Centro registrazione e procedura di Chiasso: Il Dipartimento federale diretto da Sommaruga e l’Ufficio federale della migrazione restano passivi alle richieste del Ticino in materia di contromisure per gestire efficacemente i richiedenti l’asilo problematici e violenti. Il Comune di Chiasso, la sua popolazione e tutto il Cantone vogliono però avere risposte che non arrivano. È ora che il Ticino reagisca?
Settimana scorsa è stata costituita ufficialmente la Task Force Alloggi nell’ambito dell’asilo, tra Cantone Ticino e Confederazione. Scopo della TaskForce è di trovare strutture per accogliere i flussi straordinari di richiedenti l’asilo, ma di stranieri entrati illegalmente che poi chiedono asilo. L’obiettivo è di togliere dalle protezioni civili del Mendrisiotto i richiedenti l’asilo, così da migliorare la situazione nell’area urbana di Chiasso.
In attesa delle misure di Berna
A monte però vanno prese decisioni che oggi il Dipartimento federale di Giustizia e Polizia, diretto da Simonetta Sommaruga, pare non voglia affrontare con la dovuta celerità. Come Dipartimento Istituzioni, avevamo già segnalato a Sommaruga e ai vertici dell’Ufficio federale dell’immigrazione – in occasione del nostro primo incontro a fine maggio 2011 a Lugano – come sia imperativo creare basi legali per limitare la libertà di movimento a quei richiedenti l’asilo problematici e violenti. Lo abbiamo ribadito a giugno, poi ancora a settembre e questa settimana durante l’incontro tra il sottoscritto e la Consigliera federale Sommaruga. Ma finora niente.
Anzi, il peggio è che abbiamo segnali preoccupanti secondo i quali il DFGP e l’UFM vogliano ridurre il personale amministrativo al Centro di registrazione e procedura di Chiasso. Un segnale grave e in contraddizione con le affermazioni sinora fatte da Sommaruga e UFM: ridurre i tempi d’evasione e migliorare la gestione dei centri. Ma come si possono ridurre i tempi d’evasione riducendo le risorse preposte ad evadere le procedure di registrazione e verifica dei richiedenti?
Qualcosa balla dunque nel manico e questo non fa certo bene alla presenza del Centro nell’area urbana di Chiasso. Infatti, il DFGP e l’UFM non hanno preso nessuna misura normativa (basi legali per limitare i richiedenti violenti), nessuna misura di sicurezza (potenziamento delle pattuglie Securitas) e nessuna misura operativa (maggiore personale, anzi lo si riduce). Nel frattempo i casi di violenza, criminalità, abusi d’alcol, ecc. aumentano a Chiasso e la gente giustamente è satura. Abbiamo più volte segnalato come sia necessario ridurre la tensione a Chiasso, così da evitare controreazioni degli abitanti agli atti di violenza e criminalità commessi dai richiedenti l’asilo del CRP di Chiasso. Parole purtroppo e amaramente inascoltate.
Il Ticino deve agire
Che fare allora? Il Cantone potrebbe sostituirsi in questa mancanza di gestione dei casi problematici, creando una struttura securizzata, lontana da Chiasso, dove la libertà di movimento sia limitata e l’uscita libera impedita. Ma è giusto che il Ticino faccia quello che Berna non vuole affrontare o peggio vedere? È legittimo in quanto la gente ce lo richiede e la volontà del dipartimento è data, ma sicuramente la stessa Berna che oggi non reagisce prontamente, ci riprenderebbe immediatamente.
Come Dipartimento Istituzioni stiamo seriamente valutando la creazione di un’area securizzata e chiusa dove portare i richiedenti l’asilo violenti e problematici (per i quali la carcerazione preventiva non è ancora data), in cui questi personaggi che creano disordini e insofferenza nella popolazione ticinese vengano limitati nella loro libertà di muoversi; qui vale il principio del rispetto basilare delle regole, che se infrante vanno prese chiare misure a tutela della nostra comunità. In fondo dobbiamo evitare che pochi elementi mettano in cattiva luce chi ha davvero bisogno d’asilo… e questo Berna lo riconosce, ma non agisce. Noi vogliamo agire.
Norman Gobbi