Nove nuovi agenti di custodia – Gobbi: “Esteso l’uso del “braccialetto””
La sorveglianza elettronica può essere considerata una forma di esecuzione della pena, se la parte da eseguire di una pena detentiva con la condizionale parziale (ossia quella da scontare effettivamente) non supera i 12 mesi. Sino a oggi la sorveglianza elettronica era ammessa solo se la pena detentiva complessiva non superava un anno. “Si tratta di un’estensione della possibilità di far eseguire una pena attraverso l’uso del cosiddetto “braccialetto elettronico”. In questo senso – afferma il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi – il Tribunale federale ha voluto allineare la prassi sulla sorveglianza elettronica a quella relativa alla semiprigionia. Perché è importante questa decisione della nostra massima Corte che va a modificare la giurisprudenza in materia? Perché le nostre autorità preposte all’esecuzione delle pene potranno intervenire con una misura supplementare, per le pene brevi da scontare, senza ricorrere al carcere. In un momento in cui il tema del sovraffollamento dei penitenziari tocca tutti i Cantoni della Svizzera tale facoltà permetterà in futuro almeno un minimo alleggerimento. Occorre comunque tener conto che per poter concedere l’applicazione di una misura come l’electronic monitoring o la semiprigionia ci sono diversi requisiti che l’autorità deve verificare, tra cui l’assenza del rischio di fuga o di recidiva”, sottolinea il Consigliere di Stato, Norman Gobbi.
Il tema del sovraffollamento delle Strutture carcerarie cantonali (SCC) ha occupato e preoccupato il Dipartimento delle istituzioni e per esso la Divisione della giustizia e la Direzione della SCC negli ultimi mesi. “Abbiamo potuto introdurre alcune puntuali misure anche nell’ottica di sgravare leggermente il grosso carico di lavoro richiesto alle collaboratrici e ai collaboratori del penitenziario. Nel frattempo, sabato scorso, si è svolta a Manno la cerimonia di dichiarazione di fedeltà alla costituzione e alle leggi di tre nuove agenti di custodia donne e sei nuovi agenti di custodia. Potranno portare nuova linfa all’interno dell’organizzazione. E saluto con molto piacere il loro inizio lavorativo. In quell’occasione ho potuto constatare sia dalle e dai nuovi agenti, sia dai loro colleghi già attivi e presenti a Manno uno spirito positivo e un forte senso di unità e solidarietà sul lavoro. E questo, come detto, nonostante i ritmi siano particolarmente intensi. Questo atteggiamento collaborativo è premessa indispensabile per un lavoro improntato alla sorveglianza, ma pure al reinserimento delle detenute e dei detenuti”, conclude il Consigliere di Stato, Norman Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 28 aprile 2024 de Il Mattino della domenica