Il Gran Consiglio ha dato luce verde all’inedita figura per le polcomunali Una funzione di supporto senz’arma con competenze su traffico e multe. Per sgravare da alcuni compiti gli agenti formati, che potranno così occuparsi prevalentemente di sicurezza e ordine pubblico, il Gran Consiglio ha dato luce verde a una nuova figura: l’assistente di polizia. Sarà di supporto agli agenti, non avrà con sé un’arma e si occuperà, tra le altre cose, di gestire il traffico e di contravvenzioni. Un ruolo che risponde a un’esigenza concreta delle polizie comunali. I primi assistenti entreranno in funzione dal prossimo anno.
Lo vedremo nei Comuni, si occuperà di gestire il traffico, di dare multe disciplinari e contravvenzioni, di dare supporto agli agenti formati. Ma non sarà armato e non avrà nemmeno con sé il manganello. Stiamo parlando dell’assistente di polizia, la nuova figura approvata ieri dal Parlamento che entrerà in funzione dal prossimo anno (la formazione di tre mesi inizierà in autunno). L’assistente di polizia sgraverà l’agente da quei compiti minori, ma non per questo meno importanti – è stato più volte sottolineato in aula – permettendo a quest’ultimo di focalizzare il proprio operato maggiormente sulla sicurezza e l’ordine pubblico. L’assistente di polizia sarà quindi un’antenna sul territorio, una figura di riferimento per i cittadini, come già lo sono in alcuni Comuni gli agenti di quartiere, ma pure un aiuto a livello di polizia amministrativa.
«La figura dell’assistente di polizia è una vera rivoluzione che risponde a una necessità concreta delle polizie comunali, e in particolare della Città di Lugano» ha rilevato il deputato PLR Roberto Badaracco , sottolineando un certo ritardo nell’introdurre questa nuova figura che andrà a incrementare in ultima analisi il generale livello di sicurezza. «È una figura indispensabile, è urgente tappare i buchi perché la coperta da troppo tempo è diventata troppo corta» ha dal canto suo ribadito Giancarlo Seitz (Lega), facendo riferimento ai maggiori compiti richiesti alle polizie comunali e alla necessità del cittadino di sentirsi sempre più sicuro. Seitz ha poi fatto notare che l’assistente di polizia sarà un vero supporto per gli agenti, al contrario dell’ausiliario che non può nemmeno incassare l’importo di una contravvenzione. Gli ha fatto eco Eros N. Mellini (UDC): «L’assistente potrà alleggerire di alcuni compiti l’agente di polizia», aggiungendo che sono sempre più sollecitati visto che la situazione della sicurezza è in questi ultimi anni «degenerata». Dal canto suo Lorenzo Jelmini (PPD) ha sottolineato come la sicurezza necessiti di un’efficace organizzazione su tutto il territorio da parte dei corpi di polizia e che questa passa anche da un numero adeguato di agenti di polizia. «Purtroppo però si riscontra una cronica carenza di personale nelle polizie comunali» ha rilevato, aggiungendo che l’introduzione della nuova funzione permetterà di andare nella direzione auspicata e di aumentare in parte l’effettivo di polizia. Ha però ribadito che l’assistente, così come lo dice il nome stesso, non dovrà sostituirsi all’agente formato: il suo ruolo deve risultare complementare. «Non vorremmo che la carenza di agenti di polizia porti a utilizzare impropriamente queste figure professionali» ha concluso. Una preoccupazione evidenziata anche da Bruno Cereghetti (PS): «Sarà importante la suddivisione dei compiti tra agenti e assistenti», aggiungendo che la sicurezza nei confronti della popolazione deve essere mantenuta. Una suddivisione dei compiti che andrà garantita tenuto conto del fatto che l’assistente non sarà armato. Perché, ha continuato Cereghetti, la dotazione di armi deve esserci «solo laddove è necessario e proporzionale all’intervento sul territorio».
Il direttore del dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi ha sottolineato che il nuovo ruolo sarà essenzialmente di interesse comunale e ribadito che in nessun caso potrà sostituirsi alla figura dell’agente di polizia. Gobbi è stato inoltre categorico sulla dotazione dell’arma: «Non la si vuole per gli assistenti perché l’arma impone una formazione superiore ai tre mesi previsti per la nuova figura». Ne è convinto anche il relatore Giorgio Galusero (PLR), forte della sua esperienza professionale di ex ufficiale di polizia, che ha ribadito come per portare un’arma sia necessaria una formazione adeguata e continua che permetta di avere una certa sicurezza, altrimenti c’è il rischio di diventare un possibile pericolo. Per Galusero, inoltre, la decisione presa ieri dal Parlamento praticamente all’unanimità è un ulteriore passo verso la costituzione di una polizia unica a livello cantonale. Una direzione presa anche dal Governo un paio di settimane fa e che potrebbe diventare realtà già a partire dal 2021.
di Netoska Rizzi, Corriere del Ticino, 15.04.2014