Da TIO.CH l Dopo il no popolare alla fiera universale, oggi i politici ticinesi a Rho tra difesa e critica.
C’era una sottile aria di imbarazzo al padiglione svizzero di Expo 2015, per la giornata ticinese. Un Ticino che, lo sappiamo, ha detto no, tramite votazione popolare, al finanziamento pubblico per la presenza cantonale all’esposizione universale. Un no che oggi pesava non poco e lo si è percepito nei discorsi che i rappresentanti del nostro Cantone hanno tenuto a Rho.
Tanti i politici ticinesi presenti. Il discorso ufficiale è stato aperto dall’ambasciatore Dante Martinelli che ha sottolineato il successo di Expo, sia menzionando le cifre diffuso fino a ora, sia per i temi esposti. “Sarebbe auspicabile – ha detto – che anche le suole ticinesi possano presenziare”.
Il no del Ticino è stato ricordato dall’ambasciatore: “Il Ticino ha saputo fare di necessità virtù grazie agli interventi degli sponsor privati”. Concetto sottolineato anche da Paolo Beltraminelli, che ha ricordato “conflitti, sane dispute e riunioni”. “A oggi siamo a Expo – ha detto Beltraminelli – con un progetto di qualità”, e ha concluso con un invito alla riflessione: “I ticinesi devono affrontare il fatto che essere svizzeri di lingua italiana implica un confronto aperto con l’Italia e le regioni vicine”.
È stata poi la volta di Norman Gobbi, il quale ha voluto subito mettere le mani avanti e ricordare che i ticinesi “non volevano vedere investire denaro pubblico in questa manifestazione. All’indomani della votazione, e visto l’esito di quest’ultima, ho infatti sottolineato come non si potesse ignorare i cittadini che avevano detto no all’utilizzo di denaro pubblico. Un atto di rispetto nei confronti dei ticinesi”.
Gobbi ha inoltre tenuto a giustificare la sua presenza: “La complessa e discussa vicenda legata alla partecipazione del Ticino a Expo 2015 mi vede oggi partecipare a questo evento, per alcune particolari coincidenze politicoistituzionali, in veste di Presidente del Consiglio di Stato. Una partecipazione a cui, come ho sempre affermato, non mi sarei mai sottratto”.
Nel suo lungo discorso Gobbi ha toccato, oltre che il tema scelto dal padiglione svizzero, l’importante tema relativo al San Gottardo, in merito al quale la popolazione svizzera sarà chiamata a votare: “Una parte della politica è pronta ad accettare l’idea che un Cantone venga separato dal resto della Confederazione per quasi tre anni. Come ticinesi dobbiamo fare attenzione a non assecondare il disegno di chi vorrebbe semplicemente togliere risorse al nostro Cantone per aggiudicarsele”.
Gobbi ha chiuso con una metafora sull’acqua, tema della giornata ticinese a Expo 2015, sottolineando un’apertura verso Sud, concetto insolito per il pensiero leghista: “Da figlio della regione del Gottardo, auspico che la classe politica svizzera di oggi e di domani sappia prendere esempio dalla geografia delle nostre Alpi, rappresentata dallo stupefacente monolite di granito ticinese esposto nel Padiglione. Come il San Gottardo orienta il flusso delle sue acque, distribuendo equamente le proprie risorse verso tutti e quattro i punti cardinali, anche la Confederazione, per il tramite dei suoi rappresentanti, deve guardare in tutte le direzioni, sud compreso. Solamente in questo modo potrà infatti continuare a essere un modello di riferimento per il Mondo: un sistema nel quale grandi e piccoli collaborano insieme a beneficio di tutti i cittadini”.
“Evviva il Ticino”, con queste parole Gobbi ha poi fatto calare il sipario sul suo discorso.
L’intervento ufficiale si è chiuso con la proposta di specialità gastronomiche del nostro cantone all’insegna di formaggi e salumi.