Nuova azione di sensibilizzazione nazionale contro gli episodi di aggressione ai poliziotti. Una campagna per dire basta alla violenza.
‘Stop alla violenza contro la polizia’: è il titolo della campagna nazionale lanciata ieri dalla Federazione svizzera dei funzionari di polizia (Fsfp) che esige fatti e non più parole. Dopo aver iniziato il dibattito politico per una petizione che chiedeva in particolare di rafforzare le sanzioni, i poliziotti svizzeri si mobilitano: stand d’informazione sono stati allestiti ieri nelle tre regioni linguistiche. Per il Ticino il punto d’informazione è stato posizionato a Lugano.
Nel canton Vaud, le autorità sono sensibili al problema: il Consiglio di Stato in corpore e una larga maggioranza del Parlamento hanno anche sostenuto la petizione della Fsfp, precisa la responsabile del Dipartimento della sicurezza Jacqueline de Quattro in un’intervista apparsa ieri sul 24 Heures .
La ministra ricorda che la petizione chiede la reintroduzione delle pene detentive di breve durata, l’aumento della sanzione penale minima in caso di violenza nei confronti di funzionari e una pena raddoppiata in caso di recidiva. « Quest’ultima proposta dovrebbe essere attenuata, ma sono d’accordo con il principio di una maggiore severità per trasmettere un messaggio dissuasivo », aggiunge de Quattro. Se gli atti di violenza contro i poliziotti sono nettamente aumentati negli ultimi dieci anni, il loro numero dal 2009 al 2010 ha registrato una leggera flessione nel cantone Vaud passando da 99 a 71, aggiunge de Quattro, sottolineando tuttavia che l’intensità di questa violenza aumenta.
Oggi, quindi, anche in polizia vi è la percezione che la violenza non è un rischio professionale. Gli agenti sono sempre più vittime di violenza e minacce durante il loro lavoro. A due anni di distanza dalla prima mobilitazione della Fsfp, la Federazione, complice anche l’aumento di casi di violenza nei confronti degli agenti, torna quindi alla carica con una nuova campagna di sensibilizzazione a livello nazionale soprattutto per sensibilizzare il potere politico a questa fattispecie e in modo da trovare delle soluzioni concrete. Il vicepresidente della Federazione, JeanMarc Widmer, ha ricordato, nel suo intervento di ieri alla presentazione della campagna, che la violenza nei confronti degli agenti sovente non è solo fisica. Spesso i poliziotti vengono insultati o coperti da sputi. Inoltre, pure la violenza psicologica lascia segni indelebili. Widmer ha altresì rammentato che la violenza non colpisce l’uniforme, ma la persona, quindi presa di mira non è l’istituzione in sé ma i suoi funzionari.
Parte integrante della campagna è un volantino con le richieste più importanti della Fsfp e la Confederazione europea di polizia (EuroCop). I direttori dei Dipartimenti di polizia sostengono il progetto. E, per bocca della direttrice del Dipartimento sangallese di polizia nonché presidente della Conferenza cantonale dei direttori di Giustizia e Polizia Karin Keller-Sutter ricorda che se tali azioni di sensibilizzazione riescono a smuovere l’opinione pubblica è tanto di guadagnato anche perché la violenza contro gli agenti di polizia non venga considerata come un reato perdonabile o da minimizzare. La Conferenza dei direttori di Giustizia e Polizia sostiene anche le due prossime revisioni del Codice penale: da una parte la modifica del diritto delle sanzioni nella parte generale del Codice, che prevede la reintroduzione di pene detentive di breve durata, dall’altra l’armonizzazione delle norme penali nella parte speciale.
E non si può certo affermare che i numeri non abbiano influito sulla nuova compagna di sensibilizzazione. Infatti i dati delle statistiche della polizia sulla criminalità parlano chiaro: se nel 2000 sul territorio nazionale erano stati rilevati 774 casi di violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari, dal 2008 al 2010 in tutta la Svizzera si è saliti a oltre 2’000 casi, con un picco massimo di 2’350 nel 2009 (nel 2010: 2’258 casi). Nello stesso periodo sono cresciute da circa 600 a oltre 1’400 anche le condanne passate in giudicato per violazioni del summenzionato articolo del Codice penale emesse nei confronti di adulti. Le sentenze penali nei confronti di minori sono passate da 34 a 148. Per dare una risposta a questo stato delle cose, le autorità politiche hanno fatto i primi passi nella giusta direzione. Il Consiglio nazionale, in effetti, nell’ottobre 2010, con 114 voti contro 62, ha rimandato la petizione alla Commissione degli affari giuridici per il suo trattamento, dopo che i commissari si erano pronunciati per la non entrata in materia. E, sempre nel 2010, è stata avviata la procedura di consultazione per modificare il diritto delle sanzioni del Codice penale e, pure, quella per l’armonizzazione del Codice stesso. Lo scorso settembre, inoltre, la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha confermato che il rapporto del Consiglio federale sulla procedura di consultazione (concernente la reintroduzione delle pene detentive di breve durata) sta per essere concluso.
Norman Gobbi: ‘Il Cantone sostiene le richieste della Federazione’
Per fare il punto della situazione a sud delle Alpi abbiamo chiesto al direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi se i fenomeni di violenza contro gli agenti sono un tema ‘caldo’ anche in Ticino e come intende muoversi il Cantone sulla nuova campagna di sensibilizzazione. Il consigliere di Stato precisa quindi che « purtroppo anche da noi i fenomeni di violenza contro gli agenti diventano sempre più numerosi specialmente in caso di eventi sportivi o ancora durante alcuni processi al Tribunale penale federale di Bellinzona. Come – prosegue Gobbi – abbiamo fatto di recente informando i diretti interessati che non si possono tollerare gli abusi dell’uso della forza da parte dei poliziotti, siamo altrettanto convinti che sia necessario combattere gli atti di violenza contro gli agenti». Quindi anche il Ticino comincia a conoscere delle situazioni di aggressione alle forze dell’ordine. «Purtroppo non siamo esenti da questo tipo di episodi. Ben vengano quindi la possibilità di adottare mezzi legislativi più incisivi contro coloro che usano violenza nei confronti degli agenti. Atti che non possono in nessun modo essere tollerati anche perché l’agente mette a repentaglio la sua incolumità per il bene di tutti. Per cui anche il mio Dipartimento così come il Cantone sostengono le richieste della Federazione svizzera dei funzionari di polizia e, evidentemente, anche la nuova campagna di sensibilizzazione lanciata ieri».