Sebbene la strada verso la concretizzazione del centro di controllo per Tir di Giornico sia ancora assai lunga (bene che vada sarà pronto nel 2019 senza contare i possibili ricorsi al Tribunale amministrativo federale contro la decisione del Datec), il Dipartimento delle istituzioni e il Comando della Polizia cantonale si rallegrano della decisione giunta ieri da Berna.
La struttura, interamente finanziata dalla Confederazione, verrà creata sul modello di quella già funzionante da quattro anni a Ripshausen nel Canton Uri e permetterà il controllo degli oltre 1’500 veicoli pesanti che giornalmente circolano sull’asse sud-nord. Gli agenti della Polizia cantonale effettueranno così controlli ancora più accurati grazie alle numerose installazioni tecniche, ciò che avrà una ricaduta positiva in termini di sicurezza del traffico. Al contempo, sarà creato uno spazio idoneo per lo stoccaggio e il dosaggio del traffico pesante in direzione della galleria del San Gottardo.
Non da ultimo, positive saranno le ricadute sul piano occupazionale, visto che la gestione del centro porterà alla creazione di 50 nuovi posti di lavoro: 16 per agenti di polizia e 34 per addetti alla sicurezza. Tuttavia, come detto, è ancora data la possibilità di ricorso al Taf. A questo riguardo il consigliere di Stato Norman Gobbi , direttore delle Istituzioni, da noi contattato evidenzia che « nella patria dell’Iniziativa delle Alpi, ovvero il Canton Uri, non vi sono stati ricorsi contro la struttura di Ripshausen ». Invece in Ticino, allo stato attuale, bene che vada la prevista e osteggiata struttura di Giornico accumulerà sei anni di ritardi: « Sei anni durante i quali non vi saranno stati i 50 posti di lavoro programmati, non sarà stata riqualificata l’area altamente inquinata dell’ex Monteforno, non saranno state incassate le multe dei camion fuori norma e non sarà garantita la necessaria sicurezza del transito pesante sull’asse sud-nord ».
LaRegione Ticino, 15.03.2013