Gobbi: ‘Oltre a legge e regolamento entreranno in vigore direttive dipartimentali’. Fra cui quella sui costi
Se il parto (parlamentare) della Legge sulla collaborazione tra Polizia cantonale e polcomunali è stato travagliato, quello del relativo regolamento d’applicazione si è rivelato meno facile del previsto. La messa a punto di quest’ultimo da parte del governo è comunque praticamente terminata. Quando allora l’entrata in vigore del regolamento e quindi anche della legge? « Durante l’estate 2012 ». È l’obiettivo di Norman Gobbi. Obiettivo (« il 1° luglio », ha poi precisato alla ‘Regione’) che il capo del Dipartimento istituzioni ha indicato ieri a Sementina parlando all’assemblea dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi. Certo, Gobbi confidava in un iter tutto sommato celere dopo l’ok del Gran Consiglio, nel marzo dello scorso anno, alla normativa che mira a intensificare la cooperazione fra Cantonale e comunali. Strada facendo, ci si è però resi conto che nella stesura del regolamento di applicazione bisognava procedere « con cura, prestando attenzione ai dettagli ». E ciò, ha puntualizzato il ministro, « per non lasciare nulla al caso ».
Del resto sono in ballo cambiamenti di non poco conto. La nuova legge contempla infatti un dispositivo di sicurezza contraddistinto dalla presenza di polizie comunali organizzate su base regionale. Otto le regioni di polizia con altrettanti “comuni polo”. Ci sarà spazio unicamente per corpi locali cosiddetti strutturati, composti cioè di almeno sei agenti (comandante incluso). Il comune sprovvisto di poliziotti o con un numero insufficiente di agenti dovrà convenzionarsi con la polizia strutturata di un comune “limitrofo” o con quella del comune polo della regione. E le convenzioni avranno un costo. Sì, perché nel nuovo dispositivo tutti i comuni, nessuno escluso, saranno chiamati alla cassa. « Dovranno contribuire finanziariamente alla sicurezza della propria regione », ha evidenziato il presidente dell’Associazione delle polizie comunaliDimitri Bossalini ricordando uno degli aspetti centrali della legge.
La partecipazione ai costi, ma anche il « fabbisogno » di agenti: questioni che saranno oggetto di « direttive dipartimentali», ha spiegato il consigliere di Stato. Direttive alle quali il Dipartimento di Gobbi sta lavorando. Direttive – con cui si intende fornire « dei parametri chiari » – che accompagneranno l’entrata in vigore di legge e regolamento. Dopodiché, secondo Bossalini, « sarebbe opportuno organizzare un incontro con i sindaci e i municipali titolari dei dicasteri sicurezza di tutti i comuni per illustrare loro i contenuti delle varie normative ». Per il comandante della Cantonale Matteo Cocchi , le premesse per partire col piede giusto, per una collaborazione ancor più efficace tra PolTi e comunali grazie alla nuova legge, ci sono. « Le condizioni sia a livello operativo sia a livello politico sono favorevoli », ha rilevato Cocchi.
Nella sua relazione il responsabile dell’Associazione delle polcom ha accennato fra l’altro al (controverso) tema dei posti misti, che vedono lavorare sotto lo stesso tetto agenti comunali e gendarmi (Polizia cantonale). La legge votata nel marzo del 2011 dal parlamento non li ha cancellati: tuttavia, ha osservato Bossalini, « la scelta operata dal Dipartimento di limitarli alle zone discoste, in particolare montane, è condivisibile ». Riferendosi sempre alla futura organizzazione, il presidente dell’Associazione ha inoltre auspicato « un presidio di Polizia cantonale ventiquattro ore su ventiquattro in ognuna delle otto regioni ». Giorno e notte.
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