Dal Mattino della Domenica:San Gottardo: il secondo tunnel è l’unica soluzione
“Chiediamoci realmente: cosa succederebbe se il nostro Cantone rimanesse isolato dal resto della Svizzera per 3 anni? Sarebbe una vera e propria catastrofe!”. Inizia così la nostra chiacchierata con il Ministro leghista Norman Gobbi, Presidente del Governo ticinese, che sul risanamento del San Gottardo ha espresso più volte la sua chiara opinione. “Si tratta di mettere al primo posto gli interessi del Ticino. Anch’io, come Leventinese, sono ad esempio preoccupato per il fatto che AlpTransit potrebbe ulteriormente marginalizzare le regioni periferiche del Cantone, ma non per questo non riconosco la bontà del progetto e le ricadute positive che esso avrà sul nostro territorio.” È un Norman Gobbi che ragiona quindi da uomo di Stato, a maggior ragione dopo l’emozionante cavalcata per il Consiglio federale dello scorso anno, nella quale ha potuto toccare con mano come il nostro Cantone è visto nel resto della Svizzera. “Anche se in taluni casi gli altri capiscono le nostre rivendicazioni, non si può certo dire che queste siano veramente comprese”.
Un aspetto determinante, quest’ultimo, specialmente in vista della votazione del prossimo 28 febbraio, che rappresenta un crocevia decisivo per i destini del nostro Cantone. In ballo c’è, infatti, il rischio che il Ticino rimanga isolato dal resto della Svizzera. Ma non finisce qui. Dietro questa votazione c’è pure il rischio di compromettere la coesione nazionale del nostro Paese. “Nella mia campagna federale ho più volte ricordato il ruolo fondamentale che il Ticino, quale minoranza linguistica e culturale, svolge per l’intera Svizzera, evitando una netta contrapposizione tra la Svizzera tedesca e quella romanda”. Un ruolo che senza il San Gottardo verrebbe completamente ridimensionato, se non peggio.
Inoltre, Norman Gobbi si sofferma su un aspetto importante, ovvero l’aumento di capacità, specificando che questo non avverrà. In questo senso, ricorda difatti che “il Ticino si è sempre opposto – e continuerà a farlo – a un aumento di capacità della galleria autostradale del San Gottardo, che , tra l’altro, è pure vietato dalla Costituzione e dalla legge federale. In futuro per aumentare la capacità del tunnel bisognerà lanciare un’iniziativa popolare, raccogliere le firme e vincere la votazione, ottenendo la maggioranza di popolo e Cantoni”. Infine, tiene a precisare sollevare dubbi sulla certezza di questa procedura significa mettere in discussione l’essenza stessa della democrazia diretta elvetica!
Il secondo tunnel è dunque l’unica strada percorribile se vogliamo ancora sperare in un futuro migliore per il nostro Cantone. Perché di questo si tratta: una scelta responsabile per le generazioni future. Una strada che tra l’altro presenta il miglior rapporto costi-benefici, come indicato anche dal Consiglio federale. Ma c’è di più. “Non bisogna sottovalutare gli aspetti legati alla sicurezza. Oggi nella galleria del San Gottardo il rischio di incidenti frontali è purtroppo elevato, come testimoniano tutte le persone che, come me, regolarmente percorrono questo tunnel. Un rischio che, con il secondo tubo, verrebbe finalmente eliminato”. Su questa motivazione, i contrari al risanamento del Gottardo hanno sempre glissato, non rendendosi conto che ci sono in gioco la sicurezza dei cittadini-conducenti e la vita di molte persone. “Il secondo tubo rappresenta quindi l’unica soluzione per il futuro del nostro Cantone – e di riflesso anche della Svizzera – e per la sicurezza della popolazione!” indica Norman Gobbi. Un Norman Gobbi al solito combattivo e pronto a continuare a difendere gli interessi del Ticino, che conclude invitando tutti i Ticinesi a votare SÌ il prossimo 28 febbraio. “Una sfida che dobbiamo vincere insieme per il Ticino!”