Ma non era Norman Gobbi lo spietato manovratore degli apparecchi che misurano la velocità?
Le cifre parlano chiaro: i tre quarti dei controlli radar nel nostro Cantone vengono effettuati dalle Polizie comunali; il rimanente quarto dagli agenti della Cantonale. Ma vediamo questi dati, che si riferiscono all’anno scorso. In totale i controlli mobili sono stati 1’615. Gli agenti della Cantonale ne hanno effettuato 427; i Corpi delle Polizie comunali ne hanno svolti 1’188. La modalità con cui sono stati eseguiti: 1’291 con radar, 324 con pistola laser. Per quanto riguarda i radar: 980 sono i controlli degli agenti delle Comunali e 311 quelli della Cantonale. Con il laser sono intervenuti 208 volte gli agenti delle Comunali e 116 volte gli agenti della Cantonale. C’è, come abbiamo detto, un rapporto di uno su quattro negli interventi tra Polizia cantonale e Corpi delle Polizie comunali.
E qui ci salta la mosca al naso: noi credevamo – visto quanto viene comunemente fatto capire alla gente – che i controlli fossero maggiormente effettuati dalla Polizia cantonale, sotto la responsabilità quindi del Consigliere di Stato Norman Gobbi. Anche perché soprattutto in campagna elettorale lo stesso Gobbi veniva sempre associato a questi controlli sulla velocità. E invece scopriamo che sono i Comuni a richiedere ai loro agenti un intervento di questo tipo. Rimaniamo solo ai centri più importanti e andiamo a vedere chi sono i capi dicastero: A Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno sono tutti politici del PLR. Però, tutti zitti questi ultimi, intanto c’è Gobbi a fare da parafulmine…
“L’intervento delle Comunali è spesso voluto dai cittadini stessi, che chiedono maggiore sicurezza su tratti di strada considerati pericolosi. È un loro diritto e la Polizia che per prossimità interviene è naturalmente quella comunale” – spiega al Mattino della Domenica il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. È però singolare che nell’opinione pubblica sia sempre il sottoscritto a essere preso di mira per questi controlli. I dati che presentate dimostrano un’altra realtà. Ma ho le spalle abbastanza larghe per sostenere questo peso, anche perché un peso non è”. Ci spieghi… “Non lo è nella misura in cui i controlli radar a livello cantonale vengono inseriti in una strategia coordinata di prevenzione, e anche l’intervento repressivo rientra in questa strategia. Abbiamo un obiettivo unico: far capire agli automobilisti che adottare un comportamento confacente alla guida dà vantaggi a tutti, in primis agli stessi automobilisti”. I risultati ottenuti negli ultimi anni, con una diminuzione di vittime sulle nostre strade, e più in generale di incidenti, è confortante. “Esatto. Ciò dimostra, per rimanere in tema, che stiamo percorrendo la strada giusta e a una velocità corretta. Perché non si vuole esagerare nell’approntare misure repressive, che devono in ultima battuta sempre essere finalizzate al loro scopo principale: la prevenzione”.