I due ministri sono stati gli unici contrari al pagamento.
Unanimità invece sulla collaborazione con Piemonte e Lombardia
Nessuna sorpresa: sui ristorni il Governo ticinese ha deciso a maggioranza per non bloccarli. La conferma, dopo le indiscrezioni circolate già nella giornata di ieri, è arrivata oggi dal direttore del DI Norman Gobbi. Lo ha fatto a margine dell’assemblea generale della Regio Insubrica, durante una giornata che, alla fine, si è confermata all’insegna della cooperazione transfrontaliera.
Se da un lato i due ministri leghisti sono stati gli unici a dirsi contrari al pagamento, dall’altro Gobbi e Zali hanno ritenuto importante proseguire il dialogo con le autorità di confine, magari sperando in una sensibilità maggiore del nuovo governo italiano.
Obiettivo per il quale, non va dimenticato, resta essenziale anche il ruolo della Confederazione:
“Si possono avere diversi punti di vista. Claudio Zali ha sottoscritto un volere di trattenere i ristorni per obbligare ad investire i soldi e rividere una politica passiva da parte degli enti nazionali italiani sulle infrastrutture” ha dichiarato ieri Gobbi ai microfoni di TeleTicino. “Come Consiglio di Stato, in maniera condivisa e senza fratture interne, abbiamo condiviso di operare con regione Piemonte e Lombardia un piano di azione per affrontare quelle opere e fare fronte comune nei confronti di Berna e Roma. Questo perchè se ci sono problemi per infrastrutture tra i due Stati le conseguenze le vediamo noi direttamente: dal Locarnese con le chiusure regolari dei collegamenti con il Piemonte, e le colonne infinite nel Sottoceneri che sono dovute ai frontalieri e alla mobilità individuale che non viene ottimizzata. L’obiettivo è di migliorare anche questi aspetti di vivibilità”.