimo con il suo “scusà” per il lavoro di un bordeaux intenso e quel profumo di canfora che proveniva dai “vestee” di casa. Un profumo molto presente era quello del pane, visto che sin da piccolo l’aiutavo in bottega e anche nella preparazione dei panini per gli eventi estivi e le partite casalinghe dei BiancoBlù. Teneva molto alla cucina, come d’altronde nonna Silvana, anche se – vivendo la realtà di un ristorante – la variazione era maggiore e ancora oggi trovo impareggiabile la sua “mozzarella in carrozza”, piatto veloce consumato la sera dopo l’allenamento di hockey. I momenti maggiormente condivisi furono appunto in bottega o a tavola, dove trovavamo “casa” tra il mattino e il pomeriggio scolastico ad Ambrì se mia mamma lavorava e non poteva preparare pranzo.
Le emozioni – che vanno oltre a gusti, colori e profumi – sono quelle di cui solo le nonne che vogliono bene ai loro nipoti sono capaci di regalarci. Uno sguardo basta a farti capire l’amore che provano per te, e con gli stessi occhi dare uno sguardo che – senza aggiungere parole – ti richiama ad un comportamento più appropriato, e pure questo è amore. Posso dire che l’imprinting avuto da loro è stato molto forte. Da un lato con nonna Selma la dedizione per il lavoro e la famiglia, con il sacrificio e talvolta il dolore silente (perse un figlio di soli 4 anni travolto da uno zurighese davanti casa quando la cantonale fungeva da dorsale internazionale), come pure di rinunce per quei viaggi che tanto amava e seguiva in televisione, che solo con l’amica Sandra e mia mamma si concesse dopo i furiosi anni Ottanta. Dall’altro lato con nonna Silvana l’impegno per sociale per la famiglia e le associazioni, come i Samaritani, la Ginnastica o agli spacci della Valascia in cui fu operativa per anni, ma anche la condivisione di momenti di felicità e la necessità di assecondare una famiglia molto sportiva, dovendo anche lei fare molte rinunce.
Nonna Selma ha lasciato solo nonno Dante dopo una breve malattia degenerativa ereditata da papà Victor, ed è morta il 19 settembre 2001. Nonna Silvana da alcune settimane è ospite di una casa anziani della città di Lugano, in quanto la sua salute non le permette più di essere autonoma e sicura a casa con nonno Angelo. Questi i miei brevi ricordi delle mie nonne, due donne importanti della mia vita.
Questo è l’Effetto Nonna!
58 storie, sorrisi e ricordi, e spunti di riflessione, un ritorno al passato, per alcuni non senza un po’ di nostalgia…
Esarito in poco tempo, il libro Effetto Nonna, in collaborazione con Unitas, ora rinasce in forma di audiolibro, con un pensiero rivolto anche a chi ha difficoltà con la vista, agli anziani, e tutti coloro che non trovano mai il tempo per leggere.
Dalla parola scritta alla voce che sa trasmettere emozioni profonde perché …..”rivivere con piacere il passato è viverlo due volte”.
L’iniziativa ha anche un risvolto solidale: il ricavato della vendita del libro andrà in parte a favore di Unitas, e in parte a sostegno di programmi educativi per l’infanzia.
L’audiolibro viene proposto con due supporti: Cd e chiavetta Usb inserita in una penna, così da rispondere alle esigenze diverse (costo fr 25 / 23 Euro)
La chiavetta Usb inserita da 8 Gb può essere utilizzata per caricare altri dati personali.
È possibile avere anche le due cose separatamente, (fr 15 / 14 Euro)
Disponibile in libreria, oppure su ordinazione al nostro segretariato con modulo di contatto. (+ spese di spedizione)