E’ innegabile che quella che sta concludendo sia stata una settimana particolarmente turbolenta nel mondo politico ticinese. Dopo la frase apparsa nella rubrica “Wikileaks Ticino” del Mattino della Domenica contro Giovanni Orelli, si sono succedute le prese di posizione, le repliche, i commenti e le lettere aperte.
Da una parte gli attestati di solidarietà a Orelli da parte del Partito Socialista (ma non solo), dall’altra la difesa del diritto di satira da parte di Boris Bignasca, e le sue dimissioni dalla Lega dei Ticinesi. Poi l’attacco a Michele Foletti che ha messo in pericolo la sua nomina a Presidente del Gran Consiglio, e ieri sera l’abbandono del seggio parlamentare di Chiara Orelli, figlia di Giovanni.
Fatti che anche il Consigliere di Stato Norman Gobbi commenta sui social network. “Oggi assemblea dei giudici di pace ticinesi” scrive il direttore del Dipartimento delle Istituzioni “espressione della giustizia popolare e anche del buonsenso e della ragionevolezza applicate al diritto. Due elementi – buonsenso e ragionevolezza- che questa settimana son andati un po’ persi, con effetti che mi fan dispiacere”, ovvero le dimissioni di Orelli e Bignasca.
La speranza di Gobbi è che “tutto sia stato solo un momento di smarrimento che supereremo presto (con la meritata nomina a presidente del Gran Consiglio ticinese di Michele Foletti)”. Però “in cauda venenum”, nella coda sta il veleno. Ovvero nelle ultime parole del Consigliere di Stato: “La vita è fatta episodi da cui imparare e migliorare; dallo sdegno variabile, che applica due pesi e due misure, c’è invece poco da imparare”.
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