Il Consiglio di Stato, prendendo atto delle risultanze del parere giuridico affidato al Prof. François Bohnet e al Prof. Pascal Mahon dell’Università di Neuchâtel incentrato sulla compatibilità della giustizia di pace ticinese alle norme costituzionali e convenzionali, ha fissato i prossimi passi relativi alla riorganizzazione di questo importante settore della giustizia ticinese.
Nel corso del 2018, il Governo ha affidato al Prof. François Bohnet e al Prof. Pascal Mahon dell’Università di Neuchâtel il compito di allestire un parere giuridico circa la compatibilità della giustizia di pace ticinese con l’art. 30 cpv. 1 della Costituzione federale e l’art. 6 § 1 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), aspetti delicati segnalati dal Consiglio della Magistratura nella procedura di consultazione inerente al Messaggio governativo di riorganizzazione del settore delle Giudicature di pace del gennaio scorso.
Dal parere giuridico emerge come l’attuale sistema delle Giudicature di pace del Canton Ticino sia nel complesso adeguato, a condizione che alcuni correttivi vengano introdotti per soddisfare pienamente le esigenze poste dalla Costituzione federale e dalla CEDU. Questi correttivi vertono da un lato sulla formalizzazione a livello legislativo sia del supporto giuridico a disposizione dei Giudici di pace che delle esigenze formative per i giudici non giuristi di formazione; dall’altro sul rafforzamento della formazione, sia di base che continua, ad essi destinata, rafforzamento già in corso e oggetto del Messaggio governativo di riorganizzazione posto in consultazione lo scorso anno.
In sostanza, il parere giuridico conferma che la figura del giudice laico – quindi non giurista di formazione – è conforme con l’ordinamento giuridico svizzero, in base alla giurisprudenza del Tribunale federale che ha sancito come non sussista un diritto costituzionale a un giudice con formazione giuridica. Una conformità che deve essere tuttavia corroborata da una modifica di legge che indichi come il Giudice di pace non giurista possa avvalersi del supporto giuridico di una figura esperta e indipendente con competenze giuridiche adatte, così da adempiere ai requisiti di indipendenza e imparzialità, assicurando un processo equo e ossequiando le garanzie procedurali (vedi diritto di essere sentito per esempio). La possibilità, per il Giudice di pace non giurista, di far quindi capo a una figura con competenze giuridiche definita a livello di legge deve essere inoltre accompagnata da un rafforzamento della formazione di base e continua ad esso destinata, alfine che il Giudice di pace possa valutare con cognizione di causa anche le soluzioni proposte dalla figura giuridica di supporto, nell’ottica dell’ossequio dei predetti principi costituzionali e convenzionali.
Il Consiglio di Stato prende dunque atto con rassicurazione dei contenuti del parere giuridico del Prof. François Bohnet e del Prof. Pascal Mahon dell’Università di Neuchâtel. In quest’ottica, il Governo, recependo le risultanze del parere giuridico, ha già dato incarico al Dipartimento delle istituzioni per l’introduzione dei correttivi necessari affinché la figura del Giudice di pace laico soddisfi pienamente le citate esigenze costituzionali e convenzionali. Le modifiche legislative da implementare saranno tematizzate con il Gruppo di lavoro concernente la riorganizzazione delle Giudicature di pace costituito contestualmente al progetto “Giustizia 2018”. È parimenti in corso di definizione un corso di base destinato ai Giudici di pace non giuristi, i cui contenuti e modalità verranno comunicati prossimamente.
Dal profilo pratico, anche in vista dell’imminente rinnovo delle cariche, le modifiche che si prospettano – formalizzazione nella legge del supporto giuridico e dell’esigenza formativa per i magistrati non giuristi, con rafforzamento di quest’ultima tramite corsi specifici obbligatori per non giuristi – non incideranno sull’organizzazione generale del settore della giustizia di pace, ma comporteranno un impegno a livello formativo per i magistrati popolari non giuristi in particolare. In questo contesto, il prossimo 26 marzo 2019 il Dipartimento delle istituzioni ha previsto un incontro a Bellinzona con gli attuali e futuri Giudici di pace, in modo da illustrare loro nel dettaglio i cambiamenti in atto nel settore che toccano questa importante figura della giustizia ticinese. Una figura centrale nella storia del nostro Cantone, contraddistinta da un forte legame con il territorio. Una carica che si vuole moderna e al passo con i tempi, rispondente ai bisogni e all’evoluzione della nostra società, in ossequio ai disposti costituzionali e convenzionali.