Dell’apprezzato discorso del presidente del Tribunale d’Appello Mauro Mini durante la cerimonia d’insediamento del Governo per la legislatura 2019-2023 mi ha colpito in modo particolare una parola, un concetto, ripreso più volte: semplificazione. Mini ha voluto individuare una linea direttrice – la semplicità -, chiedendo a noi cinque “governanti” di applicarla nel lavoro che siamo chiamati a svolgere a favore dei cittadini assieme all’amministrazione cantonale.
Faccio pienamente mio questo auspicio, perché sono convinto che mai come oggi (ma il discorso valeva ieri e varrà domani) i Ticinesi si aspettano di ricevere dai servizi dello Stato una mano sicura, ferma, che non tradisce e che garantisce quel che promette. Una mano che in primo luogo dia a tutti la possibilità di avere gli strumenti migliori per lavorare, per crearsi una famiglia, per beneficiare del nostro territorio, rispettandolo. Quelle “condizioni quadro” che sostengono la responsabilità individuale del “fare”. È un obiettivo prioritario e che può essere raggiunto se in primis l’amministrazione cantonale saprà andare “verso” i cittadini e non “contro” i cittadini. Dovrebbe essere una cosa normale e vi garantisco che l’amministrazione agisce con questa finalità. Ma nello stesso tempo sono cosciente che non sempre quanto viene fatto o richiesto è percepito positivamente dai Ticinesi. Non per nulla Mini ha voluto fare questo richiamo. La parola “semplificazione”, che deve venir declinata con la parola “efficacia”, aiuta subito a togliere molti paletti. In questo senso il collegio governativo dovrà operare a partire dalla definizione delle Linee direttive che caratterizzeranno il lavoro del Consiglio di Stato durante tutta la legislatura.
Il quadriennio che si è appena inaugurato vedrà in Parlamento la presenza di un maggior numero di deputati rappresentanti di formazioni politiche d’opposizione. È senz’altro un bene che il Legislativo svolga anche il suo ruolo di pungolo nei confronti dell’azione del Consiglio di Stato, oltre a quello di avanzare proposte e di controllare che la macchina statale funzioni correttamente. Sarà “semplice” che ciò avvenga? No, se da una parte (Legislativo) e dall’altra (Esecutivo) interpreteranno i propri differenti ruoli in un’ottica fine a se stessa, magari con uno spirito da campagna elettorale permanente, e non invece per affrontare gli aspetti e i problemi che davvero coinvolgono le cittadine e i cittadini del nostro Cantone. Che sono poi legati, per esempio, alla creazione e alla difesa di posti di lavoro per i residenti, al contenimento delle spese per la cassa malati, a creare comunità locali (i Comuni) in grado di assicurare nella prossimità i servizi ai propri cittadini al miglior costo, o a mettere a disposizione un sistema scolastico di qualità per far crescere i nostri figli, dando loro le migliori opportunità, senza dimenticare la politica fiscale che tocca direttamente le nostre tasche.
Si apre per Governo e Parlamento una stagione nuova, rispetto a quanto abbiamo dovuto affrontare a inizio legislatura nel 2011 e nel 2015: si partirà con una situazione finanziaria decisamente migliore. Anche in questo caso mi auguro che possa davvero essere più “semplice” fare politica. Ma lo sarà solo nella misura in cui sia in Consiglio di Stato, sia nei partiti e quindi in Parlamento, si riescano a definire priorità condivise da una larga maggioranza, e soprattutto con idee chiare e progetti forti. Non dovessimo riuscire ad approfittare di questa buona congiuntura avremmo davvero buttato alle ortiche una grande occasione. Di tutto questo sono pienamente cosciente ed è per questo che porterò – semplicemente – il mio impegno per cogliere ogni opportunità.
Norman Gobbi,
Consigliere di Stato