Da laregione.ch l “Più che un rapporto, quello del Consiglio federale è una cronistoria degli eventi tra Svizzera e Italia e delle loro relazioni”. Così il presidente del Consiglio di stato ticinese Norman Gobbi (Lega) liquida il rapporto pubblicato oggi dall’esecutivo federale e nel quale viene esaminata la situazione del cantone sudalpino.
Interpellato dall’ats, Gobbi afferma che il Consiglio federale “ha preso atto della situazione particolare del Ticino, ma purtroppo lo ha fatto in ritardo”: sarebbe stato più utile analizzare i punti sollevati dal cantone prima della firma dell’accordo sulla doppia imposizione con Roma e non ora. Dire che si è tenuto conto delle richieste del Ticino è “fuorviante”, ha aggiunto il consigliere di Stato: in realtà il rapporto è pieno di buoni propositi ma fornisce poche risposte.
Il rapporto di 23 pagine risponde a un postulato intitolato “Richiesta del Cantone Ticino. Situazione iniziale e prospettiva di sviluppo” presentato dalla Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati lo scorso febbraio e adottato dalle Camere in giugno. Esso incaricava il Consiglio federale di esporre le misure che ha deciso e deciderà successivamente per trattare i timori e le richieste del Cantone.
In sostanza, il rapporto indica che in materia di frontalieri, doppia imposizione con l’Italia nonché libera circolazione delle persone al Ticino non verrà accordato alcun tipo di statuto speciale. Il governo federale intende proseguire “l’intenso dialogo” con le autorità di Bellinzona per cercare soluzioni soddisfacenti per entrambe le parti. “La situazione nel Cantone Ticino è più critica che in altri Cantoni”, ammette in una nota odierna. Confederazione e Cantone – aggiunge il Consiglio federale – devono continuare a collaborare in maniera stretta per quanto riguarda i provvedimenti da adottare.
(foto: Gabriele Putzu – Ti-Press / Gabriele Putzu)