Dalla Voce di Blenio | di Norman Gobbi, Consigliere di Stato, Direttore del Dipartimento delle istituzioni
Nella scorsa edizione della “Voce di Blenio” Tarcisio Cima, già capo dell’allora Ufficio delle regioni di montagna e quindi profondo conoscitore delle realtà delle nostre regioni, solleva la questione dei canoni d’acqua, e meglio del rischio di un netto ridimensionamento degli stessi, così come in discussione a livello federale. Cima riconosce, correttamente, “l’imbarazzo” della classe politica ticinese, combattuta tra il difendere un importante introito per il Cantone – e parzialmente per i Comuni – e la necessità di salvare la stabilità finanziaria delle Aziende idroelettriche e la loro capacità di mantenere e sviluppare gli impianti di produzione di energia. Queste ultime sono infatti un gioiello strategico non indifferente per il Ticino, oltre ad essere già oggi importanti attori economici e preziosi datori di lavoro nelle regioni di montagna.
Non è mia intenzione entrare in questo scritto nelle riflessioni sui canoni d’acqua, in quanto non di mia stretta competenza e ritenuto che, assieme ai colleghi del Consiglio di Stato, faremo tutto quanto in nostro potere per difendere gli interessi ticinesi.
Desidero invece ritornare sulla questione che più tocca i Comuni di montagna ticinesi. Secondo la Legge sulla perequazione finanziaria intercomunale (LPI), ai canoni d’acqua è legato l’importo che il Cantone devolve a titolo di Contributo ricorrente per gli oneri derivanti dalla localizzazione geografica (che noi chiamiamo contributo “LocGeo”), nella misura in cui quest’ultimo equivale ben al 30% dei canoni incassati dal Cantone.
Cima definisce “improvvida e poco lungimirante” la decisione, risalente al 2010, di abbandonare la “Iniziativa di Frasco” e legare il contributo LocGeo all’ammontare dei canoni d’acqua, sia perché ciò avrebbe “scippato” una ventina di milioni all’anno ai comuni di montagna, sia poiché ora questi corrono il rischio di vedersi ridurre pesantemente il suddetto contributo.
Certo, col senno di poi lo si può ammettere.
Come lo stesso Cima scrive, va però ricordato che l’attuale impostazione è frutto di un compromesso con i fautori della “Iniziativa per la ripartizione dei canoni d’acqua tra Cantone, Comuni e Patriziati”, conosciuta appunto come “Iniziativa di Frasco”. Questa chiedeva di ripartire i canoni d’acqua in ragione del 30% al Cantone, del 5% ai Patriziati e del restante 65% ai Comuni: a tutti i comuni indiscriminatamente, in funzione della loro superficie. Quale sarebbe stato l’esito della votazione popolare sull’iniziativa se questa non fosse stata ritirata non possiamo saperlo, ma è ovvio che i Comuni correvano il rischio di restare con un pugno di mosche in mano.
Di sicuro, grazie al controprogetto indiretto deciso dal Gran Consiglio (che ha portato al ritiro dell’iniziativa), i Comuni delle valli hanno visto più che triplicare il contributo LocGeo, passato dai circa 5 Mio di allora, agli attuali 16.4 Mio (da notare che questi stessi comuni, fosse stata accettata l’iniziativa, riceverebbero oggi circa 27 Mio).
Questa iniezione di risorse, unitamente (in alcuni casi) ai risanamenti erogati in occasione delle aggregazioni, ha permesso un generale e netto miglioramento della situazione finanziaria dei Comuni valligiani, che hanno potuto in diversi casi ridurre i moltiplicatori di imposta, fino a quel tempo storicamente ancorati al 100%, pur mantenendo una buona capacità di fornire servizi e realizzare investimenti. Certo, si può sempre fare meglio, ma la soluzione trovata – sebbene complessivamente più modesta rispetto all’iniziativa – ha avuto il pregio di indirizzare in modo più mirato nuove risorse ai Comuni delle valli.
Ora rimane il problema delle conseguenze della riduzione prospettata dei canoni d’acqua sui Comuni. Da parte mia sono perfettamente cosciente di ciò che significa, e farò il possibile – assieme ai miei colleghi in Consiglio di Stato – per trovare una soluzione che mantenga l’attuale livello di risorse nelle zone periferiche, così come auspicato anche da Tarcisio Cima. Sono convinto che la risposta concreta, nell’ottica di una revisione generale del sistema di perequazione intercomunale, sarà uno dei risultati della discussione in atto tra Cantone e Comuni nel progetto Ticino 2020 (www.ti.ch/ticino2020). Infatti, le valli e i nostri Comuni di montagna anche in futuro avranno bisogno delle importanti risorse che oggi la LocGeo mantiene sul territorio di produzione idroelettrica.
Articolo: http://www.vocediblenio.ch/archivio.php