Il Ticino si prepara ad accogliere chi fugge dalla guerra. Il Cantone scrive ai municipi. Possibili scenari e pianificazione
Il Ticino si prepara ad accogliere i cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Con i primi importanti arrivi attesi nelle prossime due, tre settimane. La previsione è del Dipartimento istituzioni, e meglio della Smpp, la Sezione del militare e della protezione della popolazione. Che ieri, unitamente all’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati (Dipartimento sanità e socialità) e per il tramite della Sezione degli enti locali, ha scritto a tutti i municipi. È la prima comunicazione del Cantone ai Comuni sul possibile impatto umanitario del conflitto, con indicazioni sulla sua gestione che per ora non possono che essere di massima. «Dobbiamo cominciare a pianificare, non possiamo aspettare oltre», dice alla ‘Regione’ il colonnello Smg Ryan Pedevilla, capo della Smpp. “Il continente europeo – scrive il Dipartimento istituzioni agli esecutivi locali – si trova confrontato con un forte afflusso di persone in fuga dalla zona del conflitto. Se non si riuscisse a trovare un accordo a breve termine per porre fine agli scontri, milioni di profughi – in particolare anziani, donne e bambini – necessiteranno di un luogo in cui stare. In questo senso i Paesi europei si stanno muovendo in maniera concertata per organizzare e gestire la presa a carico e sembra si voglia proporre una chiave di riparto tra gli Stati per coordinare gli sforzi volti ad aiutare queste persone”. La Confederazione “ha attivato uno Stato maggiore di crisi in ambito di asilo che insieme alla Segreteria di Stato per la migrazione (Sem) dovrebbe fornire delle prime indicazioni nei prossimi giorni. Lo Stato Maggiore Cantonale di condotta può, invece, essere attivato dalle autorità cantonali appena ritenuto necessario”.
In attesa di conoscere le intenzioni delle autorità federali, prosegue la lettera, il Cantone “si sta muovendo per intavolare le prime riflessioni e inizializzare i preparativi per essere pronti ad accogliere i primi arrivi sul territorio cantonale che potrebbero avvenire nel giro di 2 o al massimo 3 settimane”. Sono “due” gli scenari che “potrebbero interessare la Confederazione e, rispettivamente, il Canton Ticino”. Il primo: “L’arrivo autonomo sul territorio cantonale di profughi ucraini che non dispongono di un permesso di dimora (procedura semplificata introdotta negli scorsi giorni dal Consiglio federale) per un periodo limitato (di norma massimo tre mesi) e che in una seconda fase potranno depositare una domanda d’asilo (situazione attuale)”. Il secondo: “La concessione da parte della Sem dello statuto di persone bisognose di protezione prive di un permesso di dimora a tutti i profughi ucraini, ponendoli al beneficio di un permesso S, rilasciato per 12 mesi e per al massimo 5 anni. Dopo l’arrivo in Svizzera queste persone saranno verosimilmente attribuite dalla Confederazione ai singoli Cantoni”. Ed è quest’ultimo lo scenario prospettato ieri dal Consiglio federale: la concessione del permesso S. Sulla proposta del governo si pronunceranno a breve i Cantoni. Se ne saprà di più la prossima settimana.
I profughi, indica ancora il Dipartimento istituzioni agli enti locali, dovrebbero giungere in Ticino “viaggiando su autobus o treni, facilitando la gestione dell’accoglienza”. E al momento “è realistico pianificare un dispositivo in grado di accogliere 2’400 persone diluite su un lasso di 1-2 settimane (quota del 5% a livello federale)”. Le organizzazioni di Protezione civile “stanno effettuando le prime analisi per garantire l’accoglienza e l’assistenza dei profughi identificando possibili strutture protette per gestire temporaneamente le persone bisognose di protezione in attesa di un’attribuzione definitiva”.
Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 5 marzo 2022 de La Regione