Dal Corriere del Ticino del 25 agosto 2016 | Domenica sera la struttura di via alla Rossa aprirà i battenti agli stranieri in attesa di un rapido rinvio in Italia. Adattata in tempi record per far fronte allo stato di necessità – Sicurezza affidata alla polizia e a una ditta privata
Dopo gli ultimi lavori all’impianto elettrico e la pulizia generale degli spazi, il centro unico temporaneo per l’accoglienza dei migranti in procedura di riammissione semplificata aprirà le porte ai primi ospiti. Non vi sarà tempo per inaugurazioni o cerimonie ufficiali: la struttura di Rancate, nata in tempi record, serve infatti a rispondere a uno stato di necessità decretato dal Governo lo scorso 12 agosto. «Tutto è stato allestito in modo che il centro possa essere operativo a partire da domenica sera, 28 agosto, per sgravare le sedi di Protezione civile che attualmente ospitano i migranti e che si trovano nelle vicinanze delle scuole, prima dell’inizio delle lezioni che si terrà lunedì», ha spiegato il sostituto capo dello Stato maggiore cantonale dell’immigrazione Ryan Pedevilla durante la visita, tenutasi ieri e dedicata agli organi di stampa, al centro di via alla Rossa a Rancate. Vi troveranno una sistemazione, per una notte soltanto, i migranti in attesa di riammissione semplificata in Italia. Il centro potrà accogliere fino a 150 persone, permettendo di separare, qualora necessario, le diverse categorie, come le famiglie, i minorenni non accompagnati o gli adulti.
«In questa struttura non verrà effettuata nessuna nuova attività – ha detto Paolo Beltraminelli, presidente del Consiglio di Stato – tutti i compiti che vi si svolgeranno vengono attualmente già assolti dalla Protezione civile nelle sedi di Chiasso, Vacallo, Coldrerio e, all’occasione, Castel San Pietro. All’interno del centro queste mansioni verranno invece affidate allo Stato maggiore cantonale dell’immigrazione».
Lo stabile di Rancate, trasformato in pochi giorni da capannone industriale a centro per i migranti, si è reso necessario in particolare per rispondere ai cambiamenti di attitudine dei profughi ha aggiunto Beltraminelli: «Se dapprima per i migranti era prassi cercare di entrare in Svizzera per chiedere asilo, ora la volontà è quella di recarsi a nord».
E a far fronte per primo alla nuova situazione è stato proprio il Cantone: «Per fortuna fin da subito in Ticino è stato costituito lo Stato maggiore cantonale dell’immigrazione – ha detto il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi – questo ci ha permesso di rispondere in tempi brevi a una situazione che necessitava di reazioni rapide e di ridurre il più possibile l’impatto per la popolazione». Un obiettivo al quale si è giunti soprattutto grazie alla buona collaborazione tra Confederazione, Cantone, Comune di Mendrisio, autorità italiane e tutti gli enti coinvolti. E non sono pochi. A garantire la sicurezza all’esterno del centro, ha informato il comandante della Polizia cantonale e capo dello Stato maggiore cantonale dell’immigrazione Matteo Cocchi, saranno la Polizia cantonale e la Comunale di Mendrisio. All’interno della struttura invece saranno presenti gli addetti di una ditta privata di sorveglianza. Durante il giorno, in attesa dell’arrivo dei migranti che trascorreranno la notte a Rancate, l’allestimento della struttura sarà compito della Protezione civile, mentre la notte, come riportato, sarà garantita la presenza di personale dello Stato maggiore cantonale dell’immigrazione oltre a quella delle guardie di confine, incaricate anche di assistere al trasporto dei profughi dalla stazione di Chiasso al centro di Rancate.
Tra le collaborazioni attivate nell’ambito dell’accoglienza dei migranti, vi è poi quella con il Servizio autoambulanza del Mendrisiotto (SAM) che sul posto gestirà un’infermeria.
Procedure controllate dall’ONU
A Rancate, come spiegato dal comandante della Regione IV delle guardie di confine Mauro Antonini, troveranno posto in particolare i migranti la cui riammissione semplificata non potrà essere esaminata tra le 7 e le 24, orario di apertura degli uffici della polizia di frontiera italiana. In merito alle procedure messe in atto dalle guardie di confine, ha aggiunto Antonini, da settimana prossima sarà operativo pure un punto di comunicazione per rispondere agli attacchi ricevuti tramite i media. «Lavoriamo in stretto contatto anche con le Nazioni Unite che sono venute a verificare il nostro operato – ha concluso il comandante della Regione IV – dal controllo effettuato, l’ente ufficiale governativo non ha riscontrato nulla di inadeguato nelle procedure messe in atto dal personale delle guardie di confine».