Da laRegione | È stato inaugurato ieri a Mendrisio il Centro di pronto intervento – Il sindaco Croci: ‘Un centro che darà all’intera regione quella capacità e quella possibilità di far fronte a tutte le esigenze’ – Pompieri, Protezione civile, Polizia comunale (e in futuro anche Cantonale) hanno aperto le porte della propria ‘casa’ alla popolazione
Pompieri da un lato, Protezione civile e polizia dall’altro. Nel mezzo il palco e il pubblico che, per l’occasione, ha trasformato lo spazio – solitamente tecnico – in un’agorà. E così, ieri, si è inaugurato il Centro di pronto intervento di Mendrisio (Cpi). Il percorso per arrivare alla realizzazione della struttura, ha ricordato il sindaco Carlo Croci durante il suo intervento, si è protratto per diverso tempo: «Un lavoro che è iniziato anni e anni fa. Sembra ieri, ma il lavoro è stato avviato nella legislatura 20042009», periodo nel quale si constatò che c’era «una situazione di base precaria, non più adatta a poter sostenere le nuove esigenze che i tempi richiedono agli enti di pronto intervento». Prende così forma il «progetto denominato ‘Fuori Porta’ dell’architetto Mario Botta». La prima fase si è dunque conclusa, aprendo le porte alla seconda fase che porterà nel Centro anche la Polizia cantonale. Il tutto per un costo totale di «circa 45 milioni di franchi – ha spiegato Croci –, con un impegno a carico della Città di 26, 27 milioni». Quello di ieri è dunque stato un «momento storico: un lavoro iniziato nel 2004 che si conclude (nella sua prima fase) il 12 marzo 2017». Mendrisio, è stato ricordato, negli ultimi anni e in quelli a venire, non è rimasta ferma. In tal senso il sindaco ha citato la nuova stazione, il centro Supsi («che arriverà»), l’Accademia di architettura, il Centro Filanda, il Museo d’Arte e piazzale alla Valle: «Strutture urbane che permetteranno la crescita» della città. Ora un altro tassello, il Cpi, «un centro che immaginiamo possa dare alla città di Mendrisio e all’intera regione quella capacità, quella possibilità di far fronte a tutte le esigenze di pronto intervento che oggi si ripetono continuamente». Come detto, quanto visibile oggi si è sviluppato grazie alla mente dell’architetto Mario Botta, il quale, insieme al suo studio, ha intrapreso il progetto otto anni fa. Da allora – spiega – si è «lavorato incessantemente a conferma di quel processo lungo, talvolta silenzioso, discreto ma necessario per poter portare a termine una costruzione pubblica». Edificio che, a tutti gli effetti, è la «porta d’ingresso alla parte alta di Mendrisio».
In arrivo la Polizia cantonale
«L’incremento di agenti nella regione di frontiera è una risposta doverosa alle minacce con le quali il nostro cantone è stato confrontato nell’ultimo decennio, come ad esempio l’internazionalizzazione e la serialità dei delitti, conseguenza inevitabile dell’apertura delle frontiere» ha detto dal canto suo il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Nel suo discorso, il consigliere di Stato ha quindi effettuato una ‘radiografia’ del momento: «Il lavoro degli agenti del Sottoceneri è risultato più intenso negli ultimi anni anche a causa dell’aumento dell’intensità dei flussi migratori e quindi delle richieste di intervento da parte del Corpo guardie di confine federale per le entrate illegali. Gran parte di questa tipologia di richiesta – ha specificato – ha interessato infatti unicamente il Mendrisiotto. Una situazione che non ci aspettiamo migliori, dipendente dalla difficile situazione internazionale, ma per la quale ci siamo dimostrati pronti, reagendo con fermezza intensificando i controlli, creando un centro a Rancate che permettesse di gestire al meglio la riammissione semplificata in Italia». Per Gobbi, quanto messo in atto «ha avuto come effetto secondario un beneficio sulla sicurezza in generale, e quindi sulla qualità della vita della popolazione momò». Ed è qui, inoltre, che si inserisce «il progetto del Centro di pronto intervento a Mendrisio», che «è diventato parte della strategia nella pianificazione logistica della Polizia cantonale.
Una giornata di festa
Come vuole la tradizione, a conclusione degli interventi, dopo la benedizione da parte di don Claudio Premoli e l’esecuzione del Salmo svizzero da parte del Gruppo Otello, si è proceduto al taglio del nastro. Taglio che ha dato il ‘la’ ai festeggiamenti continuati per l’intera giornata: dagli gnocchi per tutti, alle visite guidate agli spazi e ai servizi del Cpi, oltre all’animazione per bambini e all’esposizione del parco veicoli degli enti ‘inquilini’. Una giornata di porte aperte alla ‘porta d’ingresso’ di Mendrisio.
(articolo di Stefano Lippmann)