Da LaRegione del 23 marzo 2016 di Andrea Manna
Gobbi: territorio più sicuro grazie anche a riforme che stanno dando i risultati sperati, ma manterremo alta l’attenzione
Meno illeciti in generale. Soprattutto meno furti e meno rapine, reati cosiddetti ansiogeni, poiché suscitano apprensione nella popolazione. Ticino isola felice? Non esageriamo. Il numero delle infrazioni alle varie leggi continua comunque a scendere. Una tendenza, in linea più o meno con quella a livello nazionale, che si registra in particolare dal 2013 e che trova conferma pure nei dati, illustrati ieri ai media, sull’attività svolta lo scorso anno dalla Polizia cantonale. «Anche nel 2015 si è registrata una forte riduzione di quasi tutti i reati», sottolinea il presidente del Consiglio di Stato e capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi . Gli illeciti constatati in Ticino sono stati complessivamente «21’539»: rispetto al 2014, precisa il comandante della Cantonale Matteo Cocchi , «c’è stato un calo del 9 per cento». Sono diminuiti quelli previsti dalla normativa sugli stranieri e dalla Legge stupefacenti, rispettivamente dell’8,5 e del 5,6 per cento. Così come sono diminuiti – dell’11,6 per cento – i reati contemplati dal Codice penale. Fra cui quelli contro il patrimonio: meno 14,7 per cento. E sempre con riferimento a questa tipologia di reati, vi è stata una marcata riduzione sia delle rapine sia dei furti con scasso. Questi ultimi sono scesi del 25 per cento. Un dato piuttosto importante visto che i furti «rappresentano ancora il grosso dei reati registrati», puntualizza Paolo Bernasconi , responsabile, in seno alla Polizia cantonale, del Nucleo statistica e controlling. La diminuzione ha interessato «tutto il territorio ticinese, ad eccezione del Mendrisiotto, dove però la percentuale dei furti con scasso è rimasta, per rapporto al 2014, sostanzialmente stabile». Non sempre poi i colpi vanno a segno. «Il trentacinque per cento dei furti con scasso denunciati l’anno passato concerneva tentativi di effrazione in abitazioni – segnala Bernasconi –. Questo dimostra che pure i cittadini possono fare molto sul piano della prevenzione». L’unica nota dolente del bilancio d’attività 2015 della Polcantonale riguarda i reati contro l’integrità della persona, «leggermente aumentati, anche se dal 2009 il trend è in flessione». Bisogna inoltre considerare la situazione nel suo insieme. E alla luce della tendenza al ribasso degli illeciti in generale, il Ticino «è oggi più sicuro di quattro, cinque anni fa», tiene a evidenziare Gobbi.
‘Lavoro di squadra’
Il che, rileva Cocchi, è da ricondurre anche «al lavoro di squadra dei vari operatori della sicurezza»: Polcantonale, polizie comunali, Polizia dei trasporti, Guardie di confine. Collaborare per meglio presidiare il territorio. Cosa che si traduce per esempio nel controllo dell’identità delle persone («55’620» quelle ‘verificate’ nel 2015 dalla Cantonale). E nel mantenimento dell’ordine pubblico in occasione fra l’altro di grossi eventi sportivi: l’anno scorso la polizia «ha effettuato 36 interventi: 13 per partite di calcio, 23 per incontri di hockey». Costo totale delle operazioni, circa 1,5 milioni di franchi. Se oggi il Ticino è più sicuro lo si deve pure, riprende Gobbi, «a decisioni strategiche prese dal Dipartimento istituzioni». Insomma, le riforme «stanno producendo i risultati sperati». E una di queste è la ‘regionalizzazione’, scattata la scorsa estate, della Gendarmeria. Una riorganizzazione voluta per rendere ancor più celeri gli interventi in caso di urgenza e per pattugliare maggiormente il territorio. Senza dimenticare la progettata Centrale cantonale di allarme, la Cecal. Proprio l’altro ieri, con la posa della prima pietra, è stato inaugurato a Bellinzona il cantiere. Una volta in funzione (nel 2018), la Cecal sarà, per dirla con le parole del direttore del Dipartimento, «il cuore e il cervello dell’apparato di sicurezza ticinese». Sotto lo stesso tetto opereranno «Polizia cantonale e Comando delle guardie di confine, insieme con il segretariato della Federazione dei corpi pompieri». La Centrale d’allarme consentirà fra l’altro un miglior coordinamento tra le forze dell’ordine nelle emergenze. Gobbi: «Il Ticino è più sicuro, ma manterremo sempre alta l’attenzione».