Prostituzione, la maggioranza commissionale dice no al rinvio del messaggio in governo; Ppd e Plr in minoranza. Agustoni: chiederemo al parlamento di respingere il dossier. Galusero: se del caso, proporrò il referendum.
Si va avanti. Nella seduta di ieri mattina la Commissione parlamentare della legislazione ha stabilito a maggioranza – nove a sette (un solo commissario assente) – di continuare con la disamina del progetto di legge governativo sull’esercizio della prostituzione in Ticino. E Norman Gobbi , alla testa del Dipartimento, quello delle istituzioni, da cui è uscito il testo che dovrebbe rimpiazzare la normativa in vigore dal 2002, può tirare un sospiro di sollievo. Dunque niente rinvio al Consiglio di Stato del messaggio varato nel gennaio dello scorso anno. Così hanno deciso Verdi, Lega, Ps e Udc. In minoranza Plr e Ppd, contrari al disegno di legge nel suo complesso. A questo punto saranno (almeno) due i rapporti che approderanno al plenum del Gran Consiglio. Nel frattempo la Legislazione, dice il suo presidente, il socialista Bruno Cereghetti , attende «il messaggio aggiuntivo» con il quale l’Esecutivo suggerirà di modificare e precisare alcuni articoli del progetto di normativa alla luce di correttivi ad aspetti importanti – come quello degli appartamenti dove si pratica la prostituzione e quello dei controlli sanitari delle lucciole – chiesti dalla Sottocommissione della Legislazione, che in questi mesi ha esaminato il testo licenziato nel 2013 dal Consiglio di Stato. «I rapporti – afferma Cereghetti – potrebbero venir allestiti e sottoposti al voto del parlamento prima dell’estate. Al più tardi a settembre, quando riprenderanno le sessioni del Gran Consiglio».
‘Perfezioniamo la legge attuale’
Plr e Ppd sono comunque pronti a dare battaglia. «Questa nuova legge ha un unico pregio: conferirebbe maggiori poteri alla polizia in materia di controlli. Per il resto non mi ha mai convinto», sostiene Giorgio Galusero . La normativa proposta dal governo, continua il deputato del Plr e membro della Legislazione, «favorirebbe soltanto i tenutari di bordelli e, vista la politica repressiva che altri Paesi stanno mettendo in atto sul fronte del sesso a pagamento, il Ticino rischierebbe di diventare il postribolo d’Europa». Aggiunge Galusero: «Se sarò io a elaborare il rapporto di minoranza, cosa che dovrei fare con un commissario del Ppd, solleciterò perlomeno degli emendamenti. Chiederò fra l’altro che le decisioni dei municipi di negare la licenza edilizia per l’apertura di bordelli siano immediatamente esecutive in caso di ricorso: dunque, nessun effetto sospensivo. Così come chiederò l’introduzione di una norma che vieti la pubblicazione degli annunci erotici, e questo a tutela dei minori, ai sensi dell’articolo 197 (l’articolo sulla pornografia) del Codice penale svizzero. Se questi e altri emendamenti non dovessero passare in Gran Consiglio, proporrò al mio partito di lanciare il referendum». Il Ppd? «Inviteremo il plenum a respingere il messaggio del Consiglio di Stato», preannuncia Maurizio Agustoni . «Secondo noi – prosegue il commissario popolare democratico della Legislazione – l’impostazione della normativa vigente, una legge di polizia, è buona. Chiaramente può essere migliorata, introducendo per esempio una norma che dia alla polizia la possibilità di eseguire controlli senza il mandato del Ministero pubblico. Riteniamo fra l’altro che la nuova normativa crei, se posta in vigore, un quadro giuridico che di fatto facilita l’insediamento in Ticino di postriboli».
di Andrea Manna, LaRegione Ticino, 03.04.2014