Comunicato stampa
Questo pomeriggio si è svolta in videoconferenza una riunione della Conferenza cantonale consultiva sulla sicurezza, che ha visto la consueta partecipazione, oltre che del Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, anche del Comandante della Polizia cantonale e dei Capi dicastero dei Comuni polo. I temi discussi durante la riunione hanno toccato la gestione operativa nelle prossime settimane con accento su: i giovani, gli assembramenti e le mascherine.
Il Dipartimento delle istituzioni e per esso la Polizia cantonale in collaborazione con le comunali, davanti a fatti avvenuti negli ultimi mesi che hanno interessato non solo gli spazi alla Foce di Lugano, ma pure il lungolago a Muralto e altre località in cui sono avvenute risse con il coinvolgimento di bande di giovani e giovanissimi (sempre però in numero esiguo rispetto alla maggioranza dei giovani che condanna simili atteggiamenti), intende farsi promotore di un’iniziativa che affronti la situazione da angolazioni diverse e con una visione più ampia. Questo anche per trasformare il possibile contrasto tra le parti (giovani versus Polizia) in un dialogo costruttivo. Non bisogna infatti dimenticare che tra i principali compiti che la legge affida alle autorità di polizia vi è quello della prevenzione. Per questo motivo durante l’incontro è stata presentata una strategia su più livelli che sappia rispondere alle situazioni più immeditate, ma che abbia pure una visione a medio termine per approntare una politica di interazione solida e allargata, coinvolgendo i diversi attori presenti sul territorio.
Per quanto riguarda le necessità immediate la strategia comporta un coordinamento delle forze in servizio, con la possibilità di mobilitare in breve tempo risorse che possano sostenere il servizio ordinario di base. Il tutto è finalizzato a un intervento preventivo e non repressivo, sulla scorta di esperienze positive già messe in atto proprio a Lugano nella zona della Pensilina o a Muralto sul lungolago. Anche altre figure professionali potranno essere coinvolte per facilitare il dialogo con i giovani.
Più in generale e al di là di eventuali interventi immediati, gli obiettivi che si intendono raggiungere sono tre: uniformare i principi di intervento per necessità immediate tra le varie forze di Polizia ed enti di primo intervento; incanalare, attraverso operazioni mirate e coordinate regionalmente, le energie di dissenso dei giovani verso forme non violente e applicare il principio della “community policing” con una serie di misure non solo di polizia, affinché il giovane diventi un partner della sua stessa sicurezza e presenza sulla scena cantonale.