Dal Mattino della domenica | La magistratura deve evolvere con la società, ottimizzando i propri mezzi
L’organizzazione della giustizia ticinese è salita diverse volte agli onori della cronaca cantonale durante quest’anno.
Se ne è parlato a inizio maggio, quando è stato pubblicato il concorso per la ricerca di un successore al procuratore generale John Noseda che dalla fine di giugno 2018 beneficerà della pensione. Se n’è parlato anche a inizio dello scorso mese, quando i media hanno ipotizzato il futuro sito per risolvere la difficile situazione logistica del Palazzo della giustizia, traslocando gli attuali spazi di via Pretorio in un nuovo edificio.
Che si parli di persone, di spazi o di strumenti, è sempre importante domandarsi come si possa davvero garantire in maniera ottimale il funzionamento del terzo potere, sempre tenendo conto dell’impegno dello Stato verso il cittadino. Garantire quindi che i soldi pubblici siano, anche in questo caso, utilizzati nel migliore dei modi, che non siano perciò sperperati, ma nemmeno che si risparmi laddove è invece necessario un impegno maggiore di risorse.
Qualche giorno fa abbiamo presentato, con il Consiglio di Stato, il preventivo 2018. Un anno che, dopo molti, è positivo: questo grazie agli sforzi fatti per contenere le spese. L’ambito della Magistratura è stato preservato, salvo l’unica misura che ha richiesto la diminuzione di un’unità dei giudici dei provvedimenti coercitivi. Misura che il popolo ha ritenuto ammissibile.
Quello della giustizia è un ambito in continua evoluzione, che va di pari passo con la nostra società: una maggiore complessità nei reati che sfruttano le nuove tecnologie, implicazioni sempre più internazionali. In Ticino la giustizia funziona bene, lo indica annualmente il Consiglio della Magistratura, ma ne sono coscienti pure gli addetti ai lavori che si potrebbe operare ancor più efficientemente ed efficacemente nel lavoro di inchiesta, come di giudizio, grazie a nuovi strumenti – legislativi, tecnologici – e risorse adeguate – umane e non.
Proprio in questo senso stiamo portando avanti anche dei progetti informatici per agevolare il lavoro delle autorità giudiziarie, come l’introduzione degli eDossier, ovvero una digitalizzazione degli incarti cartacei. Un impulso verso l’automatizzazione delle procedure di giustizia in materia civile, penale e amministrativa che viene dal Tribunale federale e che il Ticino ha deciso di aderire.
Come spesso tengo a ricordare, sono però prima di tutto le persone e le loro predisposizioni caratteriali che fanno la differenza, ed è per questo che anche nella scelta del futuro procuratore generale sarà importante trovare la risorsa giusta, competente professionalmente, ma anche con delle specifiche attitudini richieste da questa importante funzione giudiziaria.
La sfida principale nei prossimi anni sarà quella di mostrare di aver sfruttato appieno le risorse a disposizione, ed eventualmente adeguare e aumentare le stesse, laddove giustificato, ma sempre nel rispetto dei cittadini che chiedono allo Stato efficienza ed efficacia nei suoi investimenti. Ed è questo l’obiettivo del progetto Giustizia 2018, uno “screening” di tutto l’apparato giudiziario che permetta di rivelarne la salute, e gli eventuali punti laddove è possibile apportare delle migliorie, per dotare il nostro Cantone di una Giustizia moderna, efficace ed efficiente.
Norman Gobbi,
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni