Da laRegione | Chiudono i servizi regionali. I frontalieri in polizia per validare il documento d’identità
L’Ufficio della migrazione si riorganizza. Procedure online e centralizzazione degli sportelli a Bellinzona (pratiche standard) e Lugano (dimora e frontalieri indipendenti). Centralizzazione delle pratiche, procedure guidate online e più controlli per il rilascio dei permessi, compresa la verifica dell’autenticità del documento d’identità in Polizia (per i frontalieri) o agli sportelli del nuovo servizio che verrà istituito a Lugano. Sono alcuni degli aspetti della riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione, presentata ieri alla stampa da parte del Dipartimento delle istituzioni. L’obiettivo, ha detto più volte il direttore Norman Gobbi, è quello di «ottimizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche e ripensare i servizi alla popolazione, migliorando la modalità di erogazione per accrescerne la qualità». Con questo spirito è stata riorganizzata la procedura di rilascio e di rinnovo di tutti i permessi, con un nuovo “flusso” che inizia – ed è già una novità – dalla compilazione del modulo online. «La procedura guidata ci permetterà di ricevere moduli completi con tutti gli allegati richiesti – spiega Morena Antonini, capo dell’Ufficio della migrazione –. Potremo quindi semplificare la fase di ricezione, di controllo e di registrazione delle domande ottimizzando le risorse dedicate alla consulenza all’utenza, che rimarrà garantita dal Contact center». Chiudono invece i Servizi regionali degli stranieri (quello di Agno già in aprile, gli altri da settembre). I richiedenti di permessi C (domicilio), N (richiedenti l’asilo), F (ammessi provvisoriamente) e G (frontalieri dipendenti) faranno capo all’ufficio di Bellinzona (Servizio comunitari e Servizio stati terzi), mentre i richiedenti di nuovi permessi B (dimora), L (dimora temporanea) e G (frontalieri indipendenti) dovranno recarsi a Lugano, dove sarà attivo un nuovo servizio ad hoc che verificherà tramite colloquio individuale sia la validità dei documenti che le reali intenzioni di soggiorno nel Paese. Come si giustifica il colloquio sistematico con tutti i richiedenti? «Ci accorgiamo che sempre di più le domande non sono complete. Chi si occupa di questo controllo oggi lo esegue a livello di documentazione. Non è, per intenderci, lo stesso operatore che si occupa della decisione di rilascio – risponde Antonini –. In futuro invece sarà lo stesso operatore ad occuparsi di incontrare il richiedente dopo aver ricevuto la sua documentazione, capire le sue intenzioni e poi decidere in merito al rilascio del permesso».
Un maggior controllo sarà dunque attuato sia sul piano dei colloqui individuali per i nuovi permessi B,L e frontalieri indipendenti, sia sul piano della verifica dei documenti. Tutti i frontalieri (rilascio e rinnovo del permesso G per lavoratori dipendenti) dovranno recarsi in un posto di polizia per autentificare il proprio documento d’identità. «Agli sportelli degli attuali servizi regionali non è possibile verificare l’autenticità – rileva ancora Antonini –. Non dovrebbe comunque essere un’attività che incide in modo particolare sul posto di polizia. Le domande di permessi G sono in media 40 al giorno». «E le gendarmerie a cui si possono rivolgere i richiedenti sono ben distribuite sul territorio – riprende Gobbi –. I posti di polizia consentono di avere la capillarità che viene meno con la chiusura dei Servizi regionali». Il piano di attuazione prevede la prima fase da aprile, con l’introduzione della nuova procedura per i permessi G e la contemporanea chiusura dello sportello di Agno. La seconda fase inizierà da settembre, quando tutte le domande saranno avviate mediante formulario elettronico e nel contempo saranno chiusi tutti gli sportelli dei Servizi regionali, mentre sarà costituito il ‘Servizio nuove entrate’ a Lugano, competente per l’esame delle domande di nuovi permessi di dimora Bo L e per frontalieri G con attività indipendente.
Razionalizzazione ma ‘senza ridurre i posti di lavoro’ – Norman Gobbi
Tre milioni. È tanto quanto il Dipartimento delle istituzioni riuscirà a risparmiare tramite la riorganizzazione dei servizi (vedi ‘laRegione’ del 27 gennaio), così come deciso nell’ambito della manovra di risanamento delle finanze cantonali. Il nuovo modello organizzativo concepito per la gestione dei permessi – e approvato dal Consiglio di Stato – contribuisce al risparmio, «ma senza perdere posti di lavoro», osserva il direttore del Dipartimento Norman Gobbi. Per quanto concerne la centralizzazione dei servizi, «abbiamo un occhio attento alle necessità territoriali – ribatte Gobbi, facendo riferimento alle critiche di chi lamenta invece una dismissione di impegno nelle regioni periferiche –. Bisogna però uscire dal vecchio dogma per cui tutti i servizi devono essere presenti dappertutto». Del resto, fa notare il consigliere di Stato, negli ultimi anni c’è stato un aumento significativo del numero di permessi e di domande da trattare, mentre le risorse dell’Ufficio della migrazione «sono rimaste le stesse». Motivo per cui occorre rivedere l’impegno del loro tempo, in particolare risparmiando ore dedicate oggi alla consulenza. «La procedura guidata permetterà di presentare la pratica in modo corretto». «Gli effettivi attuali, bisogna pur dirlo, non sono sufficienti – aggiunge Morena Antonini, a capo dell’Ufficio –. Con la nuova organizzazione saremo in grado di offrire un contratto a tempo indeterminato alla gran parte degli ausiliari oggi assunti». A mente dei responsabili, l’Ufficio sarà così in grado di offrire un servizio più veloce ed efficiente, con comunicazioni più tempestive anche all’indirizzo dei Comuni.
(Articolo di Chiara Scapozza)