Dal Mattino della domenica | È stata prolungata fino al 2018 l’operatività del centro di Rancate
Con l’arrivo dell’estate s’inizia a parlare di flussi migratori. Il centro unico di Rancate sarà operativo anche quest’anno, per far fronte all’aumento di casi di migranti che rientrano sotto questa procedura.
Questa primavera l’afflusso di migranti registrati in Italia, come pure al confine italo-svizzero, sono stati in linea con quelli degli scorsi anni. Questo significa che, secondo esperienza, dovremmo aspettarci un aumento nei prossimi mesi. L’aumento registrato sulle coste italiane si riscontra infatti anche a livello di migranti che raggiungono la Svizzera. Inoltre, negli scorsi anni si è notato che, per quanto riguarda le persone che intendono unicamente attraversare il nostro territorio per recarsi nei Paesi più a nord dell’Europa, i casi nel 2016 sono raddoppiati rispetto al 2015, e anche quest’anno questa tendenza non sembra cambiare.
Nell’agosto dello scorso anno con il mio Dipartimento, dopo che con il Governo abbiamo dichiarato lo stato di necessità, ci siamo adoperati per trovare una soluzione che potesse rispondere in maniera puntuale e mirata alle necessità che si sono palesate con l’aumento dei flussi. Si trattava di risolvere un problema di alloggio temporaneo e allo stesso tempo di garantire maggior sicurezza nella regione grazie a una maggior presenza delle forze dell’ordine e una struttura adeguata.
È stato quindi realizzato in poco tempo il centro unico temporaneo per migranti in procedura di riammissione semplificata di Rancate. Un centro nel quale sono alloggiati i migranti che giungono ai nostri confini di notte – durante la chiusura degli uffici in Italia – e che non intendono richiedere asilo sul nostro territorio. Dopo quasi un anno dalla sua messa in funzione, posso ritenermi soddisfatto di questa scelta. Non solo è stato possibile far fronte a una situazione straordinaria in estate, ma anche in autunno, quando il flusso migratorio non dava segni di diminuzione, si è potuto continuare a garantire un degno alloggio temporaneo e un’adeguata sicurezza nel Mendrisiotto.
Anche quest’anno non siamo stati con le mani in mano e abbiamo richiesto il prolungamento dell’operatività del centro unico di Rancate. Con questa scelta non abbiamo ignorato o aggirato la volontà di chi lo scorso anno ha firmato contro la presenza del centro, bensì abbiamo voluto continuare a garantire con la stessa efficienza la sicurezza sul territorio: in effetti, in questi dieci mesi di attività non sono mai stati riscontrati problemi di ordine pubblico o fughe di migranti. Voglio quindi poter garantire la stessa sicurezza anche quest’anno, per i momò e per tutti i ticinesi. E farò in modo anche quest’anno che la Confederazione contribuisca a questa situazione che è eccezionale a livello elvetico. Il Ticino, che è la Porta Sud della Svizzera, si sta facendo infatti carico non solo della sicurezza cantonale: il lavoro che facciamo a Sud delle Alpi ha un effetto decisamente positivo anche a Nord.
Anche questa estate sarà calda, caldissima dal profilo migratorio. Anche quest’anno il Ticino sarà toccato in maniera non paragonabile agli altri Cantoni svizzeri. Continueremo a collaborare in maniera ottimale con la Confederazione – con il Corpo delle guardie di confine e con la Segreteria di Stato della migrazione – e con le autorità italiane, come lo abbiamo già fatto negli scorsi anni. È importante anticipare. Prima che i riflettori dei media si focalizzino sulla questione. Perché non deve essere una risposta a una maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica: è un’azione che ha importanti effetti sulla sicurezza di tutti i ticinesi e di tutti gli svizzeri. Noi ci faremo trovare pronti: a dimostrarlo saranno i fatti, non le parole.
Norman Gobbi,
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni