Intervista pubblicata all’interno de L’Universo, giornale studentesco universitario indipendente
Il periodo di studi all’università può rivelarsi ancor più proficuo se ci si riesce a costruire una rete di relazioni personali solide ed interessanti.
N. Gobbi, dopo aver studiato scienze politiche a Zurigo è tornato a Lugano dove, oltre a lavorare come consulente nell’ambito della comunicazione, ha anche frequentato l’USI, laureandosi in scienze della comunicazione.
Gli chiediamo come ricorda il periodo da studente al campus di Lugano: «Conservo dei bei ricordi del mio periodo universitario. Sono stati anni molto importanti dal punto di vista formativo e personale. Ho avuto l’opportunità di conoscere persone interessanti, così come di frequentare ambienti stimolanti.
Un ricordo particolare? A pensarci bene ce n’è uno che mi fa sorridere tutte le volte che ritorna a galla: a un corso tenuto dal professor Lorenzo Cantoni, ho condotto una ricerca sulla Polizia ticinese e sulla percezione che hanno i ticinesi della sicurezza; ho quindi avuto modo di intervistare l’allora responsabile web del Dipartimento che qualche anno dopo mi sono trovato a dirigere. Mi fa sempre uno strano effetto pensare a come le cose sono andate tanto in fretta».
A questo punto, domandiamo al Direttore se ciò che ha studiato all’università gli sia davvero stato utile nella sua esperienza successiva. Pur entusiasta del percorso di studi intrapreso, N. Gobbi ci fa una confessione interessante. Ci dice di aver trovato più pertinenti rispetto alle sue aspettative gli studi in scienze della comunicazione piuttosto che quelli in scienze politiche. Una risposta che conferma quanto il sapere comunicare efficacemente sia uno degli elementi più importanti del mestiere del politico. «Credo in una politica fondata sul confronto dialettico, sullo scambio di opinioni, sulla difesa argomentata delle proprie idee e sulla condivisione con gli altri (politici e cittadini) del proprio pensiero. Considero il politico prima di tutto un comunicatore, una persona che sa quello che dice e sa come dirlo. È un “mestiere” che richiede chiarezza, capacità di dialogo e di ascolto».
Infine, chiediamo quale sia il problema politico che più lo preoccupa al momento: «Più che di problema parlerei di sfide, che non sempre hanno un solo lato ma sono spesso un concatenarsi di elementi. La grande instabilità odierna porta molti ad essere pessimisti sul futuro; vista la mia predisposizione e posizione nel Governo cantonale mi concentro nel garantire stabilità nell’ambito della sicurezza, poiché senza sicurezza non possono esistere sviluppo economico e pace sociale. In questi anni, con la squadra che ho creato a livello dirigenziale nel mio Dipartimento, ci siamo concentrati a migliorare le condizioni quadro nel nostro Cantone, riportando i tassi di sicurezza a livelli di grande soddisfazione (dimezzamento dei furti nel Mendrisiotto ad esempio), con tassi di criminalità inferiori a quelli registrati negli ultimi 10 anni. Dall’altra parte abbiamo spinto a migliorare le prestazioni dei nostri servizi, facendo di più con meno o uguali risorse, puntando molto sulle nuove tecnologi e sullo sviluppo di nuove competenze. Cosi abbiamo risposto a questa sfida, dare stabilità e possibilità di crescita in maniera controllata e sostenibile. E per il futuro rispondo che siamo sempre pronti!».