Saluto la scelta di tenere nel borgo di Ascona l’annuale assemblea dei delegati dei Patriziati ticinesi e dell’Alleanza Patriziale. Quello di Ascona è un patriziato dinamico e spesso noto per la sua “fortuna” che nasce nell’aver valorizzato il proprio territorio con lungimiranza. È vero, la posizione geografica e paesaggistica ha sicuramente facilitato questa “fortuna”, ma è innegabile che il patriziato di Ascona ha saputo cogliere appieno la missione di essere attore del proprio territorio e di sapersi presentare in forma aperta, realizzando opere di interesse regionale quali il porto patriziale, il golf, il lido e il tennis di Ascona. Sappiamo che questo impegno ha permesso al patriziato di Ascona di assurgere per notorietà tra gli enti che meno scrivono cifre rosse ed è il primo contribuente per quota-parte al fondo patriziale con quasi il 10% del montante complessivo versato dai patriziati ticinesi.
Sempre restando in materia di pigmentazione, il patriziato asconese si distingue -oltre a non aver cifre rosse -per un’importante impronta rosa nei suoi organi e nelle sue rappresentanze. Si tratta di una realtà tra poche in Ticino, che a dire il vero troviamo anche nelle realtà municipali del nostro Cantone. Mi complimento quindi con la presidente avv. Rachele Tresoldi Allidi per la capacità di aver saputo coinvolgere numerosi giovani e donne nella conduzione di questo importante ente patriziale, sfatando anche taluni preconcetti sulla realtà patriziale ticinese.
2012 anno importante
Lo scorso 13 febbraio 2012, dopo 15 mesi dalla presentazione del messaggio governativo, il Gran Consiglio ha approvato la modifica parziale della Legge organica patriziale (LOP). Un’approvazione quasi unanime, con 66 voti favorevoli e l’astensione di 6 deputati verdi. Un importante traguardo che premia l’ottima sinergia avuta tra Dipartimento e ALPA, che ha permesso di raccogliere un ampio sostegno in commissione parlamentare prima e nel plenum dopo. Una modifica parziale condivisa tra Patriziati e Cantone, che pone le basi legislative per rafforzare l’importanza dei Patriziati quali attori istituzionali nella vita comunitaria di questo nostro Paese e garantire il mantenimento di una forte identità locale, di cui gli enti patriziali sono la genuina testimonianza.
La novella legislativa permetterà di vitalizzare o rivitalizzare, laddove necessario, le attività dei Patriziati; conferirà loro un ruolo più importante nella gestione del territorio, assumendo un ruolo di pubblica utilità in forma esplicita e operativa. Per poter far fronte a questi due obiettivi, è stato deciso di intervenire sulle risorse disponibili. Da un lato si aumenta la dotazione del Fondo di aiuto patriziale, e dall’altro verrà creato un nuovo fondo, alimentato interamente dal Cantone, per il finanziamento di progetti di gestione del territorio realizzati in collaborazione con gli enti comunali.
Per il nuovo fondo nel messaggio governativo si ipotizzava un capitale di dotazione annuo di 1 milione di franchi; siamo coscienti che nel 2013 non riusciremo a raggiungere questo obiettivo, poiché dovremo implementare assieme le modalità di coinvolgimento, intervento e operatività del fondo. Conseguentemente per il preventivo 2013 abbiamo quindi cominciato ad allocare 600mila franchi, in modo da affrontare questa fase iniziale con calma e soprattutto avviare i lavori correttamente. È infatti importante dimostrare capacità e serietà in questa nuova sfida dei Patriziati ticinesi, in modo da profilarsi come partner affidabili per l’ente pubblico, inteso come Comuni e Cantone. Infatti, non dobbiamo negare che gestire progetti e realizzarli sia un compito scontato; molti Patriziati sono abituati e attivi in tal senso nella promozione agricola e forestale, anche se per diversi Enti si tratterà di una sfida completamente nuova e non priva di oneri.
Si tratta quindi di imparare assieme questo nuovo ruolo del Patriziato, cumulare esperienza e capacità nel partecipare alla gestione del territorio, e confermarsi partner serio, puntuale e affidabile. A tal proposito rilevo come le amministrazioni patriziali saranno chiamate a fare alcune modifiche di tipo operativo. Da un lato sarà richiesto, sebbene sul medio termine, a tutti i Patriziati di tenere una contabilità a partita doppia, mentre dall’altro si chiederà maggior precisione nell’aggiornamento dei cataloghi dei fuochi patrizi attraverso l’accesso alla banca-dati Movpop, ossia uno strumento che, seppur con qualche inevitabile limite a noi noto, costituisce un primo valido supporto per le amministrazioni patriziali.
Grazie a questa nuova strategia si mira inoltre a stimolare nuovi interessi, favorire la creazione di valore aggiunto e creare qualche posto di lavoro nelle zone periferiche, in particolare in settori di nicchia previsti dalla NPR come la filiera del legno e della pietra, nonché favorire il reperimento di forze nuove da integrare nelle amministrazioni patriziali. Per raggiungere questi obiettivi e permettere ai Patriziati di essere attori istituzionali importanti e complementari ai Comuni, in particolare nella gestione del territorio, il Cantone ha quindi perfezionato gli strumenti legislativi e mette in campo nuove risorse finanziarie da interpretare quali nuovi stimoli per i Patriziati. D’altra parte, ai Patriziati si richiede maggiore dinamismo e efficienza gestionale e amministrativa.
Partner seri e affidabili per il territorio e la tradizione
Per raggiungere questi importanti obiettivi di implementazione dei nuovi disposti di legge e dei nuovi compiti affidati ai Patriziati, il Cantone deve potersi confrontare con entità in grado di rispondere in tempi brevi, puntualmente e con efficienza. Per far questo e valorizzare ulteriormente il ruolo di anello di congiunzione tra le oltre duecento realtà patriziali e il Cantone, il Dipartimento delle istituzioni ha proposto di formalizzare un mandato di prestazione all’ALPA attribuendole il compito facilitare l’importante cambiamento, oserei dire epocale, fortemente voluto, oltre che dal Dipartimento e dall’ALPA stessa, anche dal Parlamento cantonale. All’ALPA chiediamo di assumere, d’intesa con i Servizi dipartimentali, un ruolo proattivo di sensibilizzazione oltre che di informazione e di formazione nei confronti dei Patriziati in modo che la strategia possa dare ben presto i risultati che noi tutti ci attendiamo.
Dopo le “cose belle”, compete al politico affrontare temi anche meno simpatici. Tra il 2011 e il 2012 ci siamo occupati del progetto promosso dal patriziato di Castel San Pietro, per la realizzazione di un insediamento abitativo alle pendici del Monte Generoso, in ossequio del piano di utilizzazione cantonale approvato dal Gran Consiglio e nel frattempo cresciuto in giudicato. La notizia negativa è che la certezza del diritto non esiste per l’ufficio federale dell’ambiente e dello sviluppo territoriale. Queste autorità federali hanno infatti – fiancheggiate dalla commissione federale del paesaggio -negato un piano cantonale cresciuto in giudicato e messo in discussione quindi la zona edificabile di proprietà del patriziato di Castello. Un danno tutt’oggi evidente dato che stiamo ancora valutando come poter riconoscere a questo dinamico ente.
Nel corso dell’anno trascorso, la Sezione degli enti locali ha dato avvio -previa approvazione del Dipartimento -alla procedura di disconoscimento di due enti patriziali. Il fatto è che non si tratta di due enti privi di attività e di attivo; l’uno possiede un acquedotto pubblico, la cui gestione è stata affidata nel frattempo ad un’azienda di multiservizi, l’altro possiede alcuni stabili di reddito e, per Regolamento, si occupava della gestione di un immobile di culto. L’incuria e il disinteresse hanno portato all’avvio della procedura di disconoscimento, ma dobbiamo renderci conto come il rapporto sullo stato di salute dei Patriziati ticinesi abbia indicato che un terzo degli enti patriziali presenta una situazione finanziaria fragile.
Sottolineo come i due terzi degli enti viciniali siano in sani e “fit for the mission”, ossia in forma per affrontare la sfida. Questi Enti unitamente all’ALPA devono condividere il comune interesse del Cantone di aver partner forti e sani sul territorio, e soprattutto dinamici ed efficienti nel gestire il 50% del territorio cantonale di proprietà dei patriziati ticinesi. Non si tratta qui di misconoscere quanto fatto, bensì di rinvigorire e rafforzare il fronte patriziale, come ci insegna la natura. Di tanto in tanto, dobbiamo potare alcuni rami, affinché quelli più vigorosi possano dare frutti migliori e in maggiore quantità. Auspico quindi che dall’interno e attraverso il comitato direttivo dell’ALPA si dia avvio -benché si stia giungendo a fine quadriennio -ad un’opera di riordino dell’assetto, una sorta di “mondatura” dei pascoli affinché siano più verdi, come pure di procedere ad un raggruppamento terreni, in modo da essere più efficaci e produttivi. Penso qui all’unione o aggregazione dei patriziati in difficoltà, preferibilmente su basi volontarie, con enti capaci di salvaguardarne la storia e la cultura, e adempiere ai compiti vecchi e nuovi fissati dalla LOP.
Lo ebbi a dire all’assemblea 2008 in qualità di presidente del Gran Consiglio a Quinto. L’obiettivo dei patriziati -e lo dico da giovane patrizio -non è di celebrare la cenere del passato, ma di passare il fuoco sacro dello spirito viciniale alle future generazioni, attraverso enti patriziali rafforzati nella loro base e nella loro struttura.
Vi ringrazio.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato, Direttore del Dipartimento delle
Alleanza Patriziale ticinese ALPA – assemblea generale 2012, 02 giugno 2012, Ascona – Teatro del Gatto