“Possiamo parlare di diversi livelli di minaccia”
“La Svizzera già dal 2014 ha rivisto l’ordinanza che chiede di avere scorte sufficienti per rifornire la popolazione di queste famose ‘tablette’ di iodio” commenta Gobbi, aggiungendo che in particolare, queste “tablette” “erano già pensate per coloro che abitano a ridosso di centrali nucleari in Svizzera”, ma restano ovviamente a disposizione di tutta la popolazione. “Il Canton Ticino ha rivisto regolarmente questo dispositivo, d’intesa con il farmacista cantonale e la sezione del militare protezione popolazione, l’ultima volta del 2019”. Un piano di approvvigionamento di questi medicamenti c’è per tutta la popolazione, rassicura Gobbi, aggiungendo che ovviamente servono a evitare danni per la salute in caso di minaccia nucleare.
“La Confederazione ha bloccato la fornitura alle farmacie private”
In queste ultime ore, al fine di garantire le scorte a tutta la popolazione elvetica “la Confederazione ha bloccato la fornitura di questi farmaci alle farmacie private” per garantire le scorte a favore del Paese in caso di necessità. “Come con qualsiasi medicamento, anche con questi non bisogna scherzare, soprattutto in caso di un attacco o di un rischio per la salute”. La situazione viene costantemente monitorata per controllare le particelle presenti sia nell’aria che nel suolo, anche in coordinamento con i Paesi confinanti, commenta Gobbi.
“Non sono necessari provvedimenti speciali”
“In Svizzera siamo ben messi perché c’è una capacità di accoglienza per circa 9 milioni di persone e anche in Ticino la copertura è garantita per tutti, sia in quelli pubblici sia quelli costruiti all’interno di abitazioni private”. È importante sottolineare che è necessario avere un ordine delle autorità “non è che la gente può andare nel rifugio perché ha paura” aggiungendo che “al momento, nonostante se ne parli molto, non c’è una reale minaccia per la popolazione elvetica e quindi non bisogna prendere misure o provvedimenti speciali”.
Scorte di emergenza: “è un richiamo”
Ieri la Confederazione ha suggerito di fare delle scorte d’emergenza, ma è solo un richiamo in quanto “teoricamente e in maniera preventiva da buoni svizzeri dovremmo sempre avere delle scorte in casa perché possono succedere degli imprevisti, è quindi giusto avere sempre in casa circa 9l di acqua a testa per una settimana, rispettivamente pasta e riso e scatolame, ma solo come misura preventiva. Una volta era normale averlo”. Oggi però sono sempre più le persone che vivono sole e che fanno la spesa per la giornata, senza quindi avere delle scorte; “questi momenti dovrebbero farci riflettere su come le emergenze e le crisi possano arrivare in qualsiasi momento e non solo in caso di conflitto armato” conclude Gobbi.
Da www.ticinonews.ch