Il social network appassiona alcuni e lascia freddi altri. La maggior parte dei deputati non ha nemmeno l’account. E c’è un “fake” eccellente.
C’è chi lo considera un utile strumento per restare in contatto con la cosiddetta “base elettorale” (che saremmo poi noi, i cittadini), chi lo sfrutta solo quando necessita di visibilità, chi lo ha degnato appena di uno sguardo e chi non lo usa proprio. Twitter, il social network più “caldo” e di tendenza da almeno un anno a questa parte, e i politici ticinesi: la scintilla è scoccata? Non sempre. Certo, non essere iscritti a Twitter o usarlo poco non equivale ad essere un cattivo politico, ovviamente. Però, in una società sempre più digitalizzata, è diventato uno degli strumenti principi per parlare con le persone.
I “promossi” – Attivissimo Luca Paltenghi, consigliere comunale UDC a Magliaso nonché assistente di Pierre Rusconi, con 745 tweet. Il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi usa regolarmente i social network per commentare vicende di attualità, per prese di posizione e per mantenersi in contatto con la cittadinanza. Non a caso risulta il più seguito dagli utenti. Iscritto da poco è invece il vicesindaco di Lugano Erasmo Pelli, ma da lui arrivano una valanga di tweet. Sembra proprio che lo strumento lo diverta. Meno regolare Sergio Savoia, ma con oltre 300 tweet totali non si può dire che non conosca il medium e non lo sfrutti ampiamente, sia a livello personale che politico. Idem per la PPD Nadia Ghisolfi. Attiva e regolare anche la granconsigliera PLR Giovanna Viscardi, il consigliere nazionale PLR Ignazio Cassis, i democentristi Orlando Del Don e Lara Filippini, e il presidente del Gran Consiglio, il leghista Michele Foletti. Uso rado ma costante anche da parte del consigliere comunale liberale radicale di Lugano Michele Bertini, della deputata PPD Francesca Bordoni Brooks, della leghista Amanda Rückert e del granconsigliere socialista Nenad Stojanovic. Bene anche l’UDC Pierre Rusconi (spesso in quel di Berna).
I “bocciati” – Il presidente del PPD Giovanni Jelmini risulta registrato a Twitter, ma non ha mai tweetato e non segue nessuno. 70 followers (le persone che seguono) attendono il suo primo intervento. Stesso discorso per il direttore del DSS Manuele Bertoli, per il socialista Bruno Storni, per la PLR Maristella Polli e per il democentrista Eros Nicola Mellini. Ha fatto leggermente meglio Lorenzo Quadri, con un solo tweet datato 24 giugno 2011, e lo stesso vale per il presidente dell’UDC Ticino Gabriele Pinoja. Anche il consigliere nazionale Marco Romano si mostra freddino verso Twitter. Eppure lui l’ha intensamente usato, fino al 24 ottobre. Vi dice niente la data? Gli impegni bernesi l’avranno indotto a dedicare il suo tempo ad altre attività. La socialista Nicoletta Mariolini non “cinguetta” più dal 2010. Uso molto saltuario del mezzo anche da parte di Boris Bignasca, anche se lui rientra nell’articolo solo in quanto ex politico, essendosi dimesso da ogni carica che aveva in seno alla Lega. Pochi tweet anche per l’UDC Marco Chiesa, per il liberale radicale Christian Vitta, per la consigliera nazionale Roberta Pantani Tettamanti e per il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli. La grande maggioranza dei deputati, ad ogni modo, non ha un proprio account.
I “fasulli” – Quando tra gli utenti di Twitter è apparso il nome di Giuliano Bignasca, molti hanno fatto un balzo sulla sedia. Come, il Nano usa i social network? Non ci è voluto molto per capire che dietro al volto inconfondibile di Bignasca si celava un finto utente, che manda nell’aere digitale tweet ironici (più o meno) nello stile peculiare del leader della Lega dei Ticinesi.
http://www.tio.ch/Ticino/Societa/News/690702/Politici-e-Twitter-chi-lo-ama-e-chi-lo-trascura