L’importanza di esercitare le capacità di affrontare le minacce
Più di 2’000 persone coinvolte in tutta la Svizzera, 70 stati maggiori di condotta attivati in tutti i Cantoni: è questo in estrema sintesi il quadro dell’esercitazione della Rete integrata svizzera per la sicurezza, che ha avuto il suo culmine nelle giornate dall’11 al 13 novembre scorso. “Immaginate un attacco terroristico, scenario che Nazioni a noi vicine hanno dovuto subire e che purtroppo non possiamo escludere che si verifichi anche in Svizzera. Ecco, l’operazione svoltasi anche qui in Ticino era proprio incentrata su una tale simulazione” – afferma il consigliere di Stato Norman Gobbi che giovedì a Berna, in qualità di presidente della conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri, nonché responsabile della Piattaforma politica della Rete di sicurezza, è intervenuto nella giornata di chiusura, dopo aver seguito, passo passo nei mesi scorsi l’organizzazione. “Poter verificare e allenare ai più alti livelli e in simulazioni realistiche le capacità di risposta e di intervento contro potenziali grandi rischi – come lo è sicuramente il terrorismo – risulta decisivo per garantire una elevata capacità di intervento, se dovessero verificarsi casi reali, e quindi poter dare la massima protezione alla nostra gente. In particolare, assieme a tutti gli altri enti coinvolti, questo tipo di esercitazione – che è la più importante che si tiene ogni due anni nel nostro Paese – permette di verificare l’interazione tra polizia ed esercito nelle situazioni di minaccia. L’esercito svolge un ruolo cruciale come partner della protezione della popolazione nell’ambito degli impieghi sussidiari di sicurezza, ad esempio per la protezione di infrastrutture sensibili. Per entrare in aspetti più tecnici, il coordinamento di tutte le nostre capacità di risposta alle crisi è un fattore essenziale. La gestione delle crisi spinge gli esseri umani ai limiti delle loro capacità prestazionali. Di fronte a una crisi, specialmente coloro che occupano una posizione di comando, possono sentirsi sopraffatti dall’urgenza, dall’incertezza e dai problemi di informazione. È dunque fondamentale che possano appoggiarsi su processi conosciuti e collaudati. Non si può scherzare di fronte alle minacce. Non si può scherzare quando avvengono sciagure e tragedie. Formare le persone per rispondere al bisogno di protezione della popolazione è un compito dunque essenziale: un’assicurazione sulla nostra vita”, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.
Ma come viene valutato questo esercizio, durato 52 ore ininterrotte e che ha visto anche il Consiglio di Stato ticinese coinvolto direttamente, visto che una delle minacce principali era costituita da un possibile attacco al Tribunale penale federale di Bellinzona? “La valutazione finale deve ancora essere fatta nei suoi aspetti più tecnici. Ciò che possiamo dire è che l’esercitazione è stata un successo completo, nella consapevolezza che tali esercizi devono essere effettuati anche in futuro”, conclude Norman Gobbi.