La recente votazione federale del 9 giugno scorso sulla Modifica urgente della Legge sull’asilo, plebiscitata da quasi quattro svizzeri su cinque (78,5% di voti favorevoli) e da tutti i Cantoni (diciassette dei quali l’hanno approvata con un tasso superiore all’80%), non ha di certo creato stupore tra gli addetti ai lavori: l’unico quesito era relativo all’ampiezza dell’accettazione. Il Popolo svizzero infatti – sin dall’entrata in vigore nel 1981 della Legge federale sull’asilo (LAsi) – si è sempre espresso favorevolmente alle numerose revisioni parziali o totali di questa Legge. Revisioni, che è bene ricordarlo, sono dettate dalla continua evoluzione del fenomeno migratorio.
Dal risultato scaturito dalle urne, emerge con tutta evidenza come il Popolo svizzero desideri tutelarsi maggiormente nei confronti di coloro che richiedono l’asilo e si macchiano di reati sul nostro territorio, di coloro che lo richiedono unicamente per motivi economici o nei confronti di coloro che, nonostante la propria domanda d’asilo sia stata respinta, continuano a risiedere illegalmente nel nostro Paese. Ciò non significa ovviamente precludere la doverosa assistenza a coloro che effettivamente la necessitano, ma vuol significare “tolleranza zero” verso coloro che commettono reati o soggiornano illegalmente nel nostro Paese abusando della nostra ospitalità e della nostra tradizione umanitaria.
L’Ufficio federale di statistica (Ust) indica come nel 2012 siano stati commessi in Svizzera 750’371 reati, con un aumento dell’8,3% rispetto all’anno precedente. Sempre secondo l’Ust, nel 2012, il 47% delle infrazioni al Codice penale è stato commesso da cittadini svizzeri, il 28% da stranieri residenti, il 18% da altri stranieri e il 7% da asilanti. In Ticino la composizione degli autori di reato risente maggiormente della vicinanza con la frontiera: nel 42% dei casi gli autori sono svizzeri, seguiti dagli stranieri non residenti (27%), dagli stranieri residenti (26%) e dagli asilanti (5%). I richiedenti l’asilo, pur rappresentando unicamente lo 0,26% della popolazione residente permanente in Ticino, si macchiano del 5% dei reati complessivi nel nostro Cantone. È evidente che vanno trovate delle adeguate contromisure nei confronti di questa parte minoritaria, ma consistente di richiedenti l’asilo che compiono piccoli reati (furti, borseggi, vandalismi…) e che non sono carcerabili.
Urge quindi una soluzione “ad hoc” per questa tipologia di richiedenti, proprio come la recente Modifica urgente della Legge sull’asilo si propone di fare attraverso la creazione di appositi centri speciali – nei quali vigerà una limitazione del raggio di movimento – e l‘accelerazione delle procedure che permetterà, in caso di esito negativo, il rimpatrio verso i rispettivi Paesi di origine in tempi molto più rapidi. Il beneficio di un tale centro è infatti duplice: da un lato coloro che minacciano la sicurezza e l’ordine pubblico sarebbero meglio controllati, e dall’altro, verrebbero maggiormente tutelati i richiedenti l’asilo rispettosi della legge. Ricordo in tal senso come già lo scorso anno il Dipartimento delle istituzioni si sia fatto promotore di un centro per renitenti destinato unicamente agli asilanti presenti sul nostro territorio. Si tratta ora di comprendere quali basi legali vorrà dare l’Ufm per la gestione di questi centri, in particolare sul regime garantito al loro interno, per così rispondere ancora meglio alla crescente preoccupazione della nostra popolazione.
di Norman Gobbi