Con il voto per scegliere gli organi dei tre nuovi enti locali, il Cantone Ticino tocca la quota simbolica di 100 Comuni
Continua inesorabile, seppure più lento di un tempo, il processo aggregativo in Ticino, che oggi saluta un traguardo simbolico, quello di quota cento Comuni. Fino a ieri gli Enti locali erano ancora 106, ma nel frattempo sono stati eletti i primi organi di Lema – frutto dell’aggregazione in Malcantone tra Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio – e gli ormai ex Comuni di Giornico e Quinto hanno «accolto» rispettivamente Bodio e Prato Leventina. E quindi, cento: una cifra rimarcata nuovamente ieri dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi: «Quando il processo è iniziato oltre vent’anni fa con Alex e Luigi Pedrazzini, immaginare di passare da 250 a 100 Comuni in questo lasso di tempo era utopia, invece ora è realta ». Il processo, ha ricordato il Consigliere di Stato, ha toccato prima le periferie e poi i grossi centri. Sullo sfondo il «suo» Piano cantonale delle aggregazioni che immaginava un Ticino con 23 Comuni: «Allora il Gran Consiglio ci aveva chiesto una mappa, oggi abbiamo capito che se non c’è convincimento dal basso la cosa non funziona». Il DI non intende però fermarsi qui, convinto che l’unione faccia la forza: «Le aggregazioni hanno lo scopo di migliorare i servizi garantendo democraticità e qualità di vita». In questo senso l’occhio ora è soprattutto al Locarnese e al Basso Mendrisiotto: «Abbiamo fatto sedere gli attori a un tavolo perché si confrontino e pensino a uno sviluppo comune », conclude Gobbi. «Dipenderà tutto dalla loro volontà: dal nostro punto di vista c’è il rischio che separati possano restare un po’ indietro rispetto ai tre altri grandi centri».
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Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 7 aprile 2025 del Corriere del Ticino