Comunicato stampa
Il Consiglio di Stato nella sua ultima seduta ha approvato il messaggio con il quale chiede al Gran Consiglio un credito di 43 milioni e 420 mila franchi per la ristrutturazione e l’ampliamento del Pretorio di Bellinzona. L’edificio, che sorge a fianco del Tribunale penale federale (TPF), potrà così soddisfare le nuove esigenze del TPF e ospitare la Pretura civile del distretto di Bellinzona, la Gendarmeria e la Polizia giudiziaria.
Prosegue e si rafforza la collaborazione istituzionale tra l’autorità federale e l’autorità ticinese nell’ambito della presenza del Tribunale penale federale a Bellinzona.
La sfida lanciata nell’ormai lontano 2002 dal Canton Ticino – assieme ai Grigioni, alla deputazione ticinese alle Camere e al Comune di Bellinzona a nome di tutta la Svizzera italiana – di poter ospitare la sede del TPF oggi si completa con il progetto attraverso il quale la sede dell’ex Pretorio di Bellinzona accoglierà nuovi spazi del TPF a seguito dell’istituzione della Corte d’Appello indipendente, voluta dalle Camere federali nel marzo del 2017 per consolidare la tutela giurisdizionale nella procedura penale federale.
La pianificazione logistica per la Giustizia in Ticino
Prima di conoscere le nuove esigenze del TPF, la pianificazione della Giustizia in Ticino prevedeva di portare al Pretorio di Bellinzona le sedi della Pretura penale, del Tribunale penale cantonale oltre che della Pretura civile del distretto bellinzonese.
Le necessità del TPF hanno obbligato il Consiglio di Stato a un cambiamento di strategia, centralizzando così a Lugano le sedi del Tribunale d’appello cantonale, del Ministero pubblico unificato, della Corte di appello e di revisione penale, della Pretura penale e del Tribunale penale cantonale, attraverso il prospettato acquisto dell’ex Banca del Gottardo e la ristrutturazione completa dell’attuale Palazzo di Giustizia di via Bossi (il relativo messaggio governativo del 27 novembre 2019 è all’esame della commissione Gestione e finanze del Gran Consiglio).
Il progetto
La ristrutturazione e l’ampliamento del Pretorio di Bellinzona comporteranno un investimento da parte del Cantone di 43 milioni e 420 mila franchi (più 3 milioni di franchi assicurati dalla Confederazione per esigenze particolari specifiche). Il progetto – per il quale il Gran Consiglio ha già stanziato il credito di progettazione per un importo di 3 milioni e 830 mila franchi – si inserisce in un concetto urbano che fa di Viale Stefano Franscini un elemento essenziale nella trasformazione della città medievale in capitale permanente della Repubblica e Cantone Ticino.
Gli stabili del TPF e del Pretorio rivestono un’importanza strategica per l’assetto del viale, che si relaziona in modo diretto e ben percepibile con il quartiere governativo, con il Castelgrande e con il nucleo. Gli edifici del Pretorio e del TPF (sede in origine della prima scuola cantonale di commercio) sono strettamente legati alla storia e alla memoria collettiva della città e sono considerati beni culturali d’importanza comunale. Per questo i volumi principali, i corpi di testa a carattere rappresentativo che si affacciano su Viale Stefano Franscini saranno integralmente conservati, ciò che ben s’inserisce nella strategia, legata ai beni storici, del Cantone e della Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE). La superficie totale che sarà ricavata è di 3’648 metri quadrati, così suddivisi: 1’456 saranno riservati al Tribunale penale federale; 1’511 verranno utilizzati dalla Polizia cantonale (sede della Gendarmeria, della polizia giudiziaria e per altri servizi, tra cui le celle di fermo). Infine 611 metri quadrati saranno destinati alla Pretura civile di Bellinzona.
Secondo il programma previsto nel messaggio la consegna dell’edificio dovrebbe avvenire nel novembre del 2025.
L’importanza dell’intervento dello Stato in materia edilizia
La ristrutturazione e l’ampliamento del Pretorio prevedono investimenti importanti che, in un periodo come quello attuale, rappresentano un sostegno al settore dell’edilizia cantonale, confrontato con le ripercussioni negative originate dalla pandemia da Coronavirus. Gli investimenti previsti contribuiranno infatti ad aumentare gli investimenti pubblici in modo anticiclico, anche in previsione di un possibile rallentamento nel campo dell’edilizia privata e dei settori ad essa collegati.
Un passo in questa direzione è inoltre stato compiuto anche a fine gennaio, quando il Gran Consiglio ha approvato un credito di 100 milioni di franchi, per il periodo 2020-2027, destinato a interventi volti a risanare il patrimonio immobiliare dello Stato, prolungandone la durata di vita e il valore.
I contenuti del messaggio governativo sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa, che ha visto la partecipazione del presidente del Governo e direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, del direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta, del capo della Sezione della logistica cantonale Giovanni Realini e dell’architetto Pia Durisch dello studio Durisch + Nolli.