Non solo un fenomeno femminile, quasi il 30% vede vittime uomini. Un Piano d’azione cantonale che è sì positivo, ma in costante e necessario divenire.
Norman Gobbi: ‘La violenza tra le mura di casa è un problema strutturale e trasversale’. In Ticino nel 2022 registrate 652 infrazioni e quasi mille interventi della polizia.
La violenza domestica non è, solo, una ‘ questione femminile. Certo, non sono cifre per così dire sorprendenti, è già attestato da tempo che vittime sono anche gli uomini, ma probabilmente non in questa percentuale, quasi il 30%. Un dato che ci porta a dire, una volta di più, che continua a essere, con numeri e forme ancora maggiori, un ‘fenomeno’, come definito in apertura della conferenza stampa dal responsabile del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, «preoccupante, strutturale e trasversale e che riguarda tutta la società. La violenza domestica non è più un fenomeno privato ma una problematica sociale alla quale lo Stato, in collaborazione e coordinandosi con la società civile, deve garantire risposte concrete e strutturali. Essendo un tema a carattere trasversale è fondamentale, inoltre, coordinare le diverse politiche e gli interventi, sia a livello istituzionale tra i vari servizi, sia attraverso enti e associazioni, valorizzando le competenze e il lavoro di ognuno. Per questo non può che esservi prima di tutto un cambiamento culturale».
In Svizzera, ogni giorno, 55 reati riguardano casi di violenza domestica, due al giorno in Ticino per quanto attiene alle infrazioni in ambito familiare e tre al giorno per gli interventi di polizia. Numeri che impattano in maniera forte non solo sulla sfera personale e sociale, ma anche della salute pubblica. Ed è per questo che a scendere in campo nella lotta alla violenza domestica sono anche i dipartimenti della Sanità e socialità e dell’Educazione, cultura e sport: «A fronte dei dati non solo a livello cantonale – ha evidenziato il consigliere di Stato nell’imminenza, il 25 novembre, della Giornata mondiale –, il contrasto alla violenza domestica è tema prioritario dell’agenda politica internazionale, svizzera e del nostro cantone, tanto che il bilancio, in questi primi due anni del Piano d’azione cantonale, è positivo».
Tre assi, quattro punti strategici
Tre, in particolare, gli assi sui quali scorre l’attuazione della Convenzione di Istanbul del 2022: informare e sensibilizzare la popolazione affinché si conoscano le varie forme di violenza, le offerte di aiuto e i propri diritti; la formazione e il perfezionamento di specialisti e volontari; la violenza sessualizzata, ovvero la lotta per contrastare cause e conseguenze. Non dimentichiamo che la violenza, del resto, usata consapevolmente o inconsapevolmente, colpisce ogni classe, sesso, come anticipato, ed età: in Svizzera, infatti, tra le 300 e le 500mila persone con più di 60 anni sono vittime ogni anno di una qualche sua forma.
In Ticino l’obiettivo principale, e «ambizioso», come annotato da Frida Andreotti, direttrice della Divisione della giustizia, resta perciò quello di «rendere strutturale il sistema di prevenzione e di gestione della violenza, migliorando la risposta alla violenza e favorendo di conseguenza il suo decrescere». Come raggiungere questo traguardo? «Attraverso la realizzazione di quattro punti strategici che vanno dalla prevenzione alla protezione della vittima, dal perseguimento dell’autore o dell’autrice alle politiche coordinate».
Ottanta misure, sessanta attivate
Sono un’ottantina le misure previste, di cui sessanta già attivate e divenute strutturali e una ventina in fase di sviluppo o ancora da attivare. A corollario, per la seconda volta in Ticino, una serie di eventi volti alla prevenzione attraverso la campagna mondiale denominati ‘16 giorni di attivismo contro la violenza di genere’ (maggiori informazioni su www.ti.ch/violenza-domestica) e illustrati da Monica Bucci, aggiunta alla direttrice della Divisione della giustizia.
Perché, molta resta la strada ancora da percorrere. Non ha mancato di evidenziarlo anche il dottor Mattia Lepori, vicecapo Area medica dell’Ente ospedaliero cantonale: «Uno dei maggiori problemi dei sanitari riguarda il repentino e continuo mutamento del quadro legislativo. Se fino al 2020 vi era, infatti, l’obbligo di segnalazione da parte di ogni operatore sanitario, una sentenza del 2021 del Tribunale federale vi ha fatto prevalere il segreto professionale tanto che oggi la segnalazione diretta da parte del Pronto soccorso alla Magistratura avviene solo nel 35% dei casi, rispetto al 95% prima della modifica dell’articolo 68 della Legge sanitaria».
Il futuro nell’articolo 68
Lo sguardo sul futuro va, quindi, a riportare l’attenzione, e la tutela, sulla vittima piuttosto che sulla confidenzialità dei dati sanitari, o meglio verso “l’obbligo di informare rapidamente entro un massimo di 30 giorni il Ministero pubblico, direttamente o per il tramite del medico cantonale, di ogni caso di morte per causa certa o sospetta di reato venuto a conoscenza in relazione con l’esercizio della propria funzione o professione”, o quantomeno, in casi particolari, di una “facoltà di segnalazione”.
Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 22 novembre 2023 de La Regione
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«Violenza di genere, è tempo di un cambiamento culturale»
Le autorità hanno fatto il punto a due anni dal lancio del programma cantonale Norman Gobbi: «È un problema che tocca la società tutta e che necessita di risposte strutturali» Mattia Lepori denuncia il depotenziamento dell’articolo 68 – Sabato a Bellinzona giornata informativa
La cronaca di questi giorni ce lo ha ricordato in tutta la sua drammaticità: la violenza domestica, in particolare quella sulle donne, è un problema individuale ma anche sociale. Non si potrebbero spiegare altrimenti, certi numeri. Il Cantone prova, di fronte a questo scenario, a fare quadrato e a offrire alcune risposte. Ieri mattina, a Bellinzona, è stato presentato il bilancio annuale del Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica. «Insieme contro la violenza domestica ». Quel concetto, «insieme », è stato ribadito più volte, da Norman Gobbi, ma anche dagli altri relatori, nell’occasione Frida Andreotti, direttrice della Divisione della giustizia, Monica Bucci, aggiunta alla direttrice, e Mattia Lepori, in rappresentanza dell’EOC, di cui è vice capo dell’area medica.
La consapevolezza
Lo stesso consigliere di Stato lo ha detto chiaramente: «La violenza domestica è un fenomeno preoccupante, strutturale e trasversale che riguarda tutta la società». Da qui, l’intervento accresciuto da parte delle autorità. Una risposta, insomma, a un problema che esiste e che viene riconosciuto nella sua complessità. Tornando alla cronaca, è facile capire da dove proviene questa complessità. È facile spiegarla, ma non affrontarla. In questo senso, Gobbi ha insistito sul concetto di «consapevolezza ». Accrescere la consapevolezza proprio per riconoscere i rischi, i pericoli. Da noi interrogato, ha parlato della necessità di un «cambiamento culturale ». Citando proprio gli ultimi casi di cronaca, ha poi aggiunto: «Va cambiato il rapporto interpersonale, in particolare quello di genere. Bisogna superare l’idea che ci sia un genere dominante sull’altro. E qui entriamo anche nel campo delle pari opportunità». Inoltre, «è importante veicolare il cambiamento culturale sin dalla scuola. Ecco perché il progetto coinvolge anche il DECS». E bisogna fare in modo «che tutti siano in grado di chiedere e ottenere aiuto. Ma questo deve essere fatto in modo coordinato, coinvolgendo chi opera sul terreno. C’è un problema, ma le istituzioni ci sono, sono pronte a rispondere e a supportare le vittime, a offrire soluzioni nell’ottica di una corretta presa a carico».
Numeri drammatici
Sono stati presentati anche i numeri del 2022. Numeri drammatici, è chiaro. Numeri che non siamo mai pronti ad ascoltare, e infatti ci sorprendono ogni volta. In Svizzera sono stati commessi, lo scorso anno, 19.978 reati in ambito di violenza domestica: 25 omicidi (il 59,5% degli omicidi consumati registrati dalla polizia), 61 tentati omicidi, 123 lesioni gravi, 2.167 lesioni semplici, 6.497 vie di fatto. Circa il 40% di tutti i reati di violenza registrati dalla polizia è classificato come violenza domestica. Nel 70,2% dei casi la vittima è donna, nel 29,8% dei casi è uomo, «perché spesso in questi casi le figure si confondono », come sottolineato da Frida Andreotti. E in Ticino la musica non cambia: 652 infrazioni in ambito familiare, in massima parte lesioni semplici, minacce o ingiurie, 983 interventi di polizia per arginare episodi di violenza domestica e proteggerne le vittime. Tra i numeri, non figurano quelli relativi ai casi di violenze psicologiche. Una lacuna, questa, assolutamente da colmare, visti i tempi che corrono.
Sedici giorni di attivismo
Il piano d’azione cantonale però offre risposte giudicate efficaci e convincenti, a partire dalla sua attuazione, due anni fa (era il novembre del 2021). Si basa, come già stato spiegato, su quattro assi d’intervento: prevenzione, protezione, perseguimento e politiche coordinate. Si parla di 80 misure previste, 60 delle quali già attivate e divenute strutturali, mentre le restanti 20 sono in fase di sviluppo. Molto poi fa l’informazione. E allora, dal 25 novembre al 10 dicembre si terrà, per la seconda volta nel cantone, la campagna mondiale denominata «16 giorni di attivismo contro la violenza di genere», coordinata dalla Divisione della giustizia. Sabato, appunto il 25 novembre, a Bellinzona è prevista la giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica, dalle 8.30 alle 18 in Piazza Nosetto, nella corte del Palazzo civico e a Palazzo delle Orsoline.
La modifica di legge castrante
Ma alla conferenza stampa, ieri, era presente anche Mattia Lepori, un dottore. Una presenza che si spiega con il coinvolgimento diretto del personale medico, il quale spesso si trova coinvolto in prima linea nel riconoscere episodi di violenza domestica. Purtroppo però, come sottolineato proprio da Lepori, l’articolo 68 della Legge sulla promozione della salute e il coordinamento sanitario è recentemente stato depotenziato. Ogni operatore era tenuto (obbligato!) a informare il dipartimento e il medico cantonale di qualunque fatto che potesse mettere in pericolo la salute pubblica. Ora tutto passa dal consenso della vittima di violenza. Da quando è cambiato questo passaggio, solo il 35% dei casi ha potuto essere segnalato alla Magistratura. Un numero che risulta comunque più alto rispetto alla media degli altri cantoni, ma inferiore – e di gran lunga – al 95% che si registrava prima della modifica dell’articolo in questione. Ecco perché il cambiamento culturale, pur frenato da astruse complicazioni legali, deve rimanere una priorità. Una necessità.
Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 22 novembre 2023 del Corriere del Ticino
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Botte e violenze in casa, la polizia interviene due volte al giorno
Tra le mura domestiche lesioni, minacce e ingiurie. Dal 2022 è possibile chiedere per l’autore il braccialetto elettronico
Più di due episodi di violenza domestica al giorno, in Ticino, per un totale di 983 casi. E si tratta solo dei numeri – relativi al 2022 – certificati grazie all’intervento della Polizia. Un fenomeno orribile di cui si è parlato durante l’incontro odierno voluto dal Dipartimento delle istituzioni che ha presentato le cifre e il bilancio annuale del Piano d’azione cantonale contro la violenza domestica.
Una conferenza che anticipa la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne ormai imminente. Questa triste ricorrenza, nata per volere delle Nazioni Unite nel 1999, si celebra infatti il 25 novembre. Un appuntamento, quello odierno a Bellinzona, che arriva purtroppo a sole poche ore dall’ultimo tragico ed efferato caso di femminicidio che ha portato all’omicidio, nella vicina Italia, della 22enne Giulia Cecchettin ad opera dell’ex fidanzato coetaneo.
I commenti – «La lotta contro questa piaga deve coinvolgere tutta la società. L’obiettivo è strutturare un sistema complesso contro la violenza. Gli assi di intervento sono quattro: prevenzione, protezione delle vittime, persecuzione degli autori e la creazione di politiche coordinate per gestire il fenomeno – ha detto Norman Gobbi, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni – Necessario poi lavorare per far crescere la consapevolezza. Noi ci siamo, le istituzioni ci sono. Abbiate fiducia nello Stato. Solo uniti saremo più efficaci»
L’obiettivo è ambizioso ovvero quello di «rendere strutturale un sistema composito contro la violenza domestica. Siamo partiti nel 2018 e ad oggi siamo riusciti ad attivare, su 80 proposte, ben 60 misure. Ora stiamo studiando anche come utilizzare al meglio il braccialetto elettronico che da gennaio 2022 è possibile richiedere per l’autore così da monitorare a posteriori gli spostamenti. Si tratta di una misura di carattere civile e non penale e deve essere richiesta dalla vittima al Pretore», dice Frida Andreotti, Direttrice della Divisione della giustizia.
Numeri in Svizzera – Sono stati 19978 i reati commessi in ambito di violenza domestica. Di questi 25 omicidi, ossia il 59,5% di tutti gli omicidi consumati e registrati dalla Polizia in Svizzera. Sono poi 61 i tentati omicidi, 123 le lesioni gravi, 2167 le lesioni semplici. Circa il 40% di tutti i reati di violenza registrati dalla Polizia è classificato come violenza domestica, nel 70,2% dei casi la vittima è donna, nel 29,8% sono uomini. In Svizzera, inoltre, tra le 300‘000 e le 500‘000 persone di più di 60 anni sono vittime ogni anno di una qualche forma di violenza.
Misure – Tra le misure attivate c’è la creazione del Centro di competenza “Violenze” presso la Polizia cantonale e la revisione totale della Legge sulla Polizia (il messaggio del Governo è del 29 marzo 2023 ed è attualmente all’esame del Parlamento). Questa seconda misura introduce la base legale per il processo di gestione delle minacce e proroga dagli attuali 10 ai futuri 30 i giorni di allontanamento. Da sottolineare anche le misure svolte o in fase di organizzazione nel campo della formazione (psicologi, operatori sociali, autorità di protezione e ordine degli avvocati) grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria, come ad esempio l’Ordine dei medici, l’Ordine dei farmacisti, l’Associazione Ticinese Assistenti di Farmacia, con le quali sono previste ulteriori azioni formative sul tema della violenza domestica.
In aggiunta la direttrice della Divisione della giustizia, Monica Bucci, ha presentato le numerose attività previste, nell’ambito della sensibilizzazione, sia in occasione della Giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica prevista sabato 25 novembre in Piazza Nosetto (qui tutti idettagli dell’evento) , nell’adiacente Palazzo Civico e a Palazzo delle Orsoline in Piazza Governo a Bellinzona, sia nel corso dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”.
Infine il Dottor Mattia Lepori, vice capo area medica dell’EOC, ha presentato la modalità di gestione dei casi di violenza domestica nei servizi di Medicina d’Urgenza e Pronto soccorso dell’Ente ospedaliero, ricordando come da gennaio a fine settembre i casi di violenza domestica registrati dagli operatori sanitari presso le sette strutture dell’EOC sono stati complessivamente 161
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Violenza domestica, Gobbi: “In Ticino oltre 600 infrazioni nel 2022”
Le forze dell’ordine sono intervenute 983 volte per arginare episodi di violenza domestica e proteggere le vittime. A livello nazionale oltre la metà degli omicidi l’anno scorso sono stati commessi in ambito domestico.
“Preoccupante, strutturale e trasversale a tutta la società”. Così il consigliere di Stato Norman Gobbi ha definito oggi il fenomeno della violenza domestica nel corso di una conferenza stampa organizzata a Palazzo delle Orsoline per tracciare il bilancio annuale del Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica e presentare alcune misure attivate nel corso degli ultimi 12 mesi. Allo stesso tempo, è stata l’occasione per lanciare la Giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica che si terrà a Bellinzona sabato 25 novembre e la campagna mondiale “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, che a partire dal 25 novembre proporrà una serie di iniziative sino al 10 dicembre prossimo.
Alcuni dati
Partendo dalle cifre, nel 2022 in Svizzera sono stati 19’978 i reati commessi in ambito di violenza domestica; gli omicidi sono stati 25, ossia il 59,5% di tutti gli omicidi consumati (42). 61 i tentati omicidi, 123 i reati per lesioni gravi, 2’167 per lesioni semplici e 6’497 i reati per vie di fatto. Circa il 40% di tutti i crimini di violenza registrati dalla Polizia è classificato come violenza domestica; nel 70.2% dei casi la vittima è una donna, contro il 29.8% che ha riguardato un uomo. In Ticino la situazione parla, sempre per il 2022, di 652 infrazioni in ambito familiare, in massima parte per lesioni semplici, minacce o ingiurie, ha sottolineato il direttore del DI. Le forze dell’ordine sono intervenute 983 volte per arginare episodi di violenza domestica e proteggere le vittime.
Gli assi di intervento
Sia il Piano d’azione nazionale sia quello cantonale hanno lo scopo di eliminare la violenza domestica. Un obiettivo che si potrà raggiungere – ha affermato Gobbi – attraverso la massima collaborazione tra tutte le autorità cantonali e comunali coinvolte e la società civile. A questo proposito il consigliere Stato ha sottolineato che il bilancio che si può tracciare in questo 2023 è positivo. L’obiettivo principale del piano cantonale è rendere strutturale il sistema di contrasto alla violenza domestica. Gli assi d’intervento sono quattro: prevenzione, protezione delle vittime, perseguimento degli autori e politiche coordinate.
Le misure
La Direttrice della Divisione della giustizia, Frida Andreotti, si è dal canto suo soffermata proprio sul Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica adottato nel 2021 e aggiornato nel 2022, ricordando che sono un’ottantina le misure previste nei quattro assi d’intervento. Sul fronte del perseguimento, attinente al Dipartimento delle istituzioni, tra le misure attivate si segnalano la creazione del Centro di competenza “Violenze” presso la Polizia cantonale e la revisione totale della Legge sulla Polizia. Quest’ultima introduce la base legale per il processo di gestione delle minacce e proroga dagli attuali 10 ai futuri 30 i giorni di allontanamento. Da menzionare anche le misure svolte o in fase di organizzazione nel campo della formazione grazie alla piena collaborazione delle associazioni di categoria.
Braccialetto elettronico per gli stalker
Dal primo gennaio 2022 vi è inoltre la possibilità per le vittime di stalking e violenza domestica di chiedere al giudice civile di dotare l’autore di un dispositivo elettronico. “Non si tratta di una misura penale e serve a controllare che un ordine di un giudice di non entrare in un determinato perimetro della vittima venga rispettato”, ha precisato Andreotti.
Attività per sensibilizzare
L’Aggiunta alla direttrice della Divisione della giustizia, Monica Bucci, ha poi presentato le numerose attività previste, nell’ambito della sensibilizzazione, sia in occasione della Giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica prevista sabato 25 novembre in Piazza Nosetto, nell’adiacente Palazzo Civico e a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, sia nel corso dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”. “Abbiamo organizzato un ciclo di eventi di quattro serate”, ha spiegato Bucci. La quarta e ultima sarà in realtà una giornata i cui obiettivi “concernono la sensibilizzare della popolazione e la volontà, tramite un workshop, di lavorare in collaborazione per capire quali sono i possibili margini di miglioramento. Per questo motivo, la presenza delle Istituzioni è fondamentale”.
L’aspetto medico
Infine, il Dottor Mattia Lepori, vice capo area medica dell’EOC, ha illustrato la modalità di gestione dei casi di violenza domestica nei servizi di Medicina d’Urgenza e Pronto soccorso dell’Ente ospedaliero, ricordando come da gennaio a fine settembre i casi di violenza domestica registrati dagli operatori sanitari presso le sette strutture dell’EOC sono stati complessivamente 161. “Fino a fine 2020 noi operatori sanitari sottostavamo all’obbligo di segnalare ogni vittima di reato o sospetto reato all’autorità inquirente”, ha ricordato Lepori. Da marzo 2021 invece, la segnalazione dei casi di violenza domestica che si presentano al pronto soccorso “necessita del consenso della vittima. È stato un grosso cambiamento, poiché implica il farsi carico anche di un processo di sensibilizzazione degli operatori e delle vittime, sulla necessità che siano loro a portare avanti un’eventuale domanda di perseguimento dell’autore”. Questo “presuppone una serie di parametri quali la messa in sicurezza fin dall’arrivo della vittima, l’assicurarsi della massima confidenzialità nel trattamento dei dati, la valutazione del rischio della presenza di una recidiva, la raccolta della documentazione clinica, l’orientamento delle vittime al momento della loro dimissione, l’accompagnamento in un’eventuale procedura di segnalazione e, infine, l’assicurarsi che la dimissione avvenga in modalità sicura”.
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Prosegue la lotta contro la violenza domestica
Presentato a Bellinzona il bilancio annuale del Piano d’azione cantonale – Nel 2022 registrate 652 infrazioni per lesioni semplici, minacce o ingiurie
Il Dipartimento delle istituzioni ha tracciato martedì il bilancio annuale del Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica e presentato alcune misure attivate nel corso degli ultimi 12 mesi. I numeri sono importanti, ma vi sono anche strumenti e processi di cooperazione positivi. Nello stesso tempo è stata l’occasione per lanciare la Giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica che si terrà a Bellinzona sabato 25 novembre e la campagna mondiale “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, che a partire dal 25 novembre, proporrà una serie di iniziative sino al 10 dicembre prossimo.
Durante la conferenza stampa, il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi – accompagnato dalla Direttrice della Divisione della giustizia, Frida Andreotti, dall’Aggiunta alla direttrice, Monica Bucci e dal Vice capo area medica dell’EOC, Mattia Lepori – ha sottolineato come il fenomeno della violenza domestica sia preoccupante, strutturale e trasversale a tutta la società. Ha quindi snocciolato alcune cifre che riguardano il 2022, prima a livello nazionale e poi cantonale.
Per quel che riguarda il Ticino, dapprima, si registrano – per il 2022 – 652 infrazioni in ambito familiare, in massima parte per lesioni semplici, minacce o ingiurie. La polizia è intervenuta 983 volte per arginare episodi di violenza domestica e proteggere le vittime.
Sia il Piano d’azione nazionale sia il Piano d’azione cantonale hanno lo scopo di eliminare la violenza domestica. Un obiettivo che si potrà raggiungere – ha affermato Gobbi –attraverso la massima collaborazione tra tutte le autorità cantonali e comunali coinvolte e la società civile. A questo proposito il Consigliere Stato ha sottolineato che il bilancio che si può tracciare in questo 2023 è positivo.