La donna, una detenuta in attesa di giudizio, ha avvertito forti contrazioni e non c’è stato il tempo di trasferirla in ospedale.
Il direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffranchini: «È avvenuto tutto molto velocemente, una grande emozione anche per gli agenti»
«Una cosa simile, qui dentro, non era mai successa». È ancora emozionato, il direttore delle strutture carcerarie ticinesi Stefano Laffranchini quando ripensa a quanto avvenuto una manciata di giorni fa. Come anticipato dalla RSI, nel carcere giudiziario della Farera, una prevenuta straniera ossia una detenuta in attesa di giudizio per furto – ha dato alla luce un bambino. «La donna – racconta il direttore – si trova in carcere da poco più di un mese. Il termine del parto sarebbe stato tra due settimane. Invece, improvvisamente, giovedì scorso ha avvertito le contrazioni, molto ravvicinate. Sono intervenuti immediatamente il servizio medico con gli infermieri, insieme agli agenti di custodia, e in un attimo il piccolo è nato». Tutto si è svolto in pochissimo tempo – prosegue Laffranchini – tanto che non è neppure stato possibile trasferire la futura mamma in ospedale, come si fa di solito, per farla partorire. Così, il suo piccolo è nato lì, in cella. «Una prima assoluta », evidenzia il direttore. «Normalmente, infatti, un paio di giorni prima del termine spostiamo la detenuta in ospedale. Invece, questa volta, il piccolo ha avuto fretta di venire al mondo».
Tutto in pochi attimi
Dopo qualche giorno passato in ospedale per tutte le visite, ieri la donna è tornata alla Farera. «Insieme al servizio medico e ai servizi esterni abbiamo predisposto tutto il necessario per poterla accogliere insieme al bebè, in modo che non le manchi nulla. Nel carcere giudiziario c’è una cella più grande, che in passato abbiamo già utilizzato per le mamme incarcerate con il proprio bambino, in modo che possano avere più spazio a disposizione ». L’evento, racconta il direttore, è stato accolto da tutti con una grande commozione: «È il miracolo della vita che si ripropone, nonostante il contesto di costrizione del carcere. Per gli agenti di custodia, poi, chiamati ad aiutare con il parto, è stata un’esperienza straordinaria».
Starà in cella con la mamma
La legge, nel caso in cui venga incarcerata una donna con un figlio, prevede che il bambino possa stare in cella con la madre fino all’età di tre anni. «La decisione di far rimanere il bambino dietro le sbarre, però, non è automatica: spetta all’autorità regionale di protezione decidere cosa sia meglio per il bambino». Nelle strutture ticinesi, comunque, si tratta di un evento piuttosto raro. «Negli ultimi sette anni, solo in tre occasioni è stata incarcerata una donna con figli». In questi casi, si cerca di far passare al bambino la maggior parte della giornata fuori dalla struttura carceraria. «In un caso – ricorda Laffranchini – il bambino passava la giornata all’esterno, insieme ai nonni, rientrando in carcere la sera. Nell’altro caso, invece, insieme ai servizi sociali avevamo predisposto tutta una serie di attività per garantire al piccolo di passare gran parte della giornata all’esterno della struttura».
A settembre il messaggio
Con l’apertura di una nuova sezione femminile è prevista anche una cella appositamente pensata per mamma e figlio. Due mesi fa, evidenzia il direttore, le donne incarcerate in Ticino erano 27. «Ora, invece, questo numero è leggermente più basso: sono 19 le donne detenute. Tuttavia, la creazione di una nuova sezione rimane fondamentale e l’obiettivo rimane di poterla aprire entro la fine del 2023». Attualmente, infatti, il Consiglio di Stato sta allestendo il messaggio, che dovrebbe arrivare tra settembre e ottobre. Poi la palla passerà al Gran Consiglio. «Il Parlamento si è sempre mostrato molto sensibile sul tema, quindi confido che il messaggio possa essere trattato con una certa velocità». Nel frattempo, è stato aperto il concorso per reclutare nuovi agenti di custodia (tutti i dettagli si trovano sul sito del Cantone, all’indirizzo www.ti.ch/concorsi). «Per la sola sezione femminile ne serviranno nove, possibilmente donne». Il termine per le iscrizioni è il 31 agosto, mentre il 20 luglio (alle 20 al Centro di istruzione della Protezione Civile a Rivera) si terrà una serata di presentazione. L’evento potrà essere seguito anche in streaming su www.ti.ch/multimedia e su YouTube.
Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 5 luglio 2022 del Corriere del Ticino
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È nato un bambino in carcere alla Farera
È una prima assoluta per le strutture carcerarie ticinesi – La madre è una prevenuta accusata di furto
Lieto evento al carcere giudiziario la Farera: una giovane in attesa di giudizio in prigione con l’accusa di furto ha partorito in cella un maschietto, giovedì scorso. Si tratta di una prima assoluta per le strutture carcerarie ticinesi, conferma alla RSI il direttore Stefano Laffranchini.
La madre, una cittadina straniera, è stata incarcerata poche settimane fa ed era dunque già incinta (in Svizzera lo stato di gravidanza non è ritenuto incompatibile con la prigione). Il bambino è però nato prematuro di un paio di settimane, cogliendo tutti un po’ alla sprovvista.
Oggi, mamma e bambino tornano alla Farera e avranno a disposizione una cella più grande. Nella nuova sezione femminile in allestimento alla Stampa, ricorda il direttore delle strutture carcerarie cantonali, verrà allestita una speciale cella mamma-bambino. La donna, spiega Laffranchini, è stata assistita da personale carcerario e sanitario e attualmente viene seguita dal servizio medico interno e da servizi esterni.