Ci eravamo visti non molto tempo fa, qui in Piazza Governo, durante una pausa per il caffè. E con lui abbiamo parlato ancora di alcuni avvenimenti politici, passando da un tema all’altro, perché per lui la politica, ma quella con la P maiuscola, era una passione, era vita. Non per nulla è stato il “padre” della nuova Costituzione cantonale, votata nel 1997. Siamo stati colleghi in Gran Consiglio per due legislature. Non sempre allineati sulle stesse posizioni, ma sempre nel solco del rispetto personale e del dialogo. Dirigendo poi quello che era stato anche il “suo” Dipartimento, ho visto durante il mio lavoro anche i segni che aveva lasciato, in particolare continuando il cantiere delle aggregazioni.
Una persona arguta, ironica, anche autoironica, in una parola: intelligente. Negli anni aveva poi messo molte energie nel sostegno dei più indifesi, in particolare dei bambini. Lo vedevo dietro le sue bancarelle per raccogliere fondi o firme a sostegno di Marche blanche per esempio. E negli ultimi due anni, dopo la sua uscita dal Parlamento, lo incrociavo per le vie del centro di Bellinzona, spesso con la mascherina e lo zaino in spalla.
È stato un Consigliere di Stato brillante, il primo a utilizzare un tipo di comunicazione più moderno, con meno “politichese” e più messaggi e slogan incisivi. Un antesignano del linguaggio degli attuali social… Il “monello” della politica ticinese ci mancherà.