Confronto costruttivo: è questa la definizione che meglio riassume il primo Simposio Cantone-Comuni che ha avuto luogo giovedì a Castione. È stata davvero una bella e proficua occasione per affinare la reciproca conoscenza, approfondire il variegato universo delle aggregazioni e per guardare con occhio costruttivo al futuro. Questo Simposio non è che il primo di una serie di incontri regolari che spero si riveli lunga e capace di soddisfare le reciproche esigenze, portando gli enti locali a una maturazione armoniosa e congiunta. In fondo, è quanto si attendono i ticinesi, che vogliono abitare in un contesto sempre più solido, forte e stabile, in cui tutti si assumano appieno le rispettive responsabilità. Lo ripeto: i segnali sono davvero incoraggianti e lo dico non solo come Direttore del DI, ma anche come Consigliere di Stato e cittadino di questo Cantone.
Un momento storico
Non esito a definire “storico” questo momento destinato a ridefinire i rapporti tra i due livelli istituzionali: PCA, Ticino 2020, revisione della LOC sono i veicoli che ci proietteranno in un futuro che si preannuncia positivo e che, appunto, ci dirà con chiarezza quale sarà il ruolo del Comune. Comuni più forti e dinamici conducono a un Cantone a sua volta più forte e dinamico: questo assunto, quando si parla dell’importante tema dell’aggregazione, non va mai dimenticato, e questo al di là dei molti cambiamenti che hanno interessato, interessano e interesseranno il nostro territorio e i cittadini che lo popolano e che stanno mutando il volto del nostro Cantone. Il Comune di uno o due decenni fa non è ovviamente più quello attuale: in molti casi, esso va oggi considerato alla stregua di un’azienda. Emergono con intensità sempre maggiore dinamiche fondate sulla qualità del prodotto e sulla soddisfazione dei bisogni degli utenti. In questo contesto, parlando di “utenti” mi riferisco ai Cittadini che, a prescindere da qualunque ragionamento, devono sempre restare al centro delle attenzioni e delle preoccupazioni di ogni Comune. Anche questo è un concetto ineludibile, che tutti noi – indipendentemente dal nostro ruolo – dobbiamo tenere in debita considerazione.
Per un Ticino ancora migliore
Proprio nell’ottica di costruire un Ticino sempre migliore, efficiente ed efficace, ci siamo dotati di alcuni strumenti che ci permettono di lavorare in modo costruttivo e con obiettivi chiari: Attraverso il Piano cantonale delle aggregazioni (PCA) stiamo compiendo dei decisi passi verso la concretizzazione di una visione che a medio-lungo termine potrebbe condurre a un Ticino composto da 27 Comuni. Si tratta di un percorso iniziato di fatto alla fine degli anni ’90 con il lancio della politica aggregativa cantonale, che ha sempre puntato al coinvolgimento dei Comuni stessi e pertanto dei cittadini, chiamati attraverso il voto a decidere del destino del proprio ente locale. Imposizioni dall’alto non ce ne devono essere e anche sui questo non deve esserci né dubbio né speculazione. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati occorre poter contare su un consenso “reale” ed evitare forzature che si dimostrerebbero controproducenti.
Comuni forti, vitali e progettuali
Poniamoci ora un apparentemente semplice quesito: quanto sono importanti i Comuni all’interno del “sistema Cantone”? La risposta non può che essere una e univoca: tanto, anzi tantissimo. Aggiungo subito che migliori e meglio gestiti saranno gli enti locali, migliore sarà il Cantone nel suo insieme. A 20 anni di distanza, l’obiettivo inserito nello studio “Il Cantone e i suoi Comuni, l’esigenza di cambiare”, che nel 1998 di fatto ha dato il via alla Riforma istituzionale dei Comuni ticinesi, resta quindi quanto mai d’attualità. Non lo dico io, ma lo dicono i fatti: la strada tracciata a suo tempo è quella corretta. L’obiettivo di fondo era e rimane quello di ridare al Ticino un panorama di Comuni forti e attivi, esaltandone vitalità e progettualità, nonché rafforzandone struttura e capacità amministrativa.
La reale autonomia dell’ente locale
Negli ultimi 20-25 anni la mappa dei Comuni è stata ridisegnata in ossequio alla visione cantonale della politica aggregativa e dei suoi obiettivi a medio-lungo termine che, appunto, ha quale perno centrale il PCA. Stiamo quindi assistendo a varie trasformazioni, che hanno mutato le realtà locali e che possono essere riassunte attraverso alcune cifre significative: all’inizio del millennio i Comuni erano 245, ora sono 115 e tra poco più di un anno il loro numero potrebbe scendere a 107; nel 2000 la popolazione media era di poco superiore ai 1’200 abitanti, mentre oggi se ne contano quasi 3’100; le risorse fiscali medie pro capite sono passate da 3’397 a 4’129 franchi. Ma la statistica che ritengo più eloquente si riferisce al moltiplicatore politico: in un breve lasso di tempo, il numero dei Comuni con un’aliquota pari al 100% è passato da 112 (16% della popolazione) a 15 (2%). Cosa significa? Significa che l’ente locale ha visto la sua forza finanziaria migliorare, cosa perfettamente aderente agli intendimenti del Cantone. Il Comune di domani sta quindi prendendo forma, grazie anche al citato Piano cantonale delle aggregazioni e alla riforma Ticino 2020 che intendono riorganizzare non solo la geografia locale, ma anche i compiti e i flussi dei vari livelli istituzionali. La strategia è chiaramente data: si tratta di rivedere i rapporti di competenza e i flussi finanziari fra Cantone e Comuni secondo i citati criteri di efficienza ed efficacia, e che mettano tutti d’accordo.
Basi solide per un solido progetto
Quanto ho avuto modo di ascoltare giovedì scorso, mi induce a pensare che l’obiettivo che il mio Dipartimento si è posto – ovvero giungere a stabilire rapporti ancora migliori tra Cantone e Comuni – è ormai molto più di una semplice ipotesi di lavoro. Le difficoltà, così come le discussioni, non sono mancate e non mancheranno, ma le basi costruite attraverso la convergenza di idee e propositi sono solide. Confrontarsi come abbiamo fatto finora e come faremo ancora nel prossimo futuro non potrà che facilitare il processo di maturazione in corso. Saluto, infine, con soddisfazione l’esito positivo del sondaggio che abbiamo proposto alla popolazione ticinese e che verteva proprio su tematiche legate all’aggregazione: il cittadino aggregato, tanto per fare un esempio, riconosce nel nuovo Comune una forza politica e un potere contrattuale maggiori, così come ne evidenzia un’accresciuta efficienza. La via è senza dubbio quella giusta.