Beccato Norman Gobbi è finito nel radar di Quinto. A Piazza del Corriere: «Un istante di disattenzione».
Sorpresa ieri sera nel corso della trasmissione di Piazza del Corriere intitolata «Il radar batte dove la cassa duole». Il direttore del Dipartimento delle istituzioni, il leghista Norman Gobbi , intervistato ha ammesso che anche a lui è capitato di essere immortalato da un radar. Alla domanda del conduttore Gianni Righinetti – «Quando è stato pizzicato l’ultima volta?» – ha risposto in maniera spontanea e trasparente: «Per assurdo davanti a casa mia, ad Ambrì, dal radar fisso lungo la strada cantonale. È la conferma che un momento di disattenzione può costare la multa anche al direttore del Dipartimento».
L’ammissione conferma che anche ai politici illustri può accadere. Avveniva in passato (vedi riquadro), accade oggi e capiterà anche in futuro. È ovviamente clamoroso che questo succeda al direttore delle Istituzioni, per giunta a due passi da casa, lungo una strada che Gobbi avrà percorso un’infinità di volte. Non è dato sapere di quanti chilometri orari fosse il superamento del limite di velocità, ma il tono di Gobbi induce a ritenere che si sia trattato di una bagatella e tutti possono incorrervi.
In studio, dove sono giunti numerosi messaggi sms e e-mail, c’era il responsabile del Reparto mobile speciale della polizia stradale Marco Guscio che, annunciando controlli nelle prossime settimane, ha precisato che non riguarderanno la sola velocità. E ha assicurato che lam polizia «non si apposta in ogni angolo di strada per sbucare a sorpresa; ma un po’ di suspense non guasta». Dal canto suo il portavoce del TCS Renato Gazzola ha ribadito che «la prevenzione è basilare e richiede ulteriore impegno; ma le strutture, è il problema, non sono adeguate ai mezzi di cui si dispone oggi». A Piazza del Corriere sono intervenuti anche due parlamentari, il democentrista Marco Chiesa («Non nascondo che un mese senza patente me lo sono fatto, comunque attenzione alla guida e senso di responsabilità si acquisiscono col tempo») e il leghista Michele Foletti : «In gioventù abitavo a Noranco e c’era una scuderia automobilistica che provava le auto su strada. Ogni tanto il comandante Chinotti mi richiamava con la minaccia di fare rapporto, ma io più che altro stavo a guardare…».
Gobbi non si è limitato a descrivere la disavventura personale, ma a proposito di segnalazioni radar da vietare ha preso posizione: «Sto dalla parte della legge che, purtroppo, non ci permette di tollerare tutti i supporti d’informazione». Segnalare i controlli non è prevenzione? «La maggior parte delle segnalazioni non riguarda controlli della velocità, ma postazioni antirapina o controlli generali. E anche nel caso dei controlli radar, l’automobilista informato rallenta all’altezza dell’apparecchio, accelerando spesso immediatamente dopo. La segnalazione, insomma, ha un effetto deterrente limitato». RED.