L’Austria ha presentato il proprio piano di ‘gestione del confine’. Tensione con l’Italia per i controlli
Una rete lunga 370 metri e alta quattro contro i migranti. Anche l’esercito al confine ‘se servirà’. Giro di vite pure nella politica d’asilo.
Bolzano – Trecentosettanta metri di rete alta quattro al Brennero, per separare due pezzi d’Europa che anche lì si era riunita. Sullo slancio della vittoria dell’estrema destra nel primo turno delle Presidenziali, l’Austria ha ulteriormente alzato i toni e scoperto le proprie carte: se Roma non consentirà ai poliziotti austriaci di salire sui treni già in Italia per eseguire controlli contro l’ingresso di migranti, la frontiera sarà blindata.
Per dire del clima: nelle stesse ore, il parlamento austriaco ha approvato (quattro voti contrari) la legge che inasprisce il diritto d’asilo. In caso di “stato d’emergenza”, i confini potranno essere completamente chiusi a migranti e profughi.
«Non sarà un muro e non ci sarà filo spinato – ha detto il capo della polizia della regione del Tirolo Helmut Tomac –, ma sarà una recinzione per incanalare gli eventuali flussi di migranti». Per respingerli, per la precisione.
Vane, per ora le reazioni indispettite del governo italiano, che si attende un qualche appoggio dalle istituzioni europee. Piuttosto blando anch’esso: «Quello che sta avvenendo tra Austria e Italia deve essere spiegato e chiarito da Vienna», ha detto il commissario europeo per la migrazione, Dimitris Avramopoulos. «Capiamo che i Paesi hanno difficoltà e subiscono pressioni – ha aggiunto –, ma ciò che ci preoccupa è che si mette in discussione Schengen sulla libera circolazione dei cittadini».
Tomac ha presentato ieri proprio al Brennero il “Grenzmanagement”, la gestione di confine. Al valico, nello spazio di 300 metri passano autostrada, statale e ferrovia. «L’Austria non intende isolarsi, ma effettuerà serrati controlli e permetterà l’ingresso solo agli aventi diritto», ha ribadito Tomac. Sul versante austriaco non ci sarà nessun centro di accoglienza. I richiedenti asilo saranno immediatamente identificati, registrati e portati a Innsbruck, mentre l’Italia dovrà farsi carico dell’assistenza degli altri. Tomac ha ricordato che l’Austria ha stabilito per il 2016 un tetto di 37’500 richieste di asilo.
Sull’autostrada ci saranno quattro corsie – due per i Tir e due per le auto – per “controlli a vista” dei mezzi che dovranno transitare al massimo a 30 km/h. «Mezzi sospetti – ha spiegato il capo della polizia tirolese – saranno deviati in un’apposita zona di controllo, riducendo in questo modo il più possibile rallentamenti alla circolazione». Al valico saranno in servizio 250 poliziotti austriaci e “in caso di necessità” anche soldati.
Il nodo dei controlli austriaci in Italia non è stato sciolto, ed è stato rinviato all’incontro dei ministri degli Interni Alfano e Sobotka oggi a Roma.
LO SCENARIO
‘Il Gottardo non ha da temere’
Quali ripercussioni potrebbero manifestarsi sull’asse autostradale del Gottardo, nel caso di una ‘chiusura’ del Brennero? «Quanto sta facendo l’Austria è legato soprattutto, per non dire esclusivamente, ai flussi migratori: i camion vengono quindi controllati per scongiurare l’entrata di clandestini. Detto questo – aggiunge il consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi, capo del Dipartimento istituzioni –, non credo che per quel che concerne il traffico pesante vi saranno degli effetti sull’asse del Gottardo. Vuoi perché per i Tir passare dalla Svizzera è economicamente più caro per certi aspetti, vuoi perché da noi i controlli di polizia sono maggiori. Senza poi dimenticare la presenza a Erstfeld del centro di controllo del traffico pesante in transito». Raggiungiamo telefonicamente Gobbi nel Canton Uri. Ieri ad Altdorf, informa il Consiglio di Stato, i governi ticinese e urano hanno discusso di temi “legati in particolare alle reti di trasporto attraverso le Alpi”. «Se un effetto ci sarà, sarà a livello migratorio – riprende –. Riguardo ai nostri confini, le cifre di questa settimana indicano la solita crescita stagionale. Continuiamo a monitorare».