Dal Corriere del Ticino l Norman Gobbi striglia Province e Regioni: «Se non pagate le quote sociali entro fine 2015 ci autosospendiamo» Tra contributi annuali mancanti e arretrati, durante l’assemblea generale sono emersi scoperti per 205.000 euro.
Pronti a sbattere la porta se i partner italiani non salderanno i debiti. Un ultimatum. È quello lanciato dal presidente del Governo Norman Gobbi alle Province della Regio Insubrica. «Se non saranno pagate le quote sociali entro fine anno, il Cantone si autosospenderà». L’aut aut è giunto in occasione dell’assemblea generale, durante la quale è stato annunciato che, tra quote e arretrati, mancano all’appello oltre 200.000 euro. In base ai nuovi statuti della Regio, in fase di concretizzazione, saranno le Regioni Lombardia e Piemonte a farsi carico degli scoperti annuali.
E ora il Ticino alza la voce. Il pagamento delle quote sociali 2015 in seno alla Regio Insubrica, tutt’ora non avvenuto da parte italiana, ha spinto il presidente del Governo Norman Gobbi a lanciare un ultimatum ai membri del Comitato direttivo inadempienti, ossia le cinque province lombarde e piemontesi coinvolte o, in loro sostituzione, le Regioni. «Se non arrivano i soldi entro fine anno ci autosospendiamo» ha dichiarato senza mezzi termini, a nome del Consiglio di Stato, al termine dell’assemblea generale della Comunità di lavoro transfrontaliera. In dettaglio, mancano ancora all’appello 150.000 euro, di cui 90.000 a carico delle province di Como, Lecco e Varese, e 60.000 dovuti da quelle di Novara e di Verbano-Cusio-Ossola.
Non bastasse. All’ordine del giorno a Mezzana v’era altresì l’approvazione del Consuntivo 2014; procedura dalla quale sono emersi ulteriori arretrati per circa 55.000 euro: sono in effetti scoperti 30.000 euro di quota sociale per l’anno in oggetto della provincia di Verbano-Cusio-Ossola, debitrice con Novara per ulteriori 25.000 euro relativi a uno studio realizzato nel 2012. Cifre che hanno spinto Gobbi a interrogare i presenti: «Qualche domanda sulla lealtà di alcune province sorge spontanea» ha rilevato, per poi parlare di «preoccupazione in presenza del mancato ossequio di doveri statutari: un atteggiamento che fa male a questa comunità di lavoro».
Un nuovo statuto
A determinare la situazione d’impasse, v’è il riassetto istituzionale che in Italia ha fatto seguito all’entrata in vigore della Legge Delrio, con le Province private di molte risorse finanziare e costrette a riorganizzare le proprie competenze. A tal proposito il segretario della Regio Insubrica Giampiero Gianella ha fatto il punto sulla bozza di nuovo statuto organizzativo-istituzionale della comunità di lavoro. Questa, dopo le promesse e le richieste dei rispettivi governatori Roberto Maroni e Sergio Chiamparino, farebbe della Lombardia e del Piemonte dei membri di diritto con potere deliberativo. Con le quote annuali delle Province naturalmente prese a carico dalle Regioni, oggi aventi solo il ruolo d’osservatore. «La modifica statutaria con l’entrata delle due Regioni – ha spiegato Gianella – potrà riassumersi a livello di delibera di Giunta (il Governo regionale, ndr) e non a Roma: questo facilita di molto il processo di ratifica e dall’altro la garanzia che le quote siano agevolmente versabili».
«È l’abc delle associazioni»
Detto questo, dopo l’intervento sui conti 2014 Gobbi non le ha mandate a dire neppure sulla riorganizzazione statutaria e sui relativi tempi di realizzazione. E addirittura non è mancato uno scambio di pareri piuttosto acceso con il rappresentante di un Comune di confine, in merito a un progetto di Park&Ride promesso ma non ancora realizzato. «Tra due settimane apriremo questi posteggi: seppur con fatica, qualche risultato lo portiamo anche con i Comuni» ha interrotto e ricordato a Gobbi il diretto interessato. Pronta la replica del presidente del Governo: «Non stavo criticando, ma parlando di competenze che devono essere date a chi ha anche i soldi per pagare le quote. E qui non mi sembra che ci siano, se proprio vogliamo parlare dell’abc di un’associazione». Gobbi non si è poi risparmiato sulle discussioni in corso in seno alla Regio: «Così non si può andare avanti. Quest’incertezza non è di oggi o di ieri, ma è di avantieri: i primi decreti Delrio datano infatti del 2012. E, volenti o nolenti, in questi tre anni l’attività della Regio ne ha risentito. Ora l’intenzione del Consiglio di Stato è quella di fare un passo in avanti, e con il coinvolgimento delle Regioni lo si potrà fare in maniera più chiara e costruttiva dal momento che, per una questione di competenze e di risorse impiegabili sul territorio, il Cantone deve spesso confrontarsi con un assessore regionale e raramente con uno provinciale». In prospettiva il Governo mira quindi a un dialogo su due piani: «Con le Regioni vogliamo avere un tavolo di discussione strategico dove prendere degli accordi e sviluppare ambiti sensibili con un esito “win-win”. La loro implementazione sarà invece demandata ai tavoli tecnici e operativi composti dalle Province, dai Comuni e dal Cantone, più sensibili alle questioni di frontiera e quindi garanti di conoscenze e capacità operative indispensabili».
Le firme sulla nuova dichiarazione d’intesa, stando a quanto indicatoci da Gianella, dovrebbero in tal senso essere apposte nell’ambito di un’assemblea straordinaria auspicata per novembre. E questo alla luce del consenso di massima delle Province, dettesi concordi con la bozza di nuovo statuto che contemplerebbe la loro presenza nel Comitato direttivo. Come evidenziato dalla presidente della Regio Insubrica Rita Maria Livio, «è necessario che le Province mantengano la propria capacità operativa e delle importanti competenze a livello di gestione territoriale». Sul mancato versamento delle quote annuali, Livio – presidente della Provincia di Como – ha invece precisato che «tali difficoltà prescindono dalla nostra volontà». Per poi aggiungere: «Ad ogni modo non si può mettere a rischio la Regio per mere questioni finanziarie».
26.09.2015, MASSIMO SOLARI