Nella seduta odierna il Consiglio di Stato ha approvato la proposta del Dipartimento delle istituzioni di mettere in consultazione il progetto di nuova legge sull’ordine pubblico presso i Municipi, il Ministero pubblico e il Magistrato dei minorenni.
L’esigenza di modificare la legge sull’ordine pubblico è stata segnalata dal Gran Consiglio quando ha accolto, il 15 ottobre 2013, l’iniziativa parlamentare presentata il 31 maggio 2010 nella forma generica dal deputato Mellini per trasferire la competenza di perseguire l’accattonaggio e il vagabondaggio dal Ministero pubblico al Comune. Inoltre, il Gruppo di lavoro sulle competenze in materia di contravvenzioni, istituito dal Consiglio di Stato nell’ambito del progetto “Giustizia 2018” per l’esame dell’organizzazione giudiziaria cantonale, ha proposto, nel rapporto del 24 giugno 2014, di attribuire ai Comuni anche il perseguimento di altre infrazioni.
Pertanto, il 22 luglio 2014, la Direzione del Dipartimento delle istituzioni ha costituito un Gruppo di lavoro – coordinato da Guido Santini, Segretario generale del Dipartimento delle istituzioni, e composto da Antonio Perugini, Sostituto Procuratore generale; Guido Corti, Consulente giuridico del Consiglio di Stato e Francesco Catenazzi, Capostaff della Divisione della giustizia – con il compito di preparare entro la fine del mese di settembre 2014 un progetto di messaggio comprensivo del disegno di legge.
Il nuovo testo legislativo ripartisce il perseguimento dei comportamenti illeciti in modo chiaro, suddividendolo tra i Municipi, il Ministero pubblico rispettivamente la Magistratura dei minorenni.
Oltre a ciò, tenuto pure conto che le formulazioni linguistiche non sono più adeguate ai tempi, il nuovo testo riprende i termini e le espressioni del diritto penale e riformula le contravvenzioni in modo da consentire un miglioramento del perseguimento dei comportamenti illeciti.
Il catalogo delle contravvenzioni è inoltre stato completato con l’introduzione di alcuni nuovi divieti.
A questo proposito la novità principale consiste nel recepimento dell’art. 9a della Costituzione cantonale, approvato nella votazione cantonale avvenuta il 22 settembre 2013, secondo cui “nessuno può dissimulare o nascondere il proprio viso nelle vie pubbliche e nei luoghi aperti al pubblico (ad eccezione dei luoghi di culto) o destinati ad offrire un servizio pubblico”, considerato che spetta alla legge stabilire le eccezioni e le sanzioni.