Intervista a Norman Gobbi, presidente della Piattaforma elvetica
Nelle ultime settimane è stato presentato il bilancio 2018 sull’attività della Polizia cantonale. In generale in Ticino la lotta contro la criminalità ha dato buoni risultati, così come le campagne che mirano a ridurre gli incidenti della circolazione, tanto che i Ticinesi avvertono un maggior senso di sicurezza, sostenuto – appunto – da dati oggettivi.
È un lavoro che ha contraddistinto il Consigliere di Stato della Lega Norman Gobbi in questi 8 anni alla testa del Dipartimento delle istituzioni. Pochi però sanno che tale impegno viene svolto da Gobbi anche a livello nazionale. “In quanto membro e quest’anno presidente della piattaforma politica della Rete integrata Svizzera per la sicurezza (RSS) porto le riflessioni e i problemi che toccano da vicino i Cantoni, coordinando l’attività degli organismi dedicati alla sicurezza a livello nazionale per giungere a mettere in campo gli interventi più opportuni”.
Su quali aspetti si focalizza oggi l’attività della Piattaforma? “Gli ambiti d’intervento sono numerosi. Per una Nazione che si regge sul federalismo, avere una Piattaforma che coordini i progetti e gli interventi, facendo dialogare al meglio tra loro il contesto federale con quello rappresentato dai 26 Cantoni, è essenziale e in questo contesto si inserisce il ruolo politico della Rete nazionale Svizzera per la sicurezza. Per quanto riguarda invece l’operatività posso citare almeno quattro ambiti: quello della lotta contro la radicalizzazione, per la quale abbiamo messo in atto un piano nazionale in cui tutti i Cantoni sono coinvolti; il contrasto alla cyber criminalità, che è diventato un dossier sempre aperto sul nostro tavolo di lavoro e, terzo, l’organizzazione della seconda esercitazione della Rete integrata Svizzera per la sicurezza (ERSS). Il quarto aspetto riguarda invece la verifica degli strumenti di supporto in caso di crisi, come una rete di comunicazione funzionante e performante, oppure la disponibilità di sufficienti risorse sul personale di sicurezza, sia esso pubblico o privato”.
Può anticipare qualcosa sull’esercitazione della RSS? Quando si terrà? “I più attenti – ci dice Norman Gobbi – si ricorderanno della prima grande esercitazione nazionale, che si è tenuta nel 2014. La prossima ci sarà nel corso del mese di novembre di quest’anno. L’ERSS 2019 sarà incentrata sul terrorismo, ossia su uno scenario che riguarda principalmente la sicurezza interna. Si tratta di verificare l’interazione tra polizia ed esercito nella gestione di situazioni di minaccia. L’esercito svolge infatti un ruolo cruciale a supporto dei partner della protezione della popolazione (polizia, pompieri, sanità pubblica, servizi tecnici, protezione civile) nell’ambito degli impieghi sussidiari di sicurezza, ad esempio per la protezione di infrastrutture critiche. Ancora una volta anche il Ticino sarà coinvolto da questa esercitazione. Verrà simulato un processo con terroristi al Tribunale penale federale di Bellinzona, con tutte le misure da mettere in atto in questi casi nel campo della sicurezza. Le esercitazioni di questo tipo forniscono un contributo essenziale alla condotta operativa nelle situazioni di crisi”.
Vi è poi tutto l’aspetto delle agenzie private di sicurezza. “Proprio su questo tema, tenuto conto delle varie reazione che suscita nell’opinione pubblica, a livello nazionale vi è un forte dibattito sulla necessità di legiferare. E sarà uno degli argomenti principali che discuteremo nell’ambito della 4° Conferenza della RSS che si terrà il 16 maggio a Losanna”.
“Come Ticinese sento di avere una responsabilità ancora più grande nel trovare soluzioni comuni, che possano aumentare la sicurezza delle svizzere e degli svizzeri”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.