Ho letto l’opinione di Orlando De Maria, candidato al Gran Consiglio per il Fronte degli Indignati, in merito alle mie responsabilità riguardo al presunto malfunzionamento delle Autorità regionali di protezione (ARP), che hanno sostituito le vecchie Commissioni tutorie. Le sue accuse si riferiscono a una mia intervista rilasciata alla blogger italiana Giuditta Mosca. Quest’ultima mi ha posto una serie di domande in apparenza legittime ma che, in realtà, nascondevano interessi personali concernenti un suo conoscente, situazione che dovrebbe far sorgere qualche dubbio sulla deontologia e l’etica professionale della signora Mosca. Un’intervista tendenziosa, quindi, a cui, per dovere istituzionale ho comunque dato seguito; un’intervista poco professionale, come dimostrano i sette “n.d.r”, più lunghi delle risposte stesse, che la blogger ha inserito a complemento delle mie otto risposte.
Capisco che in campagna elettorale molte azioni siano lecite, ma mi stupisce che il signor De Maria, già mio vicino di casa ad Ambrì, si renda complice delle dubbie motivazioni della blogger italiana. Concretamente, il signor De Maria mi rinfaccia di aver negato di essere al corrente e di avere le prove delle scorrettezze che – a suo dire – vengono costantemente compiute dalle ARP. Anche se lo faccio volentieri a beneficio dei lettori, non dovrei essere io a dover spiegare a un possibile futuro Gran Consigliere che le ARP non sottostanno al mio Dipartimento, bensì sono emanazione dei Comuni. Il mio Dipartimento non si occupa nemmeno della vigilanza del loro lavoro, compito che spetta invece al Tribunale di appello. Giustamente, la separazione dei poteri mi preclude di trattare le segnalazioni relative a casi puntuali esaminati dalle ARP, segnalazioni – come quella alla quale si ispira la signora Mosca e di cui si fa paladino il signor De Maria – che ho sempre puntualmente trasmesso alla Camera di protezione del Tribunale di appello, unica autorità competente in materia. Tutto questo non significa né mentire, né dimostrare di non avere la situazione sotto controllo, né tanto meno non volersi assumere responsabilità. Infatti, nell’ambito delle competenze attribuite al mio Dipartimento, ho promosso una serie di modifiche legislative finalizzate al miglioramento del funzionamento delle ARP, che proprio questo mercoledì ho sostenuto davanti alla Commissione della legislazione.
Concludo esprimendo il mio rammarico nel vedere che, in particolare in periodo elettorale, questioni personali vengano anteposte ad un dialogo costruttivo, che è sempre ben accetto, a maggior ragione in un settore delicato come quello della protezione del minore e dell’adulto. Se dopo il voto di aprile il signor De Maria occuperà uno scranno in Gran Consiglio potrà portare il suo contributo costruttivo quando le nuove norme saranno discusse dal potere legislativo.
Norman Gobbi