Polizia:  far fronte a ogni genere di minaccia

Polizia: far fronte a ogni genere di minaccia

Articolo apparso nell’edizione di giovedì 25 gennaio 2018 del Corriere del Ticino

Al via il concorso per aspiranti agenti – Ecco come sta cambiando la formazione dei futuri tutori dell’ordine.
I responsabili: «Adeguate anche le tecniche di intervento per i casi di follia omicida e gli attacchi terroristici»

Cittadinanza svizzera, altezza minima di 170 centimetri per gli uomini e di 160 centimetri per le donne, nessun tatuaggio che esprima messaggi discriminatori o offensivi. Sono alcuni dei requisiti per accedere alla scuola di polizia che prenderà il via il 1. marzo 2019. È infatti stato pubblicato settimana scorsa sul Foglio ufficiale il bando di concorso per l’assunzione di nuovi agenti. Un percorso declinato in base ai canoni di un programma quadro nazionale che integra tuttavia regolarmente nuovi elementi tematici. Per fare il punto sulle sfide che attendono i futuri agenti abbiamo interpellato Manuela Romanelli-Nicoli , responsabile del Centro formazione di polizia, e il capitano Cristiano Nenzi , capo della Sezione formazione della polizia cantonale.
Tra migrazioni ed estremismi
«Le esigenze del contesto in cui la polizia si trova oggi a operare – spiegano – determinano i contenuti della formazione.
Le pressioni dettate dall’evolversi dei flussi migratori hanno per esempio visto intensificarsi la collaborazione con lo specifico centro di competenza della Gendarmeria, incrementando le lezioni sulla Legge federale stranieri e la Legge asilanti. Sono anche state aumentate le ore con la sezione di polizia giudiziaria specializzata in ambito di tratta di esseri umani (TESEU) e con la prossima scuola sarà rinnovata la formazione sulla e contro la cybercriminalità. In un recentissimo passato, anche le tecniche e le tattiche di intervento in casi di follia omicida (il cosiddetto «Amok») e attacchi terroristici sono state adeguate, implementando sul territorio cantonale quanto è stato sviluppato da un gruppo di lavoro interpolizie».
La scuola di polizia si evolve non solo nei contenuti, ma anche nei pubblici di riferimento: se da un ventennio le polizie comunali formano i loro aspiranti con quelli della polizia cantonale, da qualche anno anche la polizia dei trasporti FFS, la polizia militare e la polizia del canton Grigioni possono iscrivere i loro aspiranti alla scuola, che dallo scorso anno ha voluto sottolineare questa apertura oltre i confini ticinesi modificando il nome da Scuola cantonale a Scuola di polizia del V circondario.
«Con il nuovo appellativo si integrano tutti gli aspiranti agenti di lingua italiana assunti da corpi di polizia riconosciuti e i cui collaboratori possono portare il titolo di agente di polizia con attestato professionale federale» spiegano Romanelli-Nicoli e Nenzi. «Inoltre (e lo si può leggere anche sul bando di concorso), come già era stato fatto con le SCP del 2014 e del 2015, fra le persone in formazione si torneranno a contare anche aspiranti ispettori di polizia giudiziaria. I requisiti per concorrere a questa posizione sono in parte diversi; questo per rispondere alle esigenze di un diverso ruolo e per assicurare le necessarie caratteristiche anche rispetto a chi viene assunto in polizia giudiziaria dopo un’esperienza di Gendarmeria, il superamento di selezioni aggiuntive e l’assolvimento di formazioni complementari».
Test, assessment e colloqui
Ma quali sono le competenze richieste ai futuri agenti? «Le candidate e i candidati devono mostrarsi performanti sul piano fisico, cognitivo, personale, comunicativo e in termini di cultura generale. Per questo, oltre a soddisfare i requisiti formali del bando in termini di studi, integrità personale e morale, età, altezza, stato di salute, nazionalità, eccetera, l’iter selettivo prevede il superamento di prove fisiche, di test di italiano, di verifiche sulla conoscenza del territorio e delle sue istituzioni, di test psicoattitudinali, di assessment psicologici e il confronto con alti ufficiali di polizia in un colloquio finale. Chi si candida quale aspirante ispettore si troverà inoltre confrontato con prove psicologiche, conoscitive e di competenze linguistiche aggiuntive, come illustrato nelle direttive d’esame pubblicate sul sito della polizia cantonale».
Anche per l’immediato futuro sono previste delle novità: la SCP prepara a un esame federale e assegna valore alla pratica e alle sinergie scuola-posto di lavoro. Le modalità per garantire un’adeguata esperienza pratica sono state modificate più volte. Da 2014 si propone un impianto che completa l’anno di scuola, previo superamento degli esami al termine dei 12 mesi, con un periodo di «introduzione alla professione».
In questa fase si vuole sostenere il processo di consolidamento delle competenze, promuovendo nei neo-agenti la consapevolezza rispetto alle azioni svolte. Grazie alla guida di un collega di rodata esperienza e con l’obbligo di compilare schede in cui sintetizzare gli interventi realizzati evidenziandone gli aspetti giuridici, emotivi e procedurali, si intende aiutare il consolidamento dei principi che reggono l’azione di polizia e la capacità di agire in modo consapevole ed efficace.
«Anche in virtù del nostro modello formativo, segnaliamo un nuovo concetto nazionale per la formazione, già in avanzato stadio di progettazione, che vuole raddoppiare i tempi della formazione di base, obbligando tutti i Corpi di polizia a formare i propri aspiranti su due anni: un anno di scuola con piccoli stage pratici, a cui seguirà un secondo anno prevalentemente pratico», concludono Romanelli-Nicoli e Nenzi. La formazione di base si chiuderà al termine del secondo anno, con il superamento degli esami federali. L’implementazione di questo concetto non è prevista in Ticino prima del 2020.
gi.m
Da segnalare infine la serata informativa in cui saranno presentate le possibili carriere e il processo di selezione. Appuntamento domani, venerdì 26 gennaio, dalle 19, all’Istituto cantonale di economia e commercio di via Franscini 32 a Bellinzona.

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