Il Governo, rispondendo a una interrogazione della deputata Tessa Prati (PS) fa il punto per quanto riguarda gli effettivi della Cantonale – Il comando ipotizza di concedere più tempi parziali per trattenere gli agenti – Riflessioni in corso anche sulla sorte della Scuola di Polizia del 2026
Dimissioni, ma anche pensionamenti. Sono una trentina ogni anno le partenze dalla Polizia cantonale. E a pesare, tra chi decide di lasciare il Corpo, non sono solo ragioni di ordine economico. A dirlo è il Consiglio di Stato, che nella sua risposta all’interrogazione inviata in dicembre dalla deputata Tessa Prati (PS) fa il punto della situazione, partendo proprio dagli effettivi. In particolare, spiega il Governo, «mediamente le uscite annuali dalle funzioni di polizia negli ultimi 5 anni, in unità a tempo pieno, sono 29,80. Mentre la media delle uscite annuali in funzioni amministrative è di 4,82». Nel 2023, ad esempio, in seno alla Cantonale ci sono stati 15 pensionamenti, 22 dimissioni, una disdetta e 4 trasferimenti in un altro servizio dell’Amministrazione cantonale. Lo scorso anno, invece, i pensionamenti sono stati 14 e altrettante le dimissioni, più una disdetta e due trasferimenti. Per quanto riguarda le sostituzioni dei partenti, l’Esecutivo spiega che «per gli effettivi di funzioni di polizia con attestato professionale federale di agente, la sostituzione è indipendente dalle partenze e avviene tramite la formazione di nuovi agenti presso la Scuola cantonale di polizia». Tuttavia, «al di fuori della normale assunzione tramite la formazione di nuovi agenti presso la Scuola di polizia, è possibile, in maniera puntuale, assumere agenti già formati tramite concorso». E negli ultimi due anni sono stati assunti otto agenti già formati.
Non solo ragioni economiche
Già, ma cosa spinge il personale a lasciare il corpo di Polizia? Secondo il Governo, intervengono più fattori. «È stato constatato – scrive infatti l’Esecutivo – che l’evoluzione di carriera e le condizioni remunerative più allettanti non sono gli unici motivi per i quali gli agenti lasciano la Polizia cantonale». Negli ultimi colloqui, infatti, «è emerso spesso il desiderio di maggiore tranquillità ed equilibrio tra lavoro e tempo libero (meno turni, più vacanze e congedi)». In questo contesto viene poi segnalato che gli agenti della Polizia cantonale lavorano 42 ore settimanali, mentre i colleghi delle Comunali, a parità salariale, 40 ore, « pari ad una differenza del 5% ». Per tentare di invertire la rotta, il comando della Polizia cantonale intende portare avanti «uno studio di fattibilità per permettere più tempi parziali a fronte di mutate esigenze da parte della società». Il Consiglio di Stato, tuttavia, sottolinea che «per poter disporre di più tempi parziali e garantire le medesime prestazioni, bisognerebbe poter disporre di più personale e quindi formarne in numero maggiore».
Salta o non salta?
Di qui, l’esigenza anche di riflettere sulla sorte della Scuola di polizia del prossimo anno. Nell’ambito delle misure di risparmio volute dal Governo con il Preventivo 2025, lo ricordiamo, era stato deciso per quest’anno di ridurre – da 20 a 15 – il numero di gendarmi da formare. Inoltre, era previsto di far saltare del tutto la formazione nel 2026. Non è però detta l’ultima parola. «Allo stato attuale – scrive infatti il Consiglio di Stato – sono ancora in corso discussioni relative al possibile annullamento della Scuola di polizia del 2026, ritenuto che la stessa avrà un impatto sul corpo e sul PPA ( piano posti autorizzati) della Polizia nel 2028 (entrata in servizio dei neo gendarmi)». Attualmente, viene però anche spiegato nella risposta all’interrogazione di Tessa Prati, la Polizia è in sovrannumero: «A dicembre 2024, il piano posti autorizzati (PPA) della Polizia cantonale ammontava a 813 unità (funzioni di polizia e amministrativi) con un numero di esuberi pari a 35 unità (solo funzioni di polizia)». Il principio del sovrannumero temporaneo di unità durante l’anno, chiarisce il Governo, «è permesso» e «regolato per gestire le fluttuazioni del personale in quanto l’alimentazione delle funzioni di polizia avviene attraverso una scuola della durata di due anni ». In generale, ammette infine l’Esecutivo, negli anni la Polizia ha conosciuto un incremento generale del personale. Ma questo è dovuto «a nuovi compiti e responsabilità attribuiti al Corpo». Dal 2011 al 2024, viene anche precisato, «le unità PPA finanziate interamente o parzialmente da terzi sono aumentate di 71,60 unità (da 20 a 91,60), tra cui le 52 unità PPA impiegate al Centro di controllo veicoli pesanti ».
Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 17 febbraio 2025 del Corriere del Ticino