Le polemiche per gli episodi violenti dello scorso 14 gennaio alla Valascia hanno occupato ampi spazi sui media. La recente operazione di polizia coordinata dal Ministero pubblico, con il fermo a domicilio degli indagati per necessità d’inchiesta, e le misure da me ipotizzate contro il tifo violento, hanno suscitato un forte malumore in particolare tra le tifoserie organizzate.
Non sono sorpreso, anche se il numero di persone che hanno espresso il loro disappunto è in verità alquanto ridotto. La maggioranza dei cittadini sembra invece aver capito e condiviso il lavoro del Ministero pubblico e le mie preoccupazioni, in qualità di Direttore del Dipartimento delle istituzioni, di fronte all’escalation della violenza. La mia proposta di adottare misure più incisive ha quale obiettivo di consentire al pubblico di partecipare agli eventi sportivi in modo gioioso e spensierato, senza timori per la propria sicurezza.
Con rammarico, ho preso atto che nonostante l’attività di prevenzione e le campagne di sensibilizzazione, esistano tuttora persone che si recano nelle piste di ghiaccio o negli stadi con l’unico obiettivo di provocare problemi d’ordine pubblico, sfidando le forze dell’ordine, mettendo in pericolo l’incolumità degli spettatori e minacciando lo svolgimento regolare dell’evento.
Le nuove misure e l’effetto dissuasivo
Questi fatti non sono più tollerabili e vanno implementate misure più severe che consentano di sanzionare gli autori che danneggiano l’immagine dei club e non da ultimo quella del nostro Cantone. Nel mio ruolo, non posso correre il rischio di lasciare senza protezione il territorio per porre rimedio ai problemi che si verificano durante gli incontri non considerati a rischio. I dispositivi imponenti sono infatti adottati soltanto per gli eventi giudicati ad alto rischio.
La Polizia cantonale deve comunque garantire la sicurezza ed è quindi necessario rivedere costantemente il modo di proporsi, scegliendo misure che hanno già dimostrato la loro efficacia in contesti analoghi per l’effetto dissuasivo e per l’identificazione dei colpevoli. Tra queste, sicuramente l’abbinamento di un documento a un biglietto d’entrata e il riconoscimento facciale possono rivelarsi particolarmente utili.
La riduzione delle spese di sicurezza per tutti
L’implementazione di queste soluzioni può certamente infastidire una minoranza, trovando però un vasto consenso tra la popolazione. La Polizia deve continuare con l’attività di prevenzione per isolare pochi esagitati che rovinano gli eventi. Oltre ai danni materiali, spesso sono coinvolte persone che non hanno nessun legame con il tifo violento. Questo rischio tiene distante dalle piste intere famiglie e i loro figli, che preferiscono seguire le partite alla televisione. Qualcosa va inoltre fatto anche per ridurre il rischio di ferimenti nei ranghi delle forze dell’ordine.
Il fenomeno della violenza costa alla collettività ogni stagione delle cifre consistenti: rilevo che gli interventi di polizia sono soltanto in parte a carico dei club sulla base del concordato sulle misure contro la violenza in occasione di manifestazioni sportive. Per il resto i costi, negli ultimi anni di poco inferiori ai tre milioni di franchi, sono totalmente a carico dei contribuenti.
La sicurezza privata è invece a carico dei club, così come le multe delle Federazioni inflitte per comportamenti inaccettabili, che non hanno nulla a che vedere con la passione per la propria squadra.
I soldi che i club devono spendere per la sicurezza, indicativamente attorno al mezzo milione di franchi all’anno, mancano nelle loro casse in particolare per il rafforzamento della squadra e per lo sviluppo del settore giovanile.
Mi preme ribadire a gran voce che il mio unico obiettivo è quello di garantire la sicurezza. Tutti devono avere la possibilità di partecipare agli eventi di aggregazione sportiva senza sentirsi minacciati. Per questo, mi impegnerò per trovare un accordo con le parti per adottare nuove misure già a partire dalla prossima stagione. L’augurio è quello di poter vivere in futuro delle manifestazioni in cui il tifo organizzato sia valorizzato per il suo modo di proporsi positivo, caratterizzato da coreografie e cori a sostegno della propria squadra.